Politica | Verso le provinciali

Il Sola politico

Lorenzo Sola lascia la segreteria della Cgil/Agb per candidarsi con Sel. Il suo passato e futuro sintetizzati in un'intervista.
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Foto: Lars Klauser

La conferma è arrivata nelle redazioni con uno scarno comunicato. “La Segreteria confederale della Cgil/Agb comunica che in data odierna con decorrenza 15.06.2013 il Segretario generale Lorenzo Sola ha rimesso al Direttivo della Cgil/Agb il proprio mandato di segretario”, si legge nell'incipit della nota. La volontà di Sola di partecipare alle prossime elezioni provinciali era nota, mancava l'ufficialità che ora è arrivata: dopo 33 anni, Sola cambia mestiere per tentare il salto in politica nelle file di Sinistra ecologia e libertà, e il suo nome sarà uno dei due riservati al partito nella lista con i Verdi per le provinciali di ottobre.

Come si sente? Il sindacato è stato la “sua” casa per molto tempo...
Lorenzo Sola: Sì, lascio un'organizzazione che è stata tanta parte della mia vita. Lascio, ma non è detto che nel caso non dovessi venire eletto non torni a fare attività, anche se si tratterebbe di svolgere altri incarichi, non più ruoli di alto livello.

Come e quando è entrato nella Cgil?
Sono entrato nel mondo del lavoro come insegnante elementare, poi mio padre che gestiva un negozio di libri usati in piazza del Grano per motivi di salute ha dovuto ritirarsi e l'ho sostituito cercando di conciliare questo lavoro con quello nella fabbrica di alluminio nella quale mi ero nel frattempo impiegato. Qui è cominciata la mia attività sindacale, prima come delegato aziendale e poi, nell'ottobre del 1980, distaccato alla Cgil. Nel 1987 sono approdato alla Fillea/Cgil fino a diventarne segretario, ruolo che ho lasciato nel 2000 per raggiunti limiti di mandato e sono passato al Caaf. Nel 2006 sono stato eletto segretario generale.

I temi sociali avranno la precedenza nella sua campagna elettorale?
L'esperienza in Cgil aiuta moltissimo perché è un sindacato che non si limita a tutelare gli interessi dei lavoratori, ma ha una visione più ampia, che riguarda tutta la società nel suo complesso. Certo, le problematiche sociali, l'attenzione verso le fasce più deboli della popolazione, i diritti sono tutti temi molto importanti per me, ma ci tengo a sottolineare che lo sguardo di chi aspira ad entrare nelle istituzioni deve essere necessariamente a 360 gradi. Un consigliere provinciale non può dedicarsi a temi di nicchia.

Una domanda diretta: perché non candidarsi con il Partito democratico?
Fin da giovane sono stato un iscritto del Pci, poi del Pds e dei Ds. Non ho però in tasca la tessera del Pd, un tentativo che non mi ha convinto: si tratta della somma di esperienze diverse che non hanno saputo fondersi in un qualcosa di unitario e soprattutto non è un partito autenticamente di sinistra, con tutto quello che ne consegue in termini di valori e battaglie. Che ritrovo in Sel.

Nessuna collaborazione quindi? Loro al governo e voi all'opposizione?
Ci mancherebbe altro. Con il Pd cerchiamo l'alleanza e anzi non partiamo con l'idea di stare per forza all'opposizione.

Perché non ha partecipato alle primarie dei Verdi?
È stata sicuramente una bella esperienza democratica e mi ha fatto piacere abbiano avuto successo, ma avremmo e avrei avuto delle oggettive difficoltà a partecipare. Come partito Sel non dispone di una struttura adeguata e per il ruolo che ricoprivo e le norme interne che abbiamo per regolare i casi di ingresso in politica, non sarebbe stato certo semplice gestire la mia uscita dalla Cgil e questo non sarebbe stato corretto.