“Sulla Svp grosso errore di valutazione”
Sembra aver superato con filosofia il “trauma” della defenestrazione Liliana Di Fede, che a Laives ha dovuto lasciare lo scranno di primo cittadino all’avversario di centrodestra Christian Bianchi. L’ex sindaca, dopo il ballottaggio di domenica scorsa, era apparsa serena e aveva abbandonato i toni veementi della campagna elettorale assumendo quelli più pacati del fair play con i complimenti allo sfidante. Quasi un’alzata di spalle come quella di Mastroianni alla fine del film La dolce vita, come a dire: “è andata così, facciamocene una ragione”. Eppure lo smacco inferto dalla Svp che ha fatto mancare il suo appoggio al centrosinistra per il ballottaggio, dichiarandosi blockfrei, brucia ancora: “è stato un mio grandissimo errore di valutazione - confessa Di Fede -, dopo il 10 maggio ero convinta che, sulla base dei nostri rapporti consolidati a livello locale e provinciale, avremmo trovato un terreno di discussione comune e ho dato per scontato che avremmo governato insieme come abbiamo sempre fatto nelle grandi città”.
Un moto di autocritica che tuttavia non condiziona, almeno per il momento, il ruolo di segretaria provinciale del Pd. Se Di Fede manterrà o meno la carica si deciderà il mese prossimo, “in questo momento - avverte l'ex sindaca all'indomani della riunione di segreteria nella sede del Pd in piazza Domenicani - bisogna pensare a chiudere il ciclo delle elezioni comunali, le amministrative non sono finite, ci sono nuovi governi da formare in molte città ed è questo il lavoro su cui tutti, in modo coeso, dobbiamo concentrarci”. Obiettivi di stringente priorità, indubbiamente, che tuttavia non proteggono Di Fede - e non solo lei - dal fuoco amico: ieri la deputata Luisa Gnecchi sul quotidiano Alto Adige ha parlato di Laives come di una novella Waterloo chiedendo le dimissioni della segretaria di Fede - criticata per aver tenuto toni eccessivamente aggressivi in campagna elettorale, che poco si confanno ai principi del partito democratico - e anche di “chi sta sopra di lei”.
Schiva le accuse Di Fede che commenta: “tengo a sottolineare che a Laives il 10 maggio abbiamo ottenuto un risultato incredibile: 10 seggi su 27, se facciamo poi la somma dei seggi delle forze politiche che hanno governato con me nei passati 5 anni arriviamo a 17, quindi la passata amministrazione ha ottenuto un grande consenso e la coalizione da me guidata è la più forte in consiglio comunale”. Ciò significa che il Pd non ha alcun rimpianto? “In molti comuni siamo andati bene, in altri la scelta è stata improntata verso un grande rinnovamento come a Merano, dove forse, come Pd, ci si poteva aspettare di più. I risultati sono questi, ora siamo in una fase di operatività, verrà poi il tempo per le analisi e le riflessioni”, conclude Di Fede.
Liliana paga, nei confronti
Liliana paga, nei confronti della SVP, il suo essere giustamente decisionista e poco allineata al volere di quel partito. E questo alla faccia di chi dice che il PD è poco autonomo. Ora, la cosa migliore, sarebbe che Bianchi riuscisse a fare la giunta, e perché voglio vedere se sa amministrare un comune (mica pizza e fichi), ma anche perché ora vediamo chi è succube di chi, e poi avere la soddisfazione di vedere Unitalia e la Svp locale (Kompatscher, grazie a Dio, è ben altra cosa) assieme non ha prezzo!
Per quanto riguarda il PD non mi sta bene che si stia fermi un mese. Qui bisogna riunire gli iscritti lavesotti e discutere e sentire il pensiero di tutti. E siccome non è scontato che la giunta si faccia (se ci fossero pure i cinquestelle ci sarebbe da ridere e sputtanare per anni e anni) io oltre a un dibattito serio che, ripeto, senta la gente, inizierei con le primarie. Ci vogliono primarie vere, aperte, dove i candidati espongono le loro idee alla luce del sole. Con la speranza che vi siano più proposte!