Bolzano, la quiete dopo la tempesta?
Approfittiamo della calma imposta da ferie e calura estiva per elencare i punti salienti delle trasformazioni urbane nonché per farne una breve analisi critica. Il singolo cittadino percepisce sì i cambiamenti della città in cui vive tuttavia, solitamente, frequenta soltanto alcuni luoghi: casa, scuola/lavoro, svago. Lo sguardo, auspicato, di un tecnico pianificatore deve tenere invece conto dei singoli luoghi di vita - interconnessi tra loro - di tutti gli abitanti.
Benko, con il referendum i cittadini (e i pendolari) si sono espressi a favore del Kaufhaus. Il gruppo Emozioni Alto Adige si è opposto presentando ricorso al Tar, le sorti del centro commerciale dipendono ora dall'esito della sentenza. Risvolto sicuramente negativo è stata la spaccatura della popolazione cittadina nonché la banalizzazione del dibattito riguardante un progetto di trasformazione urbana ridotto a un plebiscitario sì-no. Aspiag, ricordiamo che esiste un progetto di centro commerciale in adiacenza all'attuale Interspar di via Buozzi. La proliferazione incontrollata di poli commerciali rischia di rendere l'Alto Adige simile ad alcune aree del Tirolo del Nord in cui anche località minori come Imst (10.000 abitanti) hanno un “Einkaufszentrum”. Tale sviluppo è anacronistico e in controtendenza alla mixité proposta dall'urbanistica contemporanea.
Aeroporto, referendum provinciale, quorum raggiunto e netta maggioranza contraria all'ampliamento. Viste le clausole contrattuali, finché non sarà trovato un nuovo gestore, la provincia stanzierà per ABD 5 milioni di Euro all'anno. Non ha convinto l'idea di un Klimaland Südtirol che incentiva il traffico aereo. D'altronde, se è dimostrato che a livello mondiale sempre più persone scelgono di volare, il modello di mobilità delle nuove generazioni prevede l'uso del trasporto urbano collettivo, della ferrovia o del car-sharing per distanze fino a 1000 km, un modo di intendere il viaggiare che rende superfluo un piccolo aeroporto regionale. Trasporti, l'ambizioso piano della mobilità 2020 prevede un capoluogo di provincia improntato a una mobilità cittadina maggiormente eco-sostenibile. In programma il tunnel del Monte Tondo con conseguente spostamento del tracciato dell'A22 e della SS12. Sin dalla sua costruzione l'Arginale rappresenta un ulteriore elemento di cesura - insieme a tracciato ferroviario e autostrada - tra le due parti di Bolzano divise dall'Isarco. Un ricollocamento di dette infrastrutture consentirebbe la ricucitura dei due lembi urbani nonché la possibilità di creare a Bolzano sud nuove aree residenziali collegate agli assi delle vie Resia, Palermo, Roma. Metrobus, in alternativa a tale progetto risulta interessante l'idea delle tramvia per l'Oltradige (ricordiamo la ferrovia dismessa nel 1971) che comporterebbe una forte riduzione del traffico di autovetture e delle emissioni di CO2 su viale Druso. Positiva, in quest'ottica, anche la proposta di un terzo binario tra le stazioni di Bolzano e Ora.
Polo Bibliotecario, due note dolenti: la mancata assegnazione della fase esecutiva all'autore del progetto, arch. Mayr Fingerle, e il conflitto sociale ed etnico (sfruttato politicamente) scaturito dalla prevista demolizione - inizialmente integrale, ora mantenendo la facciata su via Longon - del complesso ex Pascoli. Squallido il dibattito sulla preservazione di un edificio portatore dell'identità italiana, come se il Razionalismo architettonico - caratterizzato anche da facciate tondeggianti, finestre a nastro ecc. - fosse un fenomeno prettamente peninsulare. Ricordiamo che il Razionalismo era legato al Movimento Moderno successivamente battezzato International Style proprio a causa della sua vocazione universalista, non localista. Questo scontro ha messo in ombra la funzione di luogo d'incontro, svolto da una biblioteca multilingue e multimediale, in un quartiere ad alta densità di scuole superiori di entrambe le lingue (aspettando, per ora, la possibilità di una scuola multilingue per tutti). Virgolo, citando la neo assessora Marialaura Lorenzini, un'opzione (auspicabile) è la costruzione della funivia “che non inquina” mantenendo un impianto principalmente “naturale” riqualificando tuttalpiù la cubatura già costruita. D'altronde il Virgolo ha notevoli potenzialità come colle verde di Bolzano tornando a svolgere la funzione di Naherholungsgebiet.
