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PD: Di Fede grande favorita nella corsa per la segreteria provinciale

Il sindaco di Laives ha tutte le carte in regola per imporsi: è donna, perfettamente bilingue, nativa PD ed abituata a farsi valere 'quando il gioco si fa duro'. La sua candidatura è stata inoltre in grado di coagulare AreaDem, cuperliani, civatiani e ricoinvolgere Spagnolli in un ruolo attivo nel partito. Poche le chance di Mauro Randi, candidato di Roberto Bizzo, e pochissime quelle di Luisa Gnecchi.

Il PD altoatesino è un universo in ebollizione e questi ultimi giorni sembrano dare torto a chi, dopo le elezioni provinciali e le primarie nazionali per la segreteria del partito, aveva previsto il definitivo tramonto del tradizionale gruppo dirigente ed una vittoria schiacciante dei Circoli Renzi che si richiamano a Roberto Bizzo

Il capovolgimento è perfettamente sintetizzato dalla candidatura di Liliana Di Fede alla segreteria, che presenta una lunga serie di punti di forza e che nasce - soprattutto - da un fatto importante: lo smarcamento di AreaDem di Costa, Frena e Bressa, dai renziani 'purosangue'. È in questa frattura, e nella scelta dei renziani della prima ora di candidare Mauro Randi alla segreteria, che si è originata la svolta. 

Per il resto ad ispirare cuperliani, civatiani ed AreaDem è stata in parte anche la lezione giunta dal rinnovamento interno alla Svp. Da qui la scelta di candidare un sindaco, perfettamente bilingue, e noto per la sua caparbietà nell'amministrare uno dei comuni più complessi della provincia, dopo aver fatto la gavetta nel difficile comprensorio della Bassa Atesina ed aver mostrato i suoi numeri anche durante l'importante trattativa sul programma provinciale. Fortissima è inoltre, la spinta che giunge dal fatto che il candidato è donna, rispondendo ai malumori più volte emersi dalla consistente parte femminile del partito e confermati dall'elezione di due maschi in consiglio provinciale. Un aspetto che la Di Fede ha voluto addirittura rafforzare indicando Cornelia Brugger, di madrelingua tedesca e prima esclusa alle provinciali, come sua vice

La candidatura di Di Fede rilancia dunque la svolta interetnica del PD, giusto dopo le prese di posizione critiche del gruppo di Bizzo che avevano ravvisato in questo fatto uno degli elementi della 'non vittoria' del 27 ottobre. 
La ciliegina sulla torta della candidatura del sindaco di Laives è stata quindi la discesa in campo di Spagnolli, capolista a Bolzano nella lista della Di Fede. Il sindaco di Bolzano ha dato dunque il suo importante suggello alla collega di Laives, riaffermando la crescita del peso politico dei primi cittadini, anche in ambito italiano. Cogliendo anche l'occasione per compiere un importante passo di riavvicinamento alla segreteria uscente del partito ed a Christian Tommasini, assolutamente bene augurante per un suo futuro possibile terzo mandato alla guida della città capoluogo. 

In questo quadro l'autocandidatura di Luisa Gnecchi, "per segnalare la sopravvivenza della sinistra", assume un sapore amaro. La deputata è senz'altro nelle condizioni di segnare un 'gol della bandiera', ma vista l'attuale situazione il rischio per lei è di confermare l'attuale posizione marginale nel partito. Ne valeva davvero la pena?

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Erika Zomer Kössler Mi., 05.02.2014 - 17:59

Senza alcun dubbio, ma con il massimo rispetto per gli altri colleghi.
Liliana Di Fede rappresenta una ventata di serietà e pragmatismo. Farà solo il meglio per il PD e per tutti noi

Mi., 05.02.2014 - 17:59 Permalink