Riccardo Dello Sbarba: i Verdi sono pronti ad assumersi la loro responsabilità
Per sintetizzare il particolare momento che stanno vivendo i Verdi, Riccardo Dello Sbarba parla della Svp. E già il fatto che le due cose possano essere messe in relazione suggerisce più di qualcosa in merito all'ipotesi – teoricamente sul tappeto – di avere una coalizione di governo completamente inedita: Svp, Verdi e Pd.
“Io credo che adesso Arno Kompatscher stia riflettendo insieme ai suoi sul voto, stia cercando di interpretarlo. Nonostante il suo successo personale, la Svp è calata nel gradimento degli elettori. All'orizzonte le si prospettano dunque diverse ipotesi. La prima: rivolgersi ai Freiheitlichen, cercando in un certo senso di dimostrarsi sensibile nei confronti delle ragioni che hanno fatto crescere il partito di Ulli Mair e Pius Leitner, magari proponendosi di includerli e consumarli al governo. La seconda: proseguire nel patto di ferro col Pd, puntando all'occorrenza anche su maggioranze più ampie ma variabili, cioè non ristrette a quel patto. Oppure la terza, che riguarda i Verdi più da vicino: aprirsi a un nuovo modo di fare politica, più inclusivo, più europeo, per rinnovare davvero la nostra terra. Tutte queste tre ipotesi sono molto serie, io le rispetto. E' del resto ovvio quale sia quella che preferirei”.
Ma i Verdi sarebbero pronti per affrontare l'avventura del governo? “Io parto dai dati del voto: siamo la forza politica che più ha vinto le elezioni, eravamo il quinto partito, adesso siamo il terzo. Abbiamo aumentato voti e consiglieri. Gli unici che hanno avuto un successo del genere sono i Freiheitlichen. Abbiamo quindi raggiunto i nostri obiettivi, possiamo contare su un risultato molto più omogeneo tra città e periferia, non siamo più così squilibrati. La nostra presenza nel mondo italiano è superiore rispetto alla fotografia del proporzionale. Io sono l'italiano più votato (non solo dagli italiani). Abbiamo quindi il dovere di rendere efficace questo risultato. E potremmo farlo sia all'opposizione che al governo. Del resto, basti pensare alla questione energetica, abbiamo dimostrato di saper governare anche stando all'opposizione”.
Essere disponibili a governare non significa ovviamente essere in grado di farlo, giacché per farlo occorrono dei presupposti. Dello Sbarba ne enuclea essenzialmente tre: “La Svp deve riconoscere che il vecchio regime è stato battuto e che adesso ci sarà un nuovo Landeshauptmann, il quale ha dichiarato di volere il rinnovamento. Noi vogliamo vedere le carte e siamo disposti a prendere in esame l'opzione governativa solo se questa può costituire davvero una svolta. Per questo, e con ciò vengo al secondo punto, vogliamo dare una priorità al programma (programma che peraltro Kompatscher ben conosce e che stasera, nel nostro Grüner Rat, sintetizzeremo in un numero preciso di capitoli). Infine, il terzo presupposto: noi rifiutiamo a priori soluzioni ambigue. O staremo nel governo, con pari dignità, oppure ne staremo fuori. E non prenderemo neppure in considerazioni eventuali cariche istituzionali”.
Il discorso della “pari dignità” significa forse una preclusione nei confronti del Pd? “No – risponde Dello Sbarba -, questa è stata un'interpretazione data in mala fede da qualche organo di stampa. Personalmente, al contrario, sono dell'avviso che una collaborazione col Pd, a meno che la Svp non voglia praticare una politica del doppio forno, potrebbe risultare assai proficua. Ed è chiaro che in una costellazione del genere io rimarrei fuori dalla Giunta”. Dello Sbarba non vivrebbe però con amarezza una tale esclusione: “Tra i tanti segnali di rinnovamento che vorremmo dare, c'è sicuramente quello di una maggiore integrazione tra il lavoro della Giunta e quello del Consiglio. Non accetteremo mai quello che ha accettato il Pd negli anni passati: noi non ci occuperemmo solo di quello che ci spetta, ma di tutto. Continueremo ad occuparci anche nel Consiglio delle questioni trattate dalla Giunta, faremo una politica sia in Consiglio che in Giunta. A noi non interessa insomma ritagliarci angoli d'intervento circoscritti e, al di fuori di quegli angoli, delegare tutto agli altri. Se mai ci sarà, la nostra eventuale presenza in Giunta non sarà esaustiva. La presenza in Consiglio sarà solo un polo della nostra attività in Giunta”.
Dello Sbarba non accetta l'immagine di un'asticella troppo alta, come se i Verdi ponessero condizioni destinate a non essere accettate perché troppo impegnative: “Puntiamo sui contenuti e sui processi (soprattutto i processi). Quando si va a una trattativa non è intelligente tirare su delle bandiere. Vogliamo parlare di tutto per poi fare un bilancio complessivo e vedere se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Porteremo certamente i nostri punti qualificanti sul tavolo delle trattative: più giustizia sociale, una definizione del bilancio che preveda l'enucleazione di obiettivi precisi, più democrazia, più trasparenza, il miglioramento della qualità della convivenza, plurilinguismo ed ecologia. Se su questi punti troveremo consonanza l'ipotesi di avere un governo nel quale siano presenti anche i Verdi non suonerà irrealistica”.
Eppure, anche se non suonasse irrealistica, quanto davvero realistica è una possibilità di questo tipo? In altre parole: Arno Kompatscher è davvero l'uomo in grado di realizzare una svolta tanto profonda, come quella auspicata da Dello Sbarba? “Kompatscher ha già emesso dei segnali verso di noi. Il vero problema però è un altro. Bisognerà infatti vedere come lui costituirà la propria corte interna: quali sono le forze che andranno a formare il suo blocco, e come questo si cristallizzerà. Io vedo una situazione ancora magmatica, in piena evoluzione. Ci sarebbe bisogno di una maturazione ulteriore, maturazione che Durnwalder purtroppo ha ritardato e dunque alla fine impedito. Il difficile sarà riuscire a prendere delle decisioni senza che questo blocco si sia ancora creato, ben sapendo che sono proprio tali decisioni a svolgere un ruolo fondamentale nel crearlo”.
>Il discorso della “pari
>Il discorso della “pari dignità” significa forse una preclusione nei confronti del Pd? “No – risponde Dello Sbarba -, questa è stata un'interpretazione data in mala fede da qualche organo di stampa.<
Allora la opzione del Bettvorleger, come stata coinata da Brigitte Foppa, non è ancora esclusa?