Imparare a conoscersi
Il suo intervento tra i blog di salto è stato cliccatissimo. Un concentrato di indignazione e fredda ira che ha lasciato il segno su chi l'ha letto. Ad incontrarla, Jing Chen – la giovane autrice dell'intervento – è una minuta ragazza dai lunghi capelli scuri e un'espressione indefinibile, che evidentemente però nasconde una feroce determinazione. “Aspettando un amico in ritardo mi sono ritrovata casualmente a leggere un articolo che descriveva i cinesi in modo razzista – racconta –. Mi sono sentita offesa, non si può prendere in giro così un'intera comunità”. “Dalai Lama und die chinesiche Ente”, questo il titolo del pezzo pubblicato sul quotidiano Tageszeitung che ha fatto infuriare la comunità cinese di Bolzano, circa 600 persone bene integrate e molto attive in campo imprenditoriale. Ma la giovane non si è limitata a scrivere un appassionato intervento su salto. “Abbiamo contattato molti cinesi, girato per i ristoranti e bar aperti dai nostri connazionali in città: siamo tutti convinti di voler difendere la nostra dignità e siamo quindi decisi a querelare la Tageszeitung – spiega –. Non abbiamo nemmeno ricevuto una risposta alle nostre e-mail di protesta”.
Ma chi è Jing Chen? Insegnante di cinese e a sua volta studentessa di design all'Università di Bolzano, è in Italia da ormai tredici anni, natia della regione cinese dello Shao Xing. L'abbiamo incontrata per conoscerla insieme ad altri due membri della comunità cinese bolzanina: Jianrong, 41 anni, barista e Romina, 24 anni, una stagista nata in Italia che parla abbastanza bene il cinese ma la cui vera madrelingua è l'italiano.
I pregiudizi sono vecchi come il mondo. Quelli che riguardano i cinesi di solito vi descrivono come molto chiusi in voi stessi...
Romina: “Anche un amico italiano mi ha detto che secondo lui la nostra è una comunità chiusa, ma poi quando ci ha pensato ha concluso che un po' tutte le comunità immigrate lo sono. Penso che in realtà generalizzare sia impossibile”.
Jianrong: “In molti lo pensano, in realtà dipende semplicemente dalle persone. Come per gli italiani ci sono persone aperte e chiuse, come si fa a dire che siamo tutti così?”
Jing: “Frequento un'università trilingue, ho amici italiani, tedeschi, cinesi e di altre nazionalità. Mi sembra assurdo doverlo spiegare”.
...e un altro luogo comune vede il cinese come morbosamente dedito al lavoro. E qualcuno la può vedere come una forma di concorrenza sleale.
Jianrong: “Certo, lavoriamo tanto, ma non è vero che per noi non esiste altro. Abbiamo turni e riposi come tutti”.
Jing: “Lavoriamo duramente, oppure studiamo, in pochi chiedono aiuto ad enti pubblici. Non ci lamentiamo, ci rimbocchiamo le maniche e non creiamo mai problemi. Non c'è nulla di male in questo, anzi”.
La Cina fa paura a molti. I dissidenti politici incarcerati, la durissime condizioni cui sono sottoposti molti lavoratori, gli sconvolgimenti ecologici sono l'altra faccia dello spettacolare sviluppo economico.
Jing: “Sì, negli ultimi vent'anni il nostro Paese si è sviluppato tantissimo, la popolazione ha raggiunto un numero enorme e di conseguenza sono enormi anche gli squilibri che si devono affrontare. Ma si sta cercando di cambiare e di governare questa gigantesca mutazione, ad esempio con leggi ambientali efficaci”.
Un sudtirolese poi non può provare un senso di solidarietà nei confronti del popolo tibetano, è una storia lunga cento anni a spingerlo in questa direzione.
Romina: “Sono nata e cresciuta in Italia, come posso sentirmi responsabile?”
Jianrong: “La Cina ha anche contribuito a modernizzare il Tibet. Strade, scuole, ospedali... E un'autonomia c'è”.
La repressione governativa è stata però violenta e innegabile. Ma adesso provate voi a generalizzare: qual è un pregio dei cinesi?
Jing: “La generosità. Anche con gli occidentali: un'amica italiana si era persa a Shangai, ha chiesto a una signora per strada che però non parlava inglese e questa l'ha portata fino all'indirizzo giusto prendendo la metro... Se un membro della comunità ha un problema l'aiuto reciproco è la normalità. La nostra è poi una civiltà millenaria, sempre più persone desiderano imparare il cinese, la curiosità verso la Cina cresce. Imparare a conoscersi distrugge la diffidenza”.