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Giorni cruciali alla Röchling Automotive

Nell'azienda di Laives che impiega 800 persone i sindacati cercano di ritrovare la loro unità dopo le tensioni dei giorni scorsi.
Foto: C) Salto Simon Bolognini

Alla Röchling Automotive di Laives, azienda che produce componenti in plastica per automobili, in questi giorni d'inizio giugno è in corso una vertenza molto particolare che purtroppo ha visto ancora una volta contrapposti tra loro i sindacati. La questione non è di poco conto, soprattutto perché coinvolge una delle realtà industriali più significative del territorio altoatesino, con i suoi quasi 800 dipendenti. 
Il dibattito ha preso il via un paio di settimane fa quando la direzione dell'azienda ha prospettato nuovi commesse e nuove assunzioni. Ottime notizie, dunque, soprattutto visti i tempi che corrono. Ma il problema è sorto quando per i nuovi assunti  l'azienda ha proposto condizioni peggiorative rispetto al contratto di secondo livello che interessa il resto dei dipendenti, a parte alcune decine di lavoratori interinali. 
Risultato? Il caos: sindacati divisi, fratture con le rsu e guerra tra poveri che ha visto soprattutto protagonisti gli interinali aspiranti al tempo indeterminato. 
La frattura tra i sindati in particolare ha visto contrapposta la Cisl-Sgb, più "disponibile" alle proposte aziendali, e Uil e Cgil molto più rigide nella salvaguardia dei diritti acquisiti. Del tema ne abbiamo parlato nei giorni scorsi su Salto, riportando in maniera dettagliata la posizione della Cisl per bocca della segretaria Tila Mair.
Oggi è la volta della Cgil, attraverso la voce del segretario di categoria Stefano Schwarze in grado tra l'altro di riferire alcune novità sopraggiunte nelle ultime ore convulse di assemblee in azienda ed incontri con la proprietà.

Quali sono le novità?
Come sindacati confederali e coinvolgendo anche il sindacato autonomo l'idea è quella di organizzare un incontro con l'azienda per vedere cosa può venire fuori. Posso dire che nella nostra proposta ci sarebbe una forma di solidarietà. 

Di per sé però la situazione è molto complessa, no?
Sì. Abbiamo anche una contrapposizione sindacale però pensiamo che ci siano i margini per recuperare rispetto a questa situazione. L'origine del problema sta nel fatto l'azienda non ha accettato la proposta unitaria che come sindacati unitari avevamo fatto, volta a promuovere per lo meno una gradualità per la percezione della quattordicesima da parte dei nuovi assunti. L'azienda non ci ha visto compatti e ne ha approfittato. 

Quindi la priorità ora è ricucire con Cisl.
Va fatta chiarezza. Sembra quasi che qui i cattivi siano Cgil, Uil e il sindacato autonomo. Il clima è estremamente teso alle assemblee e sembra quasi che per difendere le caratteristiche delle nuove assunzioni noi abbiamo messo a rischio i diritti acquisiti di 800 lavoratori. Per carità, c'è stata anche una settimana di lassismo da parte nostra, alcuni colleghi erano assenti per ferie e allora l'azienda ha giocato d'anticipo incontrando da sola i lavoratori e mettendoci contro di loro. 

Qual è la posizione che hanno assunto i 90 lavoratori interinali presenti in azienda?
Noi abbiamo agito per fare in modo che non si creassero lavoratori di serie A e di serie B. Gli interinali hanno intravisto però in fondo al tunnel la loro stabilizzazione e per primi si sono resi disponibili a rinunciare al salario di secondo livello, che è quello che noi invece difendiamo. 

E' un paradosso: voi lottate per loro e loro invece cedono al ricatto dell'azienda.
Sì, e quella stabilizzazione che viene a loro promessa comunque è tutta da vedere: ci sono degli interinali che lavorano in quelle condizioni fin dal 2003. 

La cosa più incredibile è che si verifichi una situazione di questo genere in un'azienda che non è in cassa integrazione e che, anzi, prospetti un espansione degli ordinativi.
Dall'esterno arriva tutta una serie di messaggi in grado di rendere inquieti se non addirittura terrorizzare i lavoratori. Noi diciamo: la Cgil in primis ha sempre proposto e fatto accordi. Ci rendiamo conto della situazione e per questo proponiamo anche una riduzione del salario per un lasso di tempo proprio per superare il momento di crisi. Ma lo dobbiamo fare con coscienza: dobbiamo pensarci bene prima di rinunciare a questa forma di quattordicesima, un istituto che è stato una conquista e che riguarda tutto il settore industriale della gomma plastica. E non sono cifre assurde: i cud di questi lavoratori vanno dai 24 ai 26 mila euro. 

 

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Sergio Sette Mar, 06/11/2013 - 13:41

A caldo penso che abbiano ragione Cgil e Uil, senza dubbio é inaccettabile che si creino situazioni di disparitá fra persone che svolgono le stesse mansioni. È peró altrettanto vero che questa disparitá giá esiste ed é addirittura piú marcata perché gli interinali ad oggi soffrono certamente di una discriminazione molto forte.
Il problema sta certamente alla radice, l'aver accettato che queste forme contrattuali divenissero la norma per chi entrava nel mondo del lavoro da un certo punto in avanti. E mi domando: quando é stata introdotta tale norma dov'erano i sindacati ? Non mi ricordo di battaglie epocali in difesa delle nuove generazioni e della loro certa discriminazione. Diciamo che si é preferito sacrificare una generazione piuttosto che dover scendere a compromessi e rivedere certe posizioni acquisite.
Ora la posizione del sindacato é mutata e agli stessi che ha mandato a vivere da precari vorrebbe "per il loro bene" negare una stabilizzazione che, anche se penalizzante, é pur sempre un passo avanti.
L'azienda ci mette del suo ma é nel gioco delle parti, si trova in una posizione di vantaggio e cerca di sfruttarla. Magari poco elegante ma comprensibile.
A queste condizioni una via d'uscita "onorevole" per tutti non credo che esista. L'unica alternativa penso sia quella di accettare la proposta aziendale e ricominciare con calma ma con convinzione e decisione ad agire (che vuol dire aprire una trattativa/vertenza con l'azienda) affinché le discriminazioni vengano ridotte al massimo. In questo modo si recupererebbe credibilità anche verso quei lavoratori che si sono sentiti abbandonati al loro destino e che sono piú vicini all'azienbda che al sindacato

Mar, 06/11/2013 - 13:41 Collegamento permanente