Nella sala del Consiglio comunale di Bressanone è passata da un pezzo la mezzanotte. Su richiesta di Ingo Dejaco (Svp), la votazione si svolge a scrutinio segreto, nella speranza che il muro compatto dell’opposizione si crepi e venga approvata la soluzione in bianco e nero (o sì o no). E difatti una piccola crepa si manifesta (anche se non si riesce a capire con certezza chi l’abbia causata). Neppure la maggioranza riesce però a serrare i suoi ranghi. Roman Zanon (Lista Eco-Sociale) ha dichiarato nel dibattito precedente che si sarebbe sfilato. Risultato: 19 a favore, 10 contrari e una scheda bianca. Così a giugno niente referendum e niente funivia. Almeno per ora.

L’avvocato Bruno Rosso, dell’associazione ProAltVor: “È apparso evidente che il quesito referendario proposto dal Comune non poteva piacere perché troppo limitativo delle possibilità di espressione di tutti gli elettori”. Della stessa idea Hartmuth Staffler (Süd-Tiroler Freiheit): “Figuriamoci se io sono contro una consultazione referendaria. Bisognerebbe comunque avere maggiori possibilità di scelta su una decisione tanto importante. Adesso in teoria ci sarebbe nuovamente modo di arrivare a soluzioni più condivise”.

Già, in teoria. In pratica la faccenda torna a inabissarsi in un profondo lago d’incertezza. Bocciata l’idea di arrivare in tempi brevi a un referendum, c’è addirittura chi paventa che adesso la decisione possa essere imposta. Ancora Bruno Rosso: “Il Comune si trova le mani libere e sono sicuro non mancherà di affrettare la realizzazione del progetto infaustamente inserito nel piano regolatore anche con l’appoggio degli Eco-Sociali”. Il suo auspicio, ovviamente, è che la Commissione esaminatrice approvi il quesito referendario nel quale il “sorvolo” è esplicitamente evocato. I cittadini avrebbero così modo di esprimersi con maggiore cognizione di causa. La risposta, salvo imprevisti, tra sessanta giorni.