Gesellschaft | Adolescenti

Sms contro il bullismo?

Scettico al riguardo il Forum Prevenzione: preferibili gli interventi pedagogici piuttosto che singole azioni repressive.

Non convince l’idea di segnalare via sms gli episodi di bullismo, problematica sensibile all’universo adolescenziale di oggi, che spesso ha un forte impatto sul rendimento scolastico, sulla vita sociale e sull’umore. Secondo Peter Koler, responsabile del Forum Prevenzione “Il bullismo deve essere fermato principalmente con interventi pedagogici. In casi di bullismo è importante che gli alunni prima di tutto possano rivolgersi ai loro genitori e a insegnanti e amici di fiducia. Nella maggior parte dei casi è consigliabile che siano i genitori a rivolgersi direttamente alla scuola: agli insegnanti o alla direzione scolastica. Far conoscere i casi di bullismo alla scuola significa dare la possibilità agli insegnati di prendere subito in mano la situazione”.

Il fenomeno, in aumento in tutto il mondo (In Italia il 15% degli studenti è stato vittima di bullismo almeno una volta e il 51% ha assistito a vicende di questo genere) complice l’avvento del web e in particolare dei social network, può essere mitigata con azioni mirate e con il supporto dei centri di consulenza presenti sul territorio. “Il bullismo - prosegue Koler - non si instaura dall’oggi al domani, per questo serve un determinato lasso di tempo per contrastarlo ed eliminare i conflitti che possono causarlo. Esiste una vasta gamma di possibilità di intervento che possono essere efficaci nei modi nelle misure da attivare nelle specifiche situazioni . Nei casi di bullismo si deve intervenire con cautela e nell’ottica di protezione delle vittime, altrimenti la situazione per gli alunni potrebbe aggravarsi”.

Anche per quanto riguarda lo spaccio di droga nelle scuole, per il quale sono stati studiati dei programmi specifici in Alto Adige, chiedere aiuto è la soluzione più efficace sostiene Koler che aggiunge: “per gli alunni che si attivano, nel caso di sospetti, anche solo per chiamare le forze dell’ordine, questa presa di posizione può rivelarsi per loro pericolosa se la potenziale persona segnalata rimane a piede libero. In tutti e due i casi devono essere sviluppati interventi pedagogici a livello scolastico e di classe che devono essere pensati e portati avanti per un lungo tempo”.