Politics | Partecipazione

Gli open space sul futuro dell'Alto Adige

La Convenzione sull’autonomia è un’occasione unica per contribuire a scrivere il futuro di questa terra. Sta ai cittadini cogliere la chance. Col dialogo, anche acceso.
Note: This article was written in collaboration with the partner and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

Come vi immaginate il futuro di questa terra? Non capita tutti i giorni che qualcuno ci chieda che Alto Adige vogliamo, tra 5, 10 o 25 anni. E’ vero, l’autonomia è stata per tanto tempo oggetto di trattative e di decisioni che hanno coinvolto solo pochi esponenti politici. In questo momento storico le porte si aprono ai cittadini, ai quali viene chiesto di partecipare. Per dire che cosa? Tutti siamo in qualche modo esperti, perché tutti viviamo ogni giorno le sfide più diverse nei diversi ambienti dove siamo presenti o attivi.

E il valore aggiunto di questo processo partecipato è che ciascuno può far sentire la propria voce vedendo la realtà dalla sua personale prospettiva, che non può essere uguale ad un’altra. Insieme poi, negli open space, quella che è l’idea personale di ciascuno si aprirà alle altre, ci sarà un confronto, ed è proprio dall’ascolto e dal dialogo che possono nascere cose nuove, magari mai intuite prima. Cose nuove che non sono la somma di “due” idee, ma che sono “terze” cose che si evolvono cammin facendo. Non significa cambiare idea, ma lasciarsi ispirare da ciò che pensiamo di conoscere ma che forse in realtà non conosciamo del tutto.

L’obiettivo finale della Convenzione è una revisione dello statuto di autonomia, partendo proprio dai suggerimenti dei cittadini in questa prima fase di consultazione. Suggerimenti non vincolanti, ma di cui i rappresentanti politici dovranno tenere seriamente conto, in quanto espressione della volontà della cittadinanza.

Quando si parla di partecipazione l’occhio è puntato anche sul processo, oltre che sul risultato. Tanti si chiederanno cosa sono di fatto questi open space, come sono strutturati, come si svolgono e a cosa servono. Ebbene, l’open space (ossia spazio aperto) è un metodo semplice ed efficace, che serve a confrontarsi e lavorare insieme su un tema. Non ci sono temi predefiniti, perché vengono scelti insieme. Non ci sono lunghi discorsi ai quali forse siamo abituati e non occorre nemmeno essere esperti per dare il proprio contributo. C’è solo una domanda che fa da filo conduttore e che rappresenta il focus su cui concentrarsi: “Che futuro vogliamo per la nostra terra, per la nostra provincia?”

Come funziona concretamente? Dopo essere stati accolti ed essersi seduti in una platea composta a cerchi concentrici, i cittadini sono invitati da coloro che moderano la giornata a mettere a punto insieme il programma di lavoro individuando le tematiche proposte dai singoli partecipanti. Come in una grande piazza, al centro della sala si propongono e formulano i temi da approfondire che vengono poi affissi su una bacheca. Dopo aver raccolto un certo numero di questioni da discutere, ciascun partecipante può iscriversi al tema e quindi al gruppo che più gli suscita interesse e curiosità. Dopodiché si comincia a lavorare nei gruppi. Ogni sessione ha un tempo e uno spazio ben precisi.

Ciascuno è libero di muoversi scegliendo quando e come contribuire ai lavori. E’ il gruppo, con le diverse persone, motivazioni ed interessi, a gestire in completa autonomia il proprio lavoro. Importante è che le persone che vogliono parlare possano farlo e chi vuole solo ascoltare sia allo stesso modo libero di farlo. Occorre naturalmente avere anche la responsabilità nel portare avanti il tema concordato all’inizio dell’open space, ma anche nel corso della giornata possono nascere nuove domande da discutere in nuove sessioni. E’ possibile entrare in un gruppo e quando si ha la sensazione di aver dato e ricevuto abbastanza, è possibile cambiare gruppo e quindi tema.

Ed è proprio nei gruppi che avviene lo scambio e la condivisione delle idee, un dialogo alla pari, dove tutti sono uguali: si ascolta, si parla, si mette in discussione la propria idea, si ottengono nuovi punti di vista, si raccolgono informazioni, si mettono a disposizione le proprie conoscenze e aspettative. In questo modo quello che nasce è qualcosa di nuovo. Non si tratta solo di depositare le proprie richieste, è dallo scambio, anche acceso, nel gruppo che emergono nuove prospettive, nuove soluzioni, nuove idee.

I risultati, e cioè le diverse idee emerse, anche contrastanti tra loro, vengono infine raccolti da ogni gruppo in forma di protocollo, presentati al termine della giornata a tutti i partecipanti dell’open space, e fungeranno da base per il lavoro del Forum dei 100, per la Convenzione dei 33 e per il Consiglio provinciale.

