I Verdi amano il Bondage
Lunedì sera alla riunione-fiume dei Verdi di Bolzano c’ero anch’io. Da amante della politica, da curioso, da intruso; e come me c’erano altri curiosi, altri intrusi, tutti lì per cercare di capire quale decisione sarebbe stata presa. Beh, non è stata presa nessuna decisione (letteralmente: non è stato tagliato nessun nodo, e vedremo subito di quale micidiale nodo sto parlando).
Dopo quasi cinque ore di riunione tutto è insomma rimasto come prima. O quasi, visto che nulla rimane mai come prima. Ecco dunque il mio modesto tentativo di analisi per cercare di capire quello che è (o non è) successo.
In estrema sintesi si potrebbe riassumere così. Chi si aspettava una chiara e netta sfiducia rivolta a Spagnolli – cioè l’affermazione della “mozione Stefanelli” – ha visto al contrario prendere forma una strisciante, titubante, camuffata, ma inequivocabile sfiducia rivolta proprio all’ex candidata sindaca dei Verdi. Certo, tutte e tutti le hanno rovesciato addosso attestazioni di stima (“sei tutti noi”, “eri e sei il nostro punto di riferimento”, “come te nessuna mai”), ma in sostanza la linea proposta dall’assemblea non era la sua: tu vuoi abbandonare il tavolo delle trattative, vuoi scaricare Spagnolli (e ovviamente tutti a parlar male di Spagnolli, tutti a denunciare le sue malefatte, i suoi piccoli imbrogli, la sua palese inaffidabilità), ma noi ti diciamo che sarebbe meglio comunque andare avanti. Avanti verso dove? Non è importante. La nebbia è tanta, però noi abbiamo scarpe buone.
Non so se avete presente cos’è un doppio legame. Se non ce l’avete presente cliccate questo link, oppure concentratevi su un esempio: un soldato utilizzato come barbiere in una caserma riceve dal proprio capitano l’ordine di radere tutti i soldati della compagnia che non si radono da soli. Ma solo quelli. Bene, messo davanti a uno specchio il nostro povero barbiere-soldato cosa cavolo dovrebbe fare?
Ieri Cecilia Stefanelli era nella stessa condizione del barbiere-soldato, stretta da un insolubile doppio legame. Lei lì a ripetere che non se la sentiva di andare avanti e che quindi, se si trattava di andare avanti comunque, avrebbe deciso di ritirarsi. E gli altri – con vero e proprio accanimento sadico-terapeutico – a rinnovarle la loro stima, blandendola in ogni modo, ma implorandola anche di non mollare. Magari, ecco, avrebbe potuto dissolversi per un po’ in aria (la cosiddetta “mozione Foppa”), ma per carità: non mollare, mai mollare. Una scelta impossibile, come si può capire. E infatti non c’è stata scelta.
Come dicevo all’inizio, anche una “non scelta” non abolisce però il bisogno di scegliere. Perché è del tutto evidente che da questa situazione di doppio legame (i Verdi hanno dato dimostrazione di essere ineguagliabili cultori del bondage) si dovrà procedere, prima o poi, verso un bivio concreto. Non questo e quello, ma o questo o quello. Al governo (appoggio esterno o parte di esso) oppure fuori dal governo. Dentro senza la Stefanelli o fuori con la Stefanelli.
Certo, entrambe le prospettive faranno perdere qualcosa, ma bisogna pur sempre perdere qualcosa al fine di guadagnare qualcos’altro. E vista la disperazione con la quale la poverina ieri osservava i suoi “compagni” serrarle la gola con affettuosi nodi sempre più stretti, non è mica tanto difficile capire cosa accadrà tra non molto.
P.S. Qualcuno mi ha fatto notare che in sala erano pur presenti anche i sostenitori della Stefanelli, quelli insomma che avrebbero volentieri fatto e detto cose per dare all'interprete delle loro convinzioni almeno la sensazione di non essere sola. Ma allora perché hanno preferito assistere impotenti a quel naufragio?