“Io vittima di un attacco mediatico”
È molto arrabbiata l’organizzatrice della manifestazione contro la violenza Paola Zampieri, la quale aveva più volte precisato che la dimostrazione, figlia di una rabbia gravida di insofferenza legata ai recenti episodi di violenza accaduti in particolare nel capoluogo del Burgraviato, sarebbe stata politicamente equidistante e indiscutibilmente pacifica. Oscurato (o frainteso) quindi l’intento dell’iniziativa Zampieri, che non ha mandato giù l’accusa di incoraggiare la violenza con la sua proposta di scendere in piazza, ha deciso di annullare tutto.
Zampieri, ci spieghi le ragioni per cui ha voluto cancellare la manifestazione.
La manifestazione doveva essere per definizione contro la violenza, quando mi hanno girato il vostro articolo di ieri mi sono resa conto che non avevo affatto interpretato a dovere – visto anche il mio scarso tedesco – tutte quelle espressioni dialettali aggressive su Facebook e allora ho deciso di non procedere. Come ho scritto sul mio profilo avevo chiesto di non portare bandiere di alcun colore politico né striscioni con slogan razzisti, ma il rischio era troppo grande.
Che ruolo ha avuto Franz Gufler in tutto questo?
Il signor Gufler è un cliente del bar dove lavoro e a cui avevo dichiarato la mia intenzione di organizzare questa manifestazione. Lui ha poi voluto informare anche i suoi amici di madrelingua tedesca perché l’iniziativa forse trasversale ai due gruppi linguistici e io ho dato il via libera. Dopodiché Gufler ha promosso l’evento a modo suo sui social network utilizzando parole come "Ausländer" e "Führer". A quel punto sono andata a parlare con il vice-questore Cellucci e con il capo della Digos di Bolzano e ho deciso di fare marcia indietro.
Quindi la manifestazione era stata autorizzata?
Assolutamente sì, richiesta, firmata e approvata.
Ora cosa farà, ci riproverà?
Non lo dico. Il senso della manifestazione è stato completamente stravolto. Io volevo parlare di anti-violenza, non solo nei riguardi degli immigrati ma anche di italiani o tedeschi, come fenomeno diffuso.
Non sarebbe stato opportuno dichiarare con più decisione che la dimostrazione non era un atto d’accusa verso gli immigrati tout court?
C’è stato un attacco mediatico nei miei confronti, invece di puntare il dito contro di me e darmi della violenta collegandomi a Gufler sarebbe stato giusto chiedere direttamente a me. I giornalisti sono come al solito scorretti e scrivono quello che fa loro comodo. Non dipende da me se la gente si mette ad inneggiare a Hitler sui social network prendendo a pretesto la manifestazione.
Beh, non crede sia stato un po’ ingenuo pensare che le frange più estreme della destra non avrebbero colto un’occasione come questa per sfogare il loro risentimento verso gli stranieri?
La verità è che nemmeno la questura era preoccupata per gli eventuali disordini che ci sarebbero potuti essere venerdì, il problema è che non voglio che questi individui vengano associati alla mia persona. Non posso fare una selezione di chi può o non può partecipare, ma non è nemmeno giusto restare tappati in casa e accettare le cose come stanno.
Cosa pensa della giustizia fai-da-te, le ronde volontarie, ad esempio, sono una soluzione utile?
Non sono convintissima che le ronde siano una buona idea. Basterebbe che tutti noi cittadini avessimo coscienza di quello che succede intorno a noi e qualora vedessimo qualcosa di potenzialmente pericoloso per la sicurezza collettiva allertassimo le forze dell’ordine. Più di una persona è venuta da me per farsi giustizia da solo dopo le aggressioni di questi ultimi giorni, ma io mi sono opposta fermamente, questi criminali devono essere puniti dalla legge, altrimenti diventa una guerra di strada dalla quale non usciremmo più. Questo è compito prima di tutto dello Stato centrale. L’Italia non può più accogliere tutte queste persone, non può essere che mio padre che ha lavorato per 40 anni come artigiano prenda meno di pensione rispetto all’extracomunitario che si stabilisce qui. Questo fa rabbia e la gente è stufa.
È anche vero però che gli immigrati sono una risorsa lavorativa rilevante, si occupano spesso di lavori che gli italiani non vogliono più fare, in una società ormai multirazziale è realistica un’Italia senza extracomunitari?
In effetti no, ho diversi amici immigrati, alcuni sono dei gran lavoratori, altri come il ragazzo kosovaro responsabile dell’aggressione ai danni di Norbert Pixner non è sicuramente fra questi. Bisogna distinguere ma far anche sentire la propria voce perché la situazione è allarmante, altrimenti il rischio è quello di cadere in una spirale di violenza irreversibile.