“Non ci portano via il lavoro”
Assessore Bizzo, documenti che analizzano il fenomeno della presenza degli stranieri sul nostro territorio ne esistono già molti, cos’ha questo di speciale?
Roberto Bizzo: Beh, forse qui la novità è rappresentata dal fatto che si tratta di una documentazione esplicitamente prevista dalla legge quadro che abbiamo varato un anno e mezzo fa ed è stata redatta dal corrispettivo servizio di coordinamento.
Il fatto che questo rapporto venga presentato proprio adesso, alla vigilia della campagna elettorale per le prossime provinciali, ha un significato particolare?
Direi di no. Come detto, si tratta di una documentazione esplicitamente prevista all’interno della legge quadro e avrà cadenza annuale.
Una tra le parti più controverse della legge era rappresentata dall’istituzione di una Consulta provinciale per l’immigrazione.
Sì, su questo purtroppo siamo ancora indietro e l’organo non è stato ancora reso operativo.
Quando lo sarà?
Contiamo di farlo prima dell’estate, dobbiamo solo chiarire i punti rimasti in sospeso.
Quali sono?
C’erano state delle polemiche sul numero di stranieri effettivamente presenti nella Consulta. Noi abbiamo sempre indicato un numero minimo inderogabile, cioè otto, ma questo non impedisce alle associazioni che saranno organicamente rappresentate di nominare un numero ancora maggiore di cittadini stranieri.
Che tipo di quadro complessivo è possibile ottenere dal rapporto?
Il rapporto evidenzia una grande frammentazione del quadro d’insieme, con differenze che riguardano sia la densità della presenza straniera nei diversi luoghi del nostro territorio, sia la provenienza degli stranieri stessi.
Ci può dire quali sono i punti maggiormente qualificanti del rapporto?
Il rapporto cerca di tracciare in un centinaio di pagine un profilo sufficientemente esaustivo, anche se sintetico, del fenomeno. Le voci analizzate sono molte, esiste ad esempio una sezione interamente dedicata a come i media rendono conto del fenomeno. Ovviamente gran parte dell’attenzione è rivolta agli aspetti che concernono l’incidenza degli stranieri sul mercato del lavoro, la tipologia dei contratti e la disoccupazione.
Negli ultimi tempi sono emersi dati che indicano un aumento della disoccupazione giovanile. Dalle informazioni in vostro possesso si può ipotizzare una correlazione di questo calo con l’aumento della presenza straniera?
Direi proprio di no. Innanzitutto il numero di stranieri non è aumentato in modo così significativo da incidere sulla distribuzione del lavoro in generale. E comunque mi sentirei di escludere la correlazione di cui lei parla.
Gli stranieri, insomma, non portano via il lavoro ai nostri giovani?
Guardi, la disoccupazione giovanile qui da noi è un fenomeno che riguarda la fase iniziale della ricerca del lavoro, ma generalmente è una fase che tende rapidamente a passare, segno che il fenomeno non rischia una radicalizzazione. E gli stranieri comunque operano prevalentemente in settori specifici, tali da non risultare concorrenziali con l’offerta lavorativa della quale dispongono i nostri giovani.
Un’ultima domanda. Il rapporto indica anche dei dati riguardanti la criminalità che possiamo accreditare agli stranieri?
No, questi sono aspetti che possono fornire soltanto le forze dell’ordine. Dovremmo inoltre basarci sempre su dati registrati alla conclusione dell’intero iter giudiziario, senza creare falsi allarmismi.