Società | Il caso

“Andrò a Rio”

Dal 6 agosto Schwazer e il suo allenatore Donati saranno in Brasile. Il marciatore altoatesino: “Non posso pensare che tutto il lavoro svolto sia stato inutile”.

Manca meno di una settimana all’arbitrato davanti al Tas che si terrà a Rio de Janeiro. In quella sede il Tribunale arbitrale dello sport deciderà se Alex Schwazer potrà partecipare ai Giochi olimpici. L’atleta azzurro annuncia ora su Facebook che partirà per il Brasile, insieme al fidato allenatore Sandro Donati, il prossimo 6 agosto, dove due giorni dopo ci sarà l’udienza. Il marciatore altoatesino, al centro di un burrascoso quanto controverso caso di positività al doping, si sfoga: “Non riesco a pensare, dopo tutto quello che ho fatto per dimostrare a tutti che potevo tornare a combattere, di arrivare fisicamente a Rio e non avere la possibilità di scendere in pista. Non posso pensare che tutto il lavoro svolto negli ultimi mesi, tutti i controlli a cui mi sono sottoposto, non siano serviti a nulla”.

A prendere posizione anche l’entourage di Schwazer in una nota: “Forte della sua innocenza Alex vuole assolutamente gareggiare alle Olimpiadi per le quali si è preparato con tanti sacrifici ed un progetto antidoping, unico al mondo, con il Prof. Donati, di assoluta trasparenza. In tale prospettiva ha dovuto accettare, pur consapevole della precarietà istruttoria di un tale processo, le condizioni imposte dalla Iaaf per un procedimento accelerato, con udienza davanti al Tas a Rio, testi collegati solo via Skype, con giudizio pieno nel merito in 1-2 giorni”.