Urzì al vescovo: "Non si celebri un terrorista"
“In relazione alla prevista celebrazione del terrorista Luis Amplatz sabato prossimo (6 settembre, ndr) in una serie di eventi che avranno il loro culmine in una manifestazione con santa Messa nella chiesa dei benedettini dedicata a Sant'Agostino (Gries, Bolzano), mi sono appellato allo stimato vescovo Ivo Muser perché possa essere considerata l'inopportunità di un tale evento politico ispirato a valori tanto lontani da quelli della Chiesa”. Nonostante la dichiarazione di non voler “alimentare polemiche”, la lettera inviata da Alessandro Urzì al vescovo Muser è destinata sicuramente a riscaldare gli animi di quanti, ancorché pochi, vedono in occasioni del genere un indispensabile invito a ribadire e posizionare la propria identità etnica.
“La figura di questo uomo ambigua e impegnata in vita oltre i confini della legalità, abbracciando la violenza agitata anche contro le persone come metodo di lotta politica”, scrive nella lettera Urzì “costituisce ancora oggi un esempio fra i meno educativi soprattutto per le più giovani generazioni, espressione del mito terribile della lotta armata”. Il consigliere di Alto Adige nel Cuore ritiene così che un ricordo di Amplatz (che come persona merita comunque “pietà e carità”) avrebbe dovuto svolgersi tuttalpiù in forma strettamente privata, senza perciò caricarsi di valenze improprie e, soprattutto, evitando di sollecitare in modo negativo la percezione dei fedeli.
Bischof Ivo Muser feiert
Bischof Ivo Muser feiert jedes Jahr mit den Carabinieri am 21. November den Tag der "Virgo fidelis" zum Gedenken an die Schlacht von Qulqualber, bei der Carabinieri und faschistische Schwarzhemden eine Niederlage gegen die Befreier Äthiopiens von der faschistischen Terrorherrschaft erlitten. Da sich der Bischof auf diese Weise eindeutig auf die Seite der faschistischen Terrorherrschaft stellt, dürfte er natürlich Schwierigkeiten haben, sich zu Luis Amplatz zu äußern, der ein Opfer der faschistischen Terrorherrschaft in Südtirol wurde.