Unioni gay, Strasburgo condanna l’Italia

L’Italia deve riconoscere legalmente le unioni fra coppie dello stesso sesso. Lo stabilisce La Corte europea dei diritti umani (CEDU) che ha condannato il “Belpaese” per la violazione dei diritti di tre coppie omosessuali che avevano presentato ricorso contro la possibilità di sposarsi in Italia. Il caso delle tre coppie - che vivono insieme da anni rispettivamente a Trento, Milano e Lissone (provincia di Milano) - era stato sollevato dall'altoatesino Enrico Oliari, presidente dell’associazione nazionale dei gay liberali e di centrodestra (Gaylib).
“La corte ha considerato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile.”
Sentenzia la Corte di Strasburgo - che ha emesso il giudizio all’unanimità - in una nota. L’Italia è stata condannata nello specifico per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione CEDU sul “diritto al rispetto della propria vita privata e familiare”.
“È un risultato molto positivo che dice che una forma istituzionalmente definita a garanzia va data. Il governo è stato condannato ad un risarcimento. La decisione non impone vincoli sullo strumento da individuare, si tratti di matrimonio, Dico o altro, ma uno strumento serve”, dicono i legali delle tre coppie in merito. La sentenza diventerà definitiva fra tre mesi se i ricorrenti o il Governo non chiederanno e otterranno un rinvio alla Grande Camera per un nuovo esame della questione.
Il primo caso è quello di una coppia che ha chiesto al Comune di Trento nel 2008 che fosse istituita la possibilità anche per loro di sposarsi. Dopo il rifiuto si sono appellati al tribunale che però ha nuovamente respinto la loro richiesta giudicata inammissibile anche dalla Corte costituzionale nel 2010. In Italia non esiste, del resto, una legge che riconosca le unioni fra persone dello stesso sesso. Il ddl sulle unioni civili della senatrice Monica Cirinnà del Partito Democratico è di fatto bloccato in commissione Giustizia del Senato, soprattutto perché fortemente ostracizzato dal Nuovo Centrodestra e in particolare da Carlo Giovanardi.
Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento, da giorni in sciopero della fame per chiedere al Parlamento l'approvazione di una legge in materia, ha scritto su twitter dopo la sentenza di Strasburgo:
Ho digiunato per spiegare che non avere una legge sulle unioni gay era un grave imbarazzo per l'Italia. Oggi la CEDU condanna l'Italia. #CVD
— Ivan Scalfarotto (@ivanscalfarotto) 21. Juli 2015
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