Gesellschaft | Immigrazione

“Non mandateci via”

39 profughi stamattina si sono rifiutati di salire su un autobus a Bolzano che li avrebbe trasportati nel Lazio per la successiva tappa della loro integrazione.

Un pullman doveva portarli a Frosinone, ma gli immigrati provenienti da Nigeria, Gambia, Ghana e Bangladesh non hanno voluto salirci.
Ospitati finora da una casa di accoglienza della Caritas, i profughi hanno messo in scena una pacifica protesta, che però ha provocato il blocco della via Carducci in pieno centro a Bolzano, proprio a due passi dalla questura. 

A lungo proprio Polizia e Carabinieri hanno discusso con i migranti, cercando di convincerli a partire, spiegando loro che nel Lazio avrebbero trovato ad accoglierli una struttura in grado di farli uscire dall’ottica della prima accoglienza che li aveva temporaneamente supportati a Bolzano.  

A ‘certificare’ il percorso era direttamente la Caritas: i migranti in questione sono infatti tutti a pieno titolo inseriti nel programma nazionale di accoglienza per profughi e richiedenti asilo. Che però li avrebbe portati spostarsi altrove ed a separarsi: del gruppo infatti 13 erano destinati a Roma ed altri 8 e 16 rispettivamente a Cassino ed Arce in provincia di Frosinone. 
Quale l’obiettivo della nuova sistemazione? Promuovere il loro inserimento sociale ed il passaggio ad una vita autonoma

E allora quali sono stati i motivi del loro rifiuto?
Ben accolti in Alto Adige molti dei migranti, supportati dagli operatori della Caritas, hanno ricordato la situazione post-traumatica nella quale ancora molti di loro versano, dopo aver dovuto abbandonare il loro paese d’origine perché perseguitati a causa della loro religione, posizione politica o etnia.

Per loro la nuova sistemazione rappresenterebbe insomma l’ennesimo viaggio verso una destinazione sconosciuta. Troppo, per molti di loro. 
Soprattutto dopo aver vissuto l’esperienza positiva dell’accoglienza nelle strutture della Caritas dove i profughi hanno occasione di socializzare ed autogestirsi, in particolare per quanto riguarda le attività di pulizia e della preparazione dei pasti. 

La casa di via Carducci dove gli immigrati sono stati ospitati è stata fino a poco tempo fa una casa di riposo gestita dalla san Vincenzo.
L’edificio è stato gentilmente messo a disposizione da parte di un privato, però per la sola emergenza che ora risultava volgere al termine.
Fino ad oggi la struttura con i suoi servizi è stata gestita dal personale della Caritas.