Fondi riservati, Durnwalder ascoltato in Procura
E’ stato un interrogatorio all’insegna della riservatezza quello che ieri mattina ha portato l’ex presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, nell’ufficio del procuratore capo Guido Rispoli, titolare dell’inchiesta sui fondi riservati. L’ex governatore, accompagnato in Procura dagli avvocati Domenico Aiello e Gerhard Brandstätter, è arrivato puntuale alle 10 ma, per evitare i giornalisti, ha preferito entrare dalla parte posteriore del palazzo di giustizia, senza rilasciare alcuna dichiarazione, neppure al termine dell’incontro, avvenuto intorno alle 12.15.
L’interrogatorio: L’incontro tra Rispoli e l’ex governatore è durato poco più di due ore: è stato lo stesso Durnwalder a chiedere di essere ascoltato di persona dal sostituto procuratore, dopo l’apertura dell’inchiesta sui fondi riservati avviata dalla Procura di Bolzano su segnalazione della Corte dei Conti. “L'interrogatorio è stato richiesto espressamente dal presidente perché voleva prendere posizione in relazione alle accuse che gli sono state mosse, presunto peculato e finanziamento illecito ai partiti- ha spiegato Rispoli, incontrando i giornalisti al termine dell’interrogatorio- Un interrogatorio che l’ex presidente ha affrontato in maniera serena e molto precisa, nel senso che, dopo avere studiato tutti gli atti del processo, ha affermato di non essersi mai intascato neppure un centesimo dei soldi che rientravano nelle spese riservate, sottolineando la buona fede delle sue azioni portate avanti, come da lui sottolineato, secondo il costume dei suoi predecessori, e affermando che non esistevano regole precise in merito alla rendicontazione. Per quanto mi riguarda ho fatto presente quali siano gli elementi accusatori anche alla luce della giurisprudenza e della Cassazione: a fine interrogatorio gli avvocati difensori hanno chiesto un termine per depositare una memoria difensiva che io ho fissato al 30 marzo prossimo".
La difesa: “L’ex presidente ha chiesto riservatezza e bisogna rispettare le sue volontà- ha dichiarato l’avvocato Brandstätter, raggiunto telefonicamente- Si è trattato comunque di un incontro molto sereno e tranquillo, in cui sono stati forniti chiarimenti necessari e dovuti in merito all’inchiesta: ci siamo riservati di depositare entro fine mese una memoria tecnica dettagliata e siamo molto fiduciosi. Per quanto ci riguarda, riteniamo che ci siano i presupposti per procedere ad una archiviazione del procedimento, ma ovviamente non siamo noi a decidere: forniremo al procuratore tutte le informazioni e le documentazioni necessarie e vedremo ciò che accadrà”.
L’inchiesta: Nessuno, nello specifico, contesta all’ex presidente della Provincia di essersi intascato neppure un centesimo. Il problema, tuttavia, riguarda la presunta illegittimità di gestire fondi pubblici non osservando i principi generali dettati anche dalla Corte di Cassazione e che riguardano la totale trasparenza e giustificazione delle spese sostenute. Insomma, non sarebbe possibile, secondo la Procura, giustificare la gestione dei soldi pubblici con semplici auto dichiarazioni, come avrebbe fatto l’ex presidente, ma per potere utilizzare tali soldi è necessaria una giustificazione contabile “puntuale coeva e verificabile”, secondo anche quanto riportato da una sentenza della Corte di Cassazione del 2009. Nel mirino della Procura ci sono 343.470 euro che l’ex governatore, come da lui stesso ammesso, avrebbe corrisposto nel tempo a titolo di offerte o elargizioni in assenza di giustificazione. Nel caso in cui venga a mancare tale giustificazione puntuale e verificabile, l’utilizzo dei fondi pubblici potrebbe sfociare nel reato di peculato.