Giovani SVP: fin da subito collaborazione con i coetanei italiani
Achammer, quali sono i contenuti del vostro appello?
Philipp Achammer. Vogliamo promuovere la collaborazione tra i giovani di lingua tedesca e di lingua italiana individuando ed avviando progetti subito realizzabili, senza che siano necessari grandi cambiamenti nelle leggi provinciali. La divisione dei centri giovanili per gruppo linguistico è ad esempio una cosa che appartiene al passato e che oggi non ha più ragion d’essere.
Dobbiamo anche trovare punti d’incontro per elaborare una visione comune dell’Alto Adige anche per il futuro della convivenza e dello sviluppo della nostra autonomia. Per noi giovani SVP non è possibile che sia solo un gruppo linguistico ad elaborare la futura visione. E’ un compito che devono svolgere tutti e tre i gruppi linguistici o, meglio, tutti i gruppi linguistici residenti. E in questo processo comune i primi a dover essere coinvolti sono i giovani.
La collaborazione è necessaria anche per una visione comune della storia dell’Alto Adige ed anche in questo caso è giusto che il processo venga avviato proprio dai giovani.
Dobbiamo partire subito e, anzi, da parte mia posso dire che non capisco perché queste iniziative non siano state ancora avviate.
E’ un discorso, il vostro, che si ricollega anche ad un concreto rinnovamento generazionale all’interno del vostro partito?
Con il passaggio al “dopo Durnwalder” non solo in giunta ma anche in consiglio con la nostra delegazione avrà luogo un cambiamento assolutamente necessario. Come giovani ci siamo sempre battuti per il regolamento nel limite dei mandati, che a mio avviso potrebbe essere ulteriormente esteso considerando una più ampia tipologia di cariche interessate. Il rinnovamento alle comunali del 2010 ci ha fatto molto bene dando il via anche ad una nuova generazione di sindaci tra i 30 ed i 40 anni. Per un giovane ottenere 10 mila voti alle provinciali non è una sfida da poco, ma il cambio generazionale è necessario anche per promuovere un nuovo stile all’insegna della partecipazione.
La vostra apertura nei confronti dei giovani “italiani” mette in qualche modo in discussione il carattere etnico dell'SVP?
Se continuiamo sempre a discutere solo di queste cose non arriviamo da nessuna parte. La convivenza va migliorata e sviluppata e lì devono andare tutti i nostri sforzi. Ma io sono convinto che la Südtiroler Volkspartei debba restare il partito della minoranza di lingua tedesca e ladina e non trasformarsi in una partito territoriale. In ogni caso questa mia convinzione non crea nessun ostacolo nel portare avanti progetti che possano portare la nostra società ad una convivenza migliore.
Ho molti amici italiani che credono nella convivenza e che riconoscono anche alla SVP il contributo dato per la convivenza. Ma questi stessi miei amici chiedono più punti d’incontro ed in questo senso registro anche un grande consenso all’interno del mio partito.
Il dialogo politico tra i giovani dei diversi gruppi linguistici che vorreste avviare intende essere trasversale agli schieramenti politici?
Sì, l’idea è quella di coinvolgere i giovani dei diversi partiti anche se in passato i partiti, sia italiani che tedeschi, hanno promosso divisioni ed ostacoli. Oggi ci vuole più apertura e bisogna lavorare molto anche al di fuori della politica. Ho già fatto esperienze in questo senso ed ho visto che l’incontro tra le organizzazioni giovanili tedesche ed italiane in passato non è stata promosso più di tanto. Ora devono essere i giovani stessi a prendere in mano la situazione, perché spesso la società civile spesso è molto più avanti della politica.
Dobbiamo agire, subito, e non aspettare come in passato nuove occasioni per dividerci.
Disponibilità piena PD U40
Per parlare c'è sempre tempo e spazio, soprattutto per capire meglio di che tipo di dialogo si tratta e su quali tematiche.. La lingua che si parla in casa/a scuola non deve e non può più essere di ostacolo alla costruzione di politiche comuni su problematiche comuni.. La generazione under 40 del Sudtirolo ha problemi comuni in base al territorio e alla congiuntura storica che vive.. le soluzioni non dovrebbero essere che unitarie..
Autonomista a chi?
Caro Philipp, leggendo l'intervista ho subito pensato... che io sono più autonomista di te!
Sono nato qui, sono cresciuto qui, il mio orizzonte è l'Alto Adige Südtirol.
Mi sento da sempre parte di una minoranza... come te!
Ma non ho mai sentito il bisogno di far parte di un partito che raccoglie una minoranza etnica, tanto meno linguistica.
In questi giorni vedo in giro diversa gente che simpatizza per un Sudtirolo indipendente, gente che parla sia in italiano che in tedesco.
Tu invece non lo fai. E io nemmeno.
Ma una cosa è certa, lo ripeto: io sono più autonomista di te!
:-)