Tutti gli appuntamenti degli open space, ai quali tutti sono invitati a partecipare, si trovano sul sito www.convenzione.bz.it

La potenzialità di questo metodo è quella di avvicinare persone eterogenee per etnia, lingua, posizione sociale, istruzione, per affrontare insieme questioni molto complesse. Un’occasione che i cittadini dell’Alto Adige non possono lasciarsi sfuggire. 

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Dai retta a un… Tue, 01/19/2016 - 12:09

Come vedo il futuro di questa terra ? Parecchio brutto, almeno per un bel po' di gente.
E sinceramente non nutro nessuna fiducia in un processo partecipativo, teoricamente perfetto quanto auspicabile, come quello proposto. Calato nella realtà attuale, dove da decenni governa un partito-non partito che rappresenta solo una delle etnie presenti sul territorio e che dall'alto della sua maggioranza impone a TUTTI la propria linea su TUTTO, si tratta solo di un esercizio accademico privo di ogni utilità pratica. Contando poi che l'emanazione amministrativa di questa situazione politica (leggasi la Provincia) ha mutuato dal suo padrone il medesimo atteggiamento, vedo la cosa più che inutile, disperata.
Quando in questa terra finalmente si instaurerà una dinamica politica "normale" o comunque non etno-centrica allora forse le cose cambieranno. Ma questo ahimè succederà solo quando l'obiettivo del partito-padrone sarà raggiunto...

Tue, 01/19/2016 - 12:09 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Tue, 01/19/2016 - 16:35

In reply to by Dai retta a un…

"e che dall'alto della sua maggioranza impone a TUTTI la propria linea su TUTTO"
Si chiama democrazia, che fra l'altro solo in Alto Adige ha correttivi che permettono a tutti (i gruppi etnici) di partecipare ai processi decisori e ricoprire ruoli di governo. Comunque pendiamo dalle tue labbra: proponici il tuo metodo alternativo!

Tue, 01/19/2016 - 16:35 Permalink
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Dai retta a un… Tue, 01/19/2016 - 17:27

In reply to by Mensch Ärgerdi…

Non confondiamo la democrazia con la dittatura della maggioranza. Non so se segui le italiche nefandezze, ma tempo fa ci fu un tale Schifani, braccio destro di un tal Berlusconi, entrambe noti paladini di democrazia e libertà, che tentò di far passare l'idea che il parlamento fosse cosa inutile perchè tanto c'era la Maggioranza ... (Nota a margine: avrei voluto linkare qui un video delle splendide imitazioni che Neri Marcorè fece di Renato Schifani, non si trova nulla se non un laconico "Alcuni risultati possono essere stati rimossi nell'ambito della normativa europea sulla protezione dei dati.")

Comunque se non si riesce a capire che questa democrazia, bloccata da decenni sul monopartito etnico è una cosa malata, davvero non so che dire. Siate felici

Tue, 01/19/2016 - 17:27 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Tue, 01/19/2016 - 18:05

In reply to by Dai retta a un…

Non vedo cosa c'entrino le amenità di Berlsuconi e compagnia con il discorso che stiamo facendo qui. Ci spieghi in quali termini viviamo addirittura una dittatura? Arno come Kim Yong Un? Mi sono perso qualcosa!
O semplicemente il tuo è il solito, vecchio e stantio lamento del "disagio" sofferto dal gruppo etnico italiano in Sudtirolo? Perchè in quel caso basta dirlo.

Tue, 01/19/2016 - 18:05 Permalink
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Dai retta a un… Wed, 01/20/2016 - 07:45

In reply to by Mensch Ärgerdi…

Ripeto, se non capisci la stortura del fatto che un intero popolo, che in una situazione normale, in democrazia, mai avrebbe votato compatto per un unico partito, lo faccia con il solo intento, nemmeno poi mascherato, di escludere l'altra parte dal potere decisionale, davvero non so che dirti. In questo contesto non solo l'iniziativa in questo articolo descritta è inutile ma lo è anche in Consiglio Provinciale, che esiste solo per avallare decisioni già prese in separata sede. Questa non è democrazia ma un suo patetico simulacro. E il paragone con Berlusconi può risultare fastidioso ma è pertinente. I metodi usati (decide la Maggioranza, come se in democrazia la maggioranza potesse comportarsi come una dittatura), seppur con modi molto più garbati, specialmente da quando c'è Kompatscher, e la sempre valida giustificazione della necessità di riparare il torto subito, gli stessi.
E il mio unico disagio è quello di vedere solo gente con i paraocchi incapace (o che non vuole) capire questa situazione malata.

Wed, 01/20/2016 - 07:45 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Wed, 01/20/2016 - 09:40

In reply to by Dai retta a un…

Se uno è convinto che un intero popolo voti compatto per un partito solo per fare uno screzio all'altro vedendo così minata addirittura la democrazia, forse dovrebbe ripensare un attimo il concetto di stortura che ha del mondo. Magari sei te che vedi un pò tutto da un punto di vista quanto meno offuscato? Secondo te i tedeschi, che per tua informazione hanno votato per almeno sei partiti, mentre fra gli italiani c'era addirittura chi ha votato per la Südtiroler Freiheit (se non è democrazia questa?), dovrebbero votare un partito italiano? Quale?

