Il decreto nascosto
A ben vedere le notizie che ieri hanno fatto scattare al livello massimo la velocità del frullatore politico in comune a Bolzano sono state due.
La prima, e cioè le dimissioni del sindaco Spagnolli, è stata confermata attraverso due scritti: la lettera consegnata al presidente del consiglio comunale Walcher (e letta in aula) e la lunga epistola divulgata attraverso un comunicato stampa e la pagina Facebook personale di Luigi Spagnolli.
La seconda - e cioè il decreto con il quale il sindaco pochi minuti prima delle dimissioni ha rifatto riattivato la conferenza di servizi mettendola nelle condizioni di ricevere una versione riveduta e corretta del progetto Benko - è ancora avvolta nella nebbia. Perché? La risposta è molto semplice. Finora il decreto in comune ufficialmente non l’ha visto nessuno. Nemmeno gli assessori comunali che oggi un po’ persi si sono ritrovati in comune per analizzare la situazione e decidere il da farsi.
Sulla scia del diritto/dovere di cronaca allora anche Salto ha fatto la sua parte.
Dopo essere rimbalzati alcune volte tra la segreteria del sindaco e la segreteria generale ci è stato detto che il decreto non è un documento pubblico (?) ma che se ne può chiedere la visione facendo domanda scritta ed aspettando i tempi tecnici (naturalmente incompatibili con il diritto/dovere di cronaca).
Consapevoli di non avere altre possibilità vista l’assenza dal palazzo del segretario generale, lo abbiamo atteso e intercettato intorno alle 11.30 sulle scale del comune.
Il dott. Travaglia ci ha detto testualmente “non so dove il decreto si trovi”, promettendoci che il decreto sarebbe stato reso pubblico quanto prima (”forse solo questione di ore”). In risposta alla nostra insistenza (“nel decreto sta buona parte delle notizie su cui la stampa lavora proprio in queste ore”) il direttore generale ci ha risposto testualmente che "in comune non si lavora solo per i giornalisti ma anche per i cittadini".
Non domi abbiamo quindi contattato di nuovo gli assessori (“nessuna traccia del decreto” ci hanno di nuovo confermato). E persino i diretto interessati al PRU e cioè Heinz Peter Hager della Signa che ci ha risposto laconicamente: “Non lo abbiamo”.
Insomma: nonostante il caos del momento politico appare comunque paradossale il fatto che un atto cruciale al quale ancora una volta con ogni probabilità è legato quello che resta dell’attuale legislatura e forse anche di quella futura, sia di fatto perso o nascosto nei meandri della burocrazia comunale. Occultato persino alla giunta comunale tuttora operativa.
In realtà quello delineato è solo un aspetto della situazione paradossale in cui versa il comune di Bolzano in queste ore. E per fortuna che qualcuno ha ancora una volta di scherzaci su.
Quando abbiamo chiesto all’assessore Gallo se gli risultasse che qualcuno avesse visto il decreto scomparso, ci ha risposto laconicamente come segue.
“Chiediamo ad Assange…”