Gesellschaft | Sanità

Nessuna luce in fondo al tunnel

Scettici i referenti dell’Anaao sulla riuscita dell’organizzazione dei medici in base ai nuovi orari di lavoro stabiliti dalla norma europea che scatterà il 25 novembre.

Il 25 novembre prossimo cambieranno per legge gli orari di lavoro e la durata dei riposi dei medici italiani, nei reparti non ci saranno più le notti che iniziano il pomeriggio e finiscono nella tarda mattinata del giorno dopo, oppure i recuperi di 8 ore. La direttiva, che riallinea per i medici e il personale sanitario la nostra giurisprudenza agli altri paesi dell’Unione europea, prevede minimo 11 ore consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, (straordinario incluso), 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale. La Commissione europea ha infatti deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver applicato correttamente le normative in materia. “Questo presuppone che le aziende debbano cambiare il loro stile di organizzazione del lavoro facendo rientrare i turni dei medici nella legalità degli orari di lavoro e dei riposi”, spiega Claudio Volanti, segretario provinciale dell'Anaao. Già anni fa il sindacato aveva intentato causa - poi vincendola - all’Azienda sanitaria per far rispettare gli orari di lavoro. I medici, infatti, contro ogni normativa italiana ed europea, potevano decidere di prestare servizio per oltre 56 ore a settimana. L’allora direttore generale dell’Asl Andreas Fabi, riferisce Volanti, “prese delle sonore multe dall’Ispettorato del lavoro soprattutto per i mancati riposi giornalieri e settimanali. Nel 2010, poi, il consiglio provinciale ha approvato una sorta di legge ad personam per togliere queste multe”.

Con l’entrata in vigore della normativa europea, il lavoro dei medici dovrà essere necessariamente riorganizzato. Più facile a dirsi che a farsi. La situazione infatti come è stata definita sul Dolomiten dal direttore del comprensorio pusterese Walter Amhof è drammatica. Una bella grana per Thomas Schael & co. “Sappiamo che soprattutto in periferia non ci sono i medici sufficienti per coprire i turni secondo i criteri della normativa”, sottolinea Volanti che aggiunge: “la riforma sanitaria, intanto, non parte e si continua a tergiversare”. Su una cosa, inoltre, non mollano i sindacati: occorre prevedere sempre più specialisti fra le guardie notturne perché “trovare in ospedale a Bolzano un medico generico che rimandi poi le decisioni del caso a uno specialista costituirebbe un ritardo non degno di un sistema sanitario civile - puntualizza Volanti -; chiaramente questo ha un costo, e si tratta di un organizzazione che va concordata con i medici senza prendere iniziative unilaterali”.

La circolare emessa dall’azienda sanitaria che definisce la questione legata all’adeguamento alla normativa europea non ha convinto i sindacalisti che ora la faranno valutare dai loro legali a Roma prima di dare una risposta, nel frattempo “ci presenteremo al tavolo di concertazione sulle guardie con l’intento di riportare l’Alto Adige a un serio sistema di sicurezza negli ospedali, sicurezza che deve valere tanto per i cittadini quanto per i medici”, precisa il segretario dell’Anaao.

“Ci sono delle specializzazioni che vengono giudicate non appetibili e anche pericolose da parte di giovani medici perché prevedono turni di lavoro massacranti e rischi medico-legali molto alti; a Milano, ad esempio, non si è raggiunto in un caso il numero di richieste minimo per la specializzazione in chirurgia, di certo il quadro non è confortante. Che poi da noi la Provincia dica che l’Alto Adige non costituisca più un’attrattiva per i giovani medici è indubbio, ma proprio per questo occorre prendere decisioni sensate”. Quello che vogliono sapere i sindacati, inoltre, è se l’azienda sanitaria coprirà ogni medico dal punto di vista assicurativo, la circolare è stata mandata dalla Asl ai direttori dei comprensori per tranquillizzarli sulla questione degli orari di lavoro.“I primari - dice in proposito Volanti - sono preoccupati che non riusciranno a coprire i turni e temono che la responsabilità ricada su di loro, ma questa responsabilità appartiene a ogni singolo medico che si trova a coprire un determinato turno, non sapendo se in caso di incidente è coperto dall’assicurazione, una cosa che Schael dovrà garantirci ma che non credo affatto riuscirà a fare”.