Economia | Gastbeitrag

Statistica e ricerca: le novità del 2021

Poco prima di Natale la Giunta provinciale ha approvato il programma statistico del prossimo triennio. Ecco cosa ci porterà il nuovo anno.
2021
Foto: Unsplash

La delibera è la numero 987 del 15.12.2020. Con la stessa, la Giunta Provinciale ha approvato il programma statistico provinciale 2021-2023, un programma che coordina e accorpa la produzione di ASTAT, IPL, IRE, Ripartizione Lavoro ed altri produttori di statistica minori e che tra indagini, studi e pubblicazioni contiene ben 252 lavori. Una valutazione personale, al cento per cento discrezionale e senza ambizione di completezza su ciò che ci aspetta nel 2021, facendo una carrellata sui principali attori, presentandoli in ordine alfabetico.

 

Istituto provinciale di statistica (ASTAT)

 

Sviluppo sostenibile, effetti del coronavirus e censimenti: sono questi gli ambiti forse più interessanti che vede all’opera l’ASTAT – il principale produttore di statistica a livello locale. Proseguirà il lavoro di sviluppo di indicatori di benessere e sostenibilità (BES – Benessere Equo e Sostenibile, SDG Sustainable Development Goals) – lavori molto importanti, anche perché possono fungere da “bussola” sia per legittimare e indirizzare le scelte degli organi di governo che per monitorare se gli effetti realizzati sono in linea con quelli attesi. Un secondo gruppo di lavori interessa fenomeni che la loro rilevanza la acquisiscono proprio alla luce della pandemia: il fenomeno della violenza di genere, le opinioni e i comportamenti dei cittadini in materia di vaccini, nuovi modelli econometrici per riuscire a prevedere meglio, in tempi più rapidi e con maggiore frequenza i principali indicatori di rilevanza socioeconomica (prodotto interno lordo, consumi, occupazione) e lo studio della situazione reddituale e le condizioni di vita delle famiglie altoatesine. Alla luce di alluvioni e smottamenti che purtroppo hanno colpito la provincia di Bolzano in tempi recenti, sale la “quotazione” per le rilevazioni sui rimboscamenti e disboscamenti. Su tutti i lavori troneggiano i risultati del censimento dell’agricoltura 2020 (sempre che questi possano essere prodotti in tempi rapidi e non, come accaduto in passato, ad anni di distanza) nonché la conduzione del censimento linguistico 2021 (un istituto che personalmente ritengo obsoleto perché da tutela della minoranza tedesca e ladina si è trasformato in freno per lo sviluppo del territorio).

 

Istituto Promozione Lavoratori (IPL)

 

Volgendo lo sguardo agli Istituti di stampo sindacale, per l’IPL il lavoro senz’altro più ambizioso nel 2021 è l’indagine che mira a rilevare le condizioni di lavoro degli occupati in Alto Adige. Seguendo una metodologia riconosciuta a livello europeo (EWCS) i risultati garantiranno perfetta confrontabilità con il Tirolo austriaco e con il Trentino, nonché con tutti gli altri Stati europei. Attesi per ottobre 2021 i primi risultati. Al fine di rilanciare la contrattazione di secondo livello, assolutamente importante il lavoro sullo sviluppo delle retribuzioni in Alto Adige nei diversi settori del privato negli ultimi 10 anni, che verrà fiancheggiato da elaborazioni ancora più mirate sulle dichiarazioni dei redditi di fonte MEF (Ministero delle finanze). I lavori sulle disparità economiche e sociali in Alto Adige, sulla situazione occupazionale femminile nelle grandi aziende altoatesine nonché sulla mobilità sociale contribuiranno ad aumentare la conoscenza relativamente al quadro di coesione economica e sociale in Alto Adige.

 

Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano (IRE)

 

Passando agli Istituti di stampo datoriale, il lavoro di maggior pregio dell’IRE nel 2021 potrebbe consistere nell’aggiornamento e nella riedizione della pubblicazione uscita ormai più di 15 anni fa relativa agli “indicatori di sostenibilità dei Comuni dell’Alto Adige” e che potrebbe integrare a livello “micro” i già citati lavori dell’ASTAT sulla tematica. Di rilievo, per il loro carattere di novità, le indagini sull’“educazione finanziaria di base degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado” e sugli “atteggiamenti della popolazione attiva in Alto Adige e Trentino nei confronti della previdenza”. Previsto, inoltre, lo svolgimento di uno studio sui fattori che influenzano le scelte occupazionali dei giovani altoatesini, molto importante per capire a fondo quali leve devono essere azionate per appassionare i giovani alle professioni del domani. Per la prima volta in Alto Adige uscirà uno studio sui prezzi immobiliari per le imprese.

 

Ripartizione lavoro provinciale

 

Alla stregua dell’ASTAT, forte anche da parte della Ripartizione lavoro l’impegno per capire meglio e in tempi più rapidi gli effetti della crisi del coronavirus. Quotidianamente vengono aggiornati i dati dell’occupazione dipendente con dettaglio giornaliero con uno sfasamento temporale di soli tre giorni. Apprezzabile l’impegno di dare maggiore visibilità a categorie particolarmente colpite dalla crisi, parasubordinati, collaboratori a progetto, cococo, riproponendo, a circa un decennio di distanza, l’indagine Lapsus. Seguendo lo stesso tema dell’IRE, ma non ex-ante, bensì ex-post e con un altro approccio rispetto a quello di ISTAT/ASTAT, si prevede l’aggiornamento e ampliamento delle analisi riguardanti le scelte lavorative post-scolastiche e post-universitarie, importanti per i motivi già menzionati. Per rimanere sulle indagini territoriali, due le potenziali sorprese: la prima potrebbe riguardare le “differenze territoriali a livello subcomunale”. La seconda potrebbe derivare da un progetto intitolato “mercato del lavoro locale e ditte localmente egomoniche”. Si riscontreranno fenomeni di concentrazione di potere locali e se sì, quali?

L’auspicio è che la produzione di statistiche e ricerche fatte a regola d’arte fornisca una solida base scientifica per il dibattito politico e sociale e che contribuisca ad aumentare il grado di conoscenza dei fenomeni economici e sociali più recenti.