ARBO, areale ferroviario. Nota dolente: è difficile trovare un cronoprogramma che indichi inizio e conclusione dei lavori. Il progetto rappresenta per Bolzano sicuramente la proposta più ambiziosa e intelligente. Tiene infatti conto delle visioni per lo sviluppo futuro, previste dal Masterplan del 2010. Forse i lunghi tempi di realizzazione e conseguentemente il mancato appeal di una trasformazione “veloce” hanno offuscato lo sguardo di molti sulla proposta progettuale. Immaginando una riqualificazione di via Alto Adige, improntata alla mixité, una nuova funivia per il Virgolo con stazione a valle in adiacenza alla stazione ferroviaria, ARBO rappresenterebbe (rappresenterà) uno sviluppo adeguato per una Bolzano del futuro.
Bolzano sud, tra ferrovia, autostrada, collegamento con i comuni adiacenti, l'ex zona industriale si trova da anni in una fase di cambiamento. Nonostante il fascino post-industriale e interventi come piste ciclabili, nuovi ponti e potenziamento del trasporto pubblico rimane un'area in cui pochi andrebbero a fare “due passi”. La sfida? Mantenere un assetto dedicato al terziario aumentando tuttavia le superfici residenziali e il verde pubblico collegato ai parchi fluviali dell'altra sponda dell'Isarco. Interessanti a tale proposito le riflessioni proposte da Think tank sud*.
Elencati e brevemente analizzati i sopracitati progetti rappresentano i singoli percorsi, margini, nodi, quartieri e riferimenti - per citare K. Lynch** - dello sviluppo futuro di Bolzano. La sfida sarà far coincidere il più possibile i singoli interventi di trasformazione con gli intenti del Masterplan – PUC del 2010 per determinare una nuova Immagine della città.
Concludendo, uno spunto: lasciare a disposizione di proposte creative o imprenditoriali alcuni luoghi, zone o edifici – una commistione tra incubatori d'impresa e art space. Chi scrive ritiene che la pianificazione urbanistica sia sì lo strumento più democratico e intelligente per determinare lo sviluppo urbano e per opporsi alla speculazione fondiaria, che sia tuttavia utile prevedere zone “franche” non progettate o pianificate, aperte a sviluppi e a necessità future.
Fonti
Turrisbabel #99, Bolzano Bozen
*Think Tank Sud. Unibz, EURAC, Universität Innsbruck
**Lynch, Kevin (1960). The Image of the City. Cambridge MA: MIT Press
Potremmo dire: la quiete dopo
Potremmo dire: la quiete dopo le promesse elettorali. SI scopre improvvisamente che lo spostamento della A22 in galleria non è possibile in quanto non finanziabile (700 milioni di euro). Per il progetto Sinfonia (risanamento energetico delle case comunali) non ci sono i soldi.......
Antwort auf Potremmo dire: la quiete dopo von Alberto Stenico
Anch'io mi sono posto la
Anch'io mi sono posto la domanda se un progetto ambizioso come lo spostamento del tracciato dell'A22 sia economicamente realizzabile (almeno a breve). Ritengo tuttavia, forse ingenuamente, che il compito di chi redige un masterplan o un piano della mobilità sia di proporre le soluzioni migliori, le più ambiziose. Se l'esecutivo non è in grado di mettere in atto detti propositi i cittadini hanno la possibilità (sperando che ne facciano uso) di giudicarne l'operato con il loro voto.
Circa il polo bibliotecario
Circa il polo bibliotecario mi sono espresso di recente e l'ho fatto a prescindere da questioni politiche che hanno purtroppo deviato malamente dalla questione, tuttora viva nonostante la gara esperita, del mantenimento della struttura e della sua preservazione come fatto per l'ex Gil e per il Lido, tanto per intenderci.
La Fondazione Architetti deve rispondere da mo' sul fatto che preferisce occuparsi di alberghi in rovina in montagna invece di badare alla città di Bolzano. ma non no lo fa per, ovvi e tutto sommato intuibili, motivi.
Rimane tuttora un mistero per quali motivi l'architetto vincitore non è stato incaricato della progettazione esecutiva, e mi sa che non si può liquidare il tutto solo come "nota dolente". Allora, perché?
Se si possono presumere problemi rilevanti per averlo estromesso, visto che non è mai stato spiegato da nessuno, per quale motivo si è però mantenuto il progetto vincitore? Solo per non perdere la faccia per un'opera architettonica "à la Interspar"? C'è qualcosa dietro a tutto questo che forse l'opinione pubblica non dovrebbe sapere?
Ripeto e ripeterò sempre: non sono contro l'idea ma contro l'opera in sé. E la nota ancora più dolente è che, se il progettista è stato giubilato, perché non si è avuto il coraggio di ripiegare su progetti più conservativi e, probabilmente, meno costosi?