Treno a idrogeno per la Val Venosta
Proposta presentata il 7 agosto in Consiglio provinciale da Noggler e Wurzer. Invece che elettrificare la ferrovia della Val Venosta, pensare di investire per convertire i treni circolanti: da alimentazione Diesel ad un'innovativa alimentazione a idrogeno. Con l'idrogeno prodotto in loco, nel centro all'interno degli svincoli autostradali di Bolzano Sud.
Secondo i due l'elettrificazione porterebbe con sè costi superiori ai 100 milioni di euro, ma ci sarebbe anche l'interrogativo: quale tipo di linea elettrica? Corrente continua come nel resto d'Italia, 25mila Volt corrente alternata come a livello europeo o 15mila Volt corrente alternata come in Austria?
L'idrogeno in tutto questo potrebbe rappresentare la soluzione più semplice. L'idea di Noggler e Wurzer sarebbe quella di proporre il progetto in chiave euroregionale, coinvolgendo anche Tirolo e Svizzera. Anche in Trentino c'è stata una, discussa, sperimentazione sull'idrogeno. Durante i mondiali di sci nordico in Val di Fiemme nell'inverno 2013 erano attivi dei pulmini alimentati ad idrogeno. Con una centrale di rifornimento, poi abbandonata, a Panchià.
Ma, come in altri aspetti, vi sono delle questioni simili che riguardano Trento e Bolzano. Considerando che la sperimentazione innovativa altrove viene fatta su scala maggiore: basti pensare alle corsie per ricaricare le auto elettriche in Gran Bretagna o alla mobilità autostradale in Norvegia. La Val Venosta in questo è simile alla Valsugana. Linea ferroviaria dalla lunga storia, passaggio in corso da gestione statale a gestione provinciale. E simile grande concorrenza dell'auto sul treno data dalla viabilità stradale: tra Merano e Bolzano in auto ci si impiega la metà del tempo che in treno, così come tra Levico e Trento. Riusciranno gli amministratori di Trentino ed Alto Adige a proporre un esempio concreto in materia di cooperazione territoriale?