Società | L'intervista

“Il nostro 11 settembre”

La testimonianza di Davide Pietroforte, pugliese trapiantato a Bolzano, sul tragico incidente di ieri. In consiglio provinciale un minuto di silenzio per le vittime.

La grammatica delle immagini che ancora disorienta fra le pieghe della costernazione collettiva è quella dello scontro frontale violentissimo avvenuto ieri (12 luglio) fra due treni sulla linea delle Ferrovie Nord Barese, nel tratto unico fra Andria e Corato, in Puglia. Il bilancio - confermato da fonti della Protezione civile - è di 27 morti accertati e una cinquantina di feriti. I lavori attorno ai resti dei due convogli alla ricerca di eventuali dispersi sono andati avanti tutta la notte e si continua a scavare. La notizia della tragedia è rimbalzata sui media di tutto il mondo, dall’americana CNN alla britannica BBC, dal settimanale tedesco Der Spiegel al quotidiano francese Le Figaro, allo spagnolo El Pais, al tedesco Süddeutsche Zeitung. E ancora sul New York Times, Guardian, Telegraph, Mirror e sul sito di Al Jazeera. “C’è sicuramente chi per l’occasione ricorderà la vergognosa sproporzione di investimento per il trasporto ferroviario — quindi anche per la sua sicurezza — tra Nord e Sud”, sottolinea lo scrittore Nicola Lagioia su Repubblica. Una wake up call per la politica che, in Alto Adige, viene sollecitata da Brigitte Foppa, consigliera provinciale dei Verdi.

Un minuto di silenzio è stato osservato in segno di cordoglio per il disastro ferroviario in consiglio provinciale. “Si è trattato - ha detto il presidente Roberto Bizzo - di una tragedia che ha riportato la nostra memoria all'incidente ferroviario del 2010 in Val Venosta (una frana travolse un treno e provocò la morte di 9 persone oltre a moltissimi feriti, ndr), per questo capiamo fin troppo bene la disperazione delle famiglie”.
Nel frattempo non si ferma il fiume solidale dei donatori di sangue accorsi a centinaia negli ospedali di Andria, Barletta, Altamura, Bari, Putignano, Acquaviva. E originario di Acquaviva delle fonti è Davide Pietroforte, 31 anni il prossimo agosto, che dall’aprile 2015 vive e lavora a Bolzano e che, trovandosi nella sua Puglia in vacanza, ha “risposto alla chiamata”.


salto.bz: Pietroforte, una tragedia gravissima quella accaduta nelle campagne pugliesi, come l’ha vissuta?
Davide Pietroforte: È stato un brutto colpo, sono rimasto molto impressionato. Quel treno lo prendono talvolta anche alcuni parenti e amici e anch’io l’ho preso un paio di volte in passato. Mio padre, poi, è ferroviere ed è stato macchinista per vent’anni. È stato assurdo e inconcepibile che si trattasse di un frontale in un tratto a binario unico.

A suo padre è mai capitato di guidare un convoglio su quella tratta?
Sì, molti anni fa, e conosce tutte le vecchie procedure, anche quelle erano fatte in modo da evitare i frontali. Purtroppo il punto dell'incidente è, come si vede dalla tv, un po’ in curva. Frenare non è servito a niente. Detto questo può anche essere che la strumentazione delle Ferrovie Nord Barese fosse insufficiente. Ho sentito dire ma non so per certo che i ferrovieri avessero il blocco telefonico, iwalkie talkie in pratica, sarebbe bastato un telefono o un device col gps, magari, per sventare la tragedia. Questa storia, in ogni caso, potrebbe sollevare un polverone nell’azienda.

In che modo?
Potrebbe venire fuori, e diversi viaggiatori già lo affermano, che Ferrovie Nord Barese facesse viaggiare i convogli con un solo macchinista quando invece dovrebbero essere due come in Trenitalia. Sa, i soliti tagli sul personale. Ferrovie Nord Barese è un’azienda privata, non so neanche se la Regione ci mette ancora una quota di capitale sociale o eroga finanziamenti dall'esterno, in ogni caso quello che è successo è davvero orribile.

Un blogger pugliese ha definito il disastro ferroviario “il nostro 11 settembre”.
Mi vengono i brividi. Non conoscevo nessuna delle persone coinvolte nell’incidente ma penso, ora che siamo in estate, ai parenti che tornavano da altre città, ai ragazzi dell’università che danno gli esami.

Dopo l’appello su internet c’è stata una corsa immediata a donare il sangue per i feriti del treno, anche lei ha fatto la sua parte?
Oggi ad Acquaviva alle 11 erano arrivate a circa 70 persone a donare, io e un amico siamo arrivati alle 7.30 e abbiamo finito alle 11. Ma a Bari c’era molta più gente così come ad Andria e negli ospedali più vicini. La reazione delle persone è stata eccezionale e stupendamente giusta. Ma anche i soccorsi sono arrivati in fretta considerato che è un punto fuori mano nella campagna.

Renzi ha detto che non si fermerà finché le responsabilità non verranno accertate, ci sarà anche una commissione d'indagine, si tratta della solita liturgia delle promesse che rischiano di non avere seguito, secondo lei?
Temo possa esserlo, certo non è il primo disastro ferroviario in Italia negli ultimi anni, penso, fra gli altri episodi, a quello di Viareggio nel 2009 quando un treno merci che trasportava gpl deragliò e provocò la morte e il ferimento di decine di persone. Si sa qualcosa da allora? Alcuni hanno scritto su Facebok che “questo è un paese a due velocità”. Se fanno un’inchiesta seria scoperchieranno un vaso di Pandora, come fu per le ferrovie della sud est, sempre in Puglia. Alla fine in questi casi, c’è sempre la soluzione di comodo. E il ferroviere paga due volte, con la responsabilità e con la vita. Io naturalmente ragiono così perché sono molto di parte, sono cresciuto col mito dei ferrovieri così come altri crescono con il mito dell'astronauta.

Eppure il progetto per il doppio binario in Puglia c’è dal 2007 e ci sono anche i soldi dal 2012 ma i lavori non sono mai partiti.
Infatti, e le Ferrovie Nord Barese non sono nemmeno così arretrate, voglio dire, che senso hanno i vagoni nuovi su una rete vecchia?

                                                              (c) ElleKappa da La Repubblica

Alcune Regioni come il Trentino Alto Adige hanno destinato parte dei fondi europei per modernizzare le infrastrutture ferroviarie. Una soluzione praticabile anche in Puglia?
Così dovrebbe essere. C’è da dire comunque che la Puglia con i finanziamenti europei è stata piuttosto virtuosa in altri ambiti come per le politiche giovanili. La rete va ammodernata assolutamente. Il problema è un altro, il solito, il privato con i fondi fa quel che vuole, non ci sono controlli. Andrebbero ristrutturate anche le aziende e non solo la rete, poi certo, questo lo si dice sull'onda emotiva, passata quella, ahimé, tutti dimentichiamo. Molto farà l'inchiesta, ma il finale di questa storia è ancora molto lontano.