Aeroporto, sì al referendum
La consultazione popolare per decidere sul futuro sviluppo dell'aeroporto di Bolzano si farà. Lo ha deciso quasi all’unanimità (27 sì e 1 astensione) il consiglio provinciale nella seduta di ieri (4 dicembre), approvando tutti gli articoli del disegno di legge di rilancio dello scalo. Il referendum dovrà tenersi entro 6 mesi. Secondo le direttive contenute nel ddl, che si compone di 6 articoli, l’aeroporto verrebbe finanziato e gestito solo se nel lungo periodo saranno garantite anche la funzionalità e la redditività della struttura, fra le condizioni, ad esempio, c’è l’obbligo di un numero annuo minimo di 170mila passeggeri a partire dal 2022. Il cofinanziamento della Provincia ai costi dell'aeroporto di Bolzano viene fissato in un massimo di 2,5 milioni di euro all'anno fino al 2022, dopodiché la cifra scenderà a 1,5 milioni.
Paladini del “no”, i Verdi hanno ricordato che a breve l’aeroporto entrerà a breve in possesso della Provincia, che può decidere anche di chiuderlo; e in quanto al referendum che bisognerebbe presentare ai cittadini anche il “piano B”, ovvero cosa succede se passa il no. “In tutto questo il Pd latita, né Christian Tommasini né Roberto Bizzo hanno partecipato alla discussione o alla votazione”, ha osservato Riccardo dello Sbarba. “Kompatscher ha cinicamente sostenuto che l’inquinamento dell’aeroporto sarà molto inferiore a quello di autostrada o inceneritore, ma l’atteggiamento giusto sarebbe e pensare a come diminuire l’inquinamento proveniente dall’A22”, ha sottolineato invece Brigitte Foppa. Posizione contestata da Dieter Steger (SVP), secondo cui la raggiungibilità è un fattore centrale se si vuole competere a livello internazionale; “le spese previste per l’aeroporto rappresentano lo 0,5 del bilancio annuo, e sono previsti 5-6 voli l’anno per un valore inferiore all’1% delle emissioni totali della provincia e divieto di voli notturni. Ci saranno complessivamente meno voli ma aerei più grandi”.
Scettico Sven Knoll (Südtiroler Freiheit): “i dati turistici relativi allo scorso anno, che sono da record, dimostrano che il turismo si sviluppa anche senza aeroporto. In quanto alle esigenze delle grandi imprese, non tutte sono locate a Bolzano: la Leitner, per esempio, è molto più vicino a Innsbruck, quindi se una ditta lascia l’Alto Adige non lo fa per l’aeroporto ma per altre motivazioni”. Opposte le posizioni nel gruppo dei Freihietlichen, “almeno ora c’è la possibilità di concludere il tutto con il voto della popolazione, e questo va sostenuto”, ha evidenziato Pius Leitner. Secondo il collega di partito Roland Tinkhauser “la circonvallazione di Vandoies è costata 22 milioni, mentre l’aeroporto non dovrà costare più di 2,5 milioni annui per 5 anni. I 120 milioni spesi in passato non saranno recuperati nemmeno se si chiude la struttura; si parla sempre dei costi e mai dei guadagni, ma si può calcolare che i 243 posti di lavoro nuovi garantiranno 2,2 milioni di IRPEF, cui si aggiungeranno le entrate per IRAP e IRES”.
Paul Köllensperger (5 Stelle) ha poi spiegato che “l’aeroporto non ha interesse pubblico quindi dovrebbe essere privatizzato. Esistono gruppi di interesse precisi che hanno interesse a questo aeroporto, e potrebbero gestirlo con le loro finanze. Tuttavia, pare che nessuno voglia questa ‘funzione caritas’. La scorsa estate ha fatto registrare un numero di presenze record anche con l’aeroporto chiuso, e se si parla di raggiungibilità proprio il BBT è un argomento contro l’aeroporto”. Infine il presidente Arno Kompatscher ha replicato: “mentre alla Giunta viene chiesto di giustificare e provare tutto, gli oppositori del progetto si limitano a dire che è sbagliato. Alcuni hanno detto che il progetto non porterebbe nulla all’economia, ma le relative associazioni affermano invece che ne hanno bisogno. Il bacino di un milione di passeggeri è stato valutato in base a criteri internazionali. Se l’aeroporto non funziona non si pagherá”.