Economia | Area stazione autocorriere

Nuovo centro commerciale: via libera dal comune, ma restano perplessità

Per poter sopravvivere il centro storico di Bolzano 'avrebbe bisogno' di un centro commerciale di 30mila metri quadrati e dedicato a 'nuovi marchi'. Lo sentenzia lo studio-analisi commissionato dal comune. Tutti vincitori e si procede? Non proprio, a giudicare dalle discussioni nei social network...

Il Comune di Bolzano dunque ha avuto il suo studio-analisi del commercio al dettaglio a Bolzano commissionato ad un team di professionisti tedeschi del settore. Uno studio presentato come 'ufficiale e scientifico'
Quale la sentenza? Il Centro di Bolzano è destinato a 'morire' dal punto vista commerciale, se quanto prima non si affretterà ad ospitare un centro commerciale molto grande (almeno 30mila metri quadrati) e con marchi che non vadano a fare concorrenza con quelli locali e quelli già presenti

Nelle dichiarazione espresse sui quotidiani in edicola oggi venerdì 4 aprile, il sindaco Luigi Spagnolli e il vicesindaco Klaus Ladinser si dicono soddisfatti. Lo studio 'esterno' ha confermato che il centro commerciale è necessario. E gli amministratori ora hanno il via libera, sancito dalla giunta, per passare alla fase successiva e quindi proporre un bando con il quale (finalmente) si possano confrontare il promotore Signa di Benko ed il concorrente Emozioni Alto Adige

Ma una domanda sorge d'obbligo. Un centro storico è, solo, commercio? O meglio, per un centro storico con le caratteristiche storiche e morfologiche come quelle di Bolzano, il futuro in termini di sviluppo può solo essere concepito in un'ottica di superficie di vendita in ottica globale non specifica?

Nella giornata di ieri sindaco e vicesindaco hanno salutato con gioia il risultato. Il centro commerciale andrà realizzato proprio nell'area attuale della stazione delle autocorriere ("se sorgesse nell'areale ferroviario, quelle poche centinaia di metri di distanza già potrebbero essere un problema per i consumatori"). 
Ma il sindaco di Bolzano, chissà perché, non ha manifestato il suo entusiasmo magari su twitter, come ha fatto spesso in passato in occasioni analoghe. Il vicesindaco, assente dai social network, dal canto suo si è probabilmente messo al lavoro a testa bassa, per cercare di far fruttare al meglio lo studio all'interno del suo partito per attutire la contrapposizione dei due distinti gruppi pro e contro Benko

Nella stessa giornata però c'è stato anche chi nell'amministrazione comunale, come l'assessore ai lavori pubblici Luigi Gallo, pur non mettendosi di traverso, ha scelto invece i social network - nello specifico facebook - per esprimere le sue perplessità

In un primo post Gallo ha manifestato il suo stupore nei confronti dell'affermazione avanzata da sindaco e vicesindaco, in merito al fatto che lo studio esterno creerebbe una situazione in cui 'tutti sono vincitori', dando ragione in sostanza a sindaco, vicesindaco e ad entrambe le cordate in lizza, spingendole ad un compromesso veicolato dal comune che riprenderebbe le redini dell'operazione. 
Gallo ha specificatamente detto di mantenere le sue perplessità concrete "in merito alla mobilità sostenibile, e cioè come gestire il traffico generato da un centro di questo tipo che dovrebbe attirare consumatori e fare concorrenza anche a Trento, Innsbruck, eccetera". Manifestando inoltre preoccupazioni anche a proposito della tutela del verde.

In un secondo momento Gallo ha quindi precisato il suo pensiero, mettendo in discussione il fatto stesso  che il futuro dello sviluppo di Bolzano passi per forza attraverso la concorrenza e la competizione con le città vicine. Avanzando un'idea che, per alcuni suo colleghi di giunta, suonerebbe forse come una provocazione: "ma riscoprire la cooperazione fra persone e territori, no?".
I commenti a questo post hanno dimostrato quanto sia variegato il mondo con cui i politici bolzanini si confrontano, al di là di tutte le semplificazioni elettorali. C'è stato chi, come Jacopo Zannini, ha messo in discussione l'impianto stesso dell'operazione attraverso l'assenza del principale presupposto ("i soldi da spendere nei centri commerciali bisogna averli..."). E poi chi, come Massimo Marocchio, ha ricordato il mantra che fino a pochi giorni fa aveva guidato la politica commerciale nel capoluogo e non solo ("si è sempre voluto tutelare e preservare il commercio di vicinato, perché non costruire un percorso che elevi l'eccellenza del centro storico di Bolzano come splendido centro commerciale naturale?").
Dal canto suo Massimiliano Maglione ha messo in evidenza il paradosso insito nel voler concorrere con i centri vicini ("il capoluogo trentino non è più competitivo sul commercio viste le sempre più crescenti chiusure"), con Annamaria Saviolo che in merito ha addirittura rincarato la dose ("io vado a Trento per gli acquisti proprio perché nel centro della città ci sono più 'vecchi negozi' rispetto Bolzano"). 
Ad allargare la prospettiva ci ha quindi pensato Sergio Sette, ricordando che "servirebbe essere competitivi con Trento e Innsbruck in ben altri settori, ad esempio la cultura, imparando a fare qualcosa di originale, non solo solo seguendo con anni di ritardo quello che fanno gli altri senza nemmeno trarre spunto da eventuali errori"
Un ulteriore paradosso della vicenda è stato infine evidenziato da Alberto Stenico: "è bello scoprirsi improvvisamente un popolo anticonsumista, vivendo nella provincia più ricca d'Italia...e di conseguenza con più alto potere d'acquisto effettivo".