Wed, 01/20/2016 - 09:40 Permalink
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Dai retta a un… Wed, 01/20/2016 - 17:23

In reply to by Mensch Ärgerdi…

Beh, oddio, che nel panorama italiano non vi siano partiti particolarmente appetibili è uno stato di fatto, ahimè.
Tornando al punto però è innegabile che l'elettorato di lingua tedesca abbia sempre votato in modo quasi "bulgaro" (se mi passi il termine) il partito di raccolta. E il motivo per cui l'ha fatto è chiaro fin dall'origine dai tempi di Magnago. E forse ai quei tempi era davvero l'unica soluzione possibile per uscire da una situazione drammatica. Poi però della cosa si è senz'altro approfittato, i motivi per usare una "medicina" così drastica non sussistono più da almeno 30 anni e come tutte le medicine se usate in dosi massicce e troppo a lungo si trasformano in veleno. Capisci anche tu che la democrazia è basata sulla politica e la politica necessariamente ha bisogno di un sistema plurale e aperto in cui diverse posizioni in diversi ambiti si possono liberamente confrontare. E avere un partito di raccolta, specialmente su base etnica (o religiosa..), in particolare se su base etnica maggioritaria è l'esatta antitesi di un sistema politico democratico. Mi sembra una tale ovvietà che è addirittura difficile da spiegare.
Tu dici che il gruppo tedesco ha votato in modo differenziato: vero, piano piano il blocco si sfalda, ma direi che anche qui l'evoluzione è indicativa. Non sono forse i nuovi partiti anche loro etnici ? E per giunta più a destra e più populisti della SVP. Se si toglie qualche tentativo di partito interetnico (forse i Verdi...) largamente minoritario, si continua a fare per i fatti propri, come se gli altri non esistessero o fossero ininfluenti, fastidiosi relitti del passato (o del presente nel caso dei migranti). Non mi sembra un'evoluzione matura nè auspicabile per questa terra, ma ampiamente prevedibile.
Ora probabilmente tu percepisci questa situazione come normale e giusta, me ne farò una ragione ma per quel che mi riguarda continuerò a pensarla diversamente.

Wed, 01/20/2016 - 17:23 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Wed, 01/20/2016 - 18:38

In reply to by Dai retta a un…

1. "Beh, oddio, che nel panorama italiano non vi siano partiti particolarmente appetibili è uno stato di fatto, ahimè." Ecco e già qua si pone una buona parte del problema sopratutto per il gruppo etnico italiano che fa tremendamente fatica a trovare rappresentanti e ne esce sempre più indebolito.
2. "l'elettorato di lingua tedesca abbia sempre votato in modo quasi "bulgaro" (se mi passi il termine) il partito di raccolta." Prova un'attimo ad indesimarti nella loro situazione, cosa dovevano fare?
3. "Poi però della cosa si è senz'altro approfittato" è questo il punto che continua a rimanermi oscuro: dai l'impressione di voler dire che ci sia stata un sorta di appropriazione indebita del governo di questa terra. Ma non è così. Ci sono sempre state elezioni, la proporzionale, la commissione dei 6 e dei 12 ecc...
4. "la democrazia è basata sulla politica e la politica necessariamente ha bisogno di un sistema plurale e aperto in cui diverse posizioni in diversi ambiti si possono liberamente confrontare" Certo, basta vedere come è messa Bolzano per capire dove si arriva quando ognuno rappresenta solo ed unicamente se stesso col l'unico scopo di confrontarsi con l'altro. Il problema è che quando si parla di politica non siamo nel bel mezzo di un simposio di filosofi, ma parliamo di organi che dovrebbero governare e dettare le regole e direzioni amministative del loro territorio.
5. "avere un partito di raccolta, specialmente su base etnica (o religiosa..), in particolare se su base etnica maggioritaria è l'esatta antitesi di un sistema politico democratico." Ma perchè? La democrazia manca quando il partito unico viene imposto dall'alto, quando l'alternativa è vietata per legge, ma certamente non quando la maggioranza di un elettorato decide di votare per un solo partito.
6. "Non sono forse i nuovi partiti anche loro etnici ?" Eccetto verdi, M5S e un'improbabile se non ridicola lega che si dichiarano interetnici, lo sono anche tutti i partiti italiani. Magari faresti meglio a prendertela con TUTTI gli elettori se non votano i partiti interetnici, invece di concentrarti sui tedeschi, no?

Se trovo tutto questo normale e giusto? Certo! Si seguono tutti i canoni della democrazia, ognuno è libero di votare chi gli pare, quando gli pare e come gli pare. Poi preferirei anch'io un governo diverso per molto aspetti, ma non mi sogno di dire che non c'è democrazia.

Wed, 01/20/2016 - 18:38 Permalink