Gesellschaft | Sanità

“Ora tocca alla Provincia”

Medici di base, la Fimmg riapre le trattative: “Diamo un’altra chance alla Provincia”. Oggetto della discordia: il nuovo contratto provinciale di categoria.

Detto fatto, i sindacalisti della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) hanno impugnato oggi (25 gennaio) il nuovo contratto provinciale di categoria davanti al giudice del lavoro. Il motivo: le decurtazioni sugli stipendi mensili dei medici di base che in alcuni casi arrivano anche al 20%. “L’Asl ci ha tagliato dai 1.200 ai 2.000 euro al mese di stipendio”, avevano denunciato i medici di famiglia, cosa che avrebbe messo a rischio con ogni probabilità - avevano puntualizzato ancora i professionisti della sanità - posti di lavoro e li avrebbe inoltre costretti a ridurre gli orari di segreteria.
Abbiamo deciso, davanti al giudice, di dare la possibilità alla Provincia di intraprendere un’ulteriore trattativa”, spiega Luigi Rubino, segretario generale della Fimmg (che a livello nazionale raccoglie quasi il 70% dei medici di famiglia e il 25% in Alto Adige). Durante l'udienza di oggi era prevista inoltre l’eventualità di richiedere la sospensiva immediata dell’accordo, sospensiva prosegue Rubino, che “avrebbe comportato problemi sia ai cittadini che ai medici, perciò abbiamo deciso responsabilmente, vista anche una certa disponibilità da parte della Provincia, di non rinunciare al ricorso ma di aggiornarci per proseguire nelle trattative sui punti per noi prioritari e derivanti dal fatto che la Provincia stessa, dopo due sconfitte sul piano giudiziario, su sentenza della Cassazione e della Corte d’appello si è rifiutata di venirci incontro”.

Proprio dopo un ricorso della Fimmg, infatti, la Provincia aveva dovuto disdire l'accordo e stabilire per ogni professionista un massimo di 1.500 pazienti. Il 9 maggio ci sarà la sentenza, la speranza è quella di riuscire a trovare un’intesa sulla questione prima di quella data. “Se non avessimo fatto ricorso non ci sarebbe stata alcuna possibilità di cambiare le cose, è bene ricordare che i sistemi sanitari si basano sulla medicina generale non sugli ospedali, e se la medicina generale non funziona a dovere sono i cittadini che rischiano grosso”, avverte Rubino. La radice del problema, del resto, è sempre la stessa: in Alto Adige non ci sono abbastanza medici. “Nei prossimi cinque anni quasi la metà dei medici di famiglia attualmente operanti andranno in pensione e i giovani non sono motivati a sufficienza per intraprendere questa carriera, senza contare il vincolo del bilinguismo, e i vari oneri burocratici a cui far fronte”. “C’è da ottemperare poi alla cosiddetta assistenza h24 che, secondo le normative europee, non può essere a carico di un singolo medico”, commenta amaramente il segretario generale della Fimmg che aggiunge: “È una professione che, purtroppo, non è più considerata attrattiva”. Per quel che riguarda il ricorso, scattato a causa di un’iniqua applicazione in Provincia dell’accordo nazionale di medicina generale che aveva messo a rischio - secondo i sindacalisti della Fimmg - la tenuta del sistema, c’è tempo fino a maggio per trovare delle soluzioni condivise. “Siamo già soddisfatti che la Provincia si sia resa conto che a volte è più opportuno fare dei passi indietro in questo senso, confidiamo che ora ci sia la volontà di raggiungere un accordo”, conclude Rubino.