Gesellschaft | La storia a scuola

Passato diviso, futuro comune

Presentato il terzo volume per l'insegnamento della storia locale nelle tre realtà scolastiche, dal titolo "Passaggi e prospettive - Lineamenti di storia locale". Dall’epoca delle guerre all’autonomia, utilizzando il metodo del dialogo.
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Foto: lorenzo sascor

È possibile dire che un libro di storia contribuisca a fare la storia? L’affermazione potrebbe suonare immodesta, ma considerando la particolarità della nostra provincia, nella quale tutto ciò che ha a che fare con il tema della memoria sembra destinato a consolidare punti di vista e percezioni divise per gruppi linguistici, il progresso ottenuto con la pubblicazione del terzo volume sulla storia locale è innegabile.

Il libro – scritto da Giorgio Mezzalira, Luciana Palla e Martha Verdorfer – è stato presentato stamani in Consiglio provinciale dai tre assessori alla cultura Sabina Kasslatter Mur, Christian Tommasini e Florian Mussner. Gli assessori hanno sottolineato che l'opera rappresenta uno strumento imprescindibile verso una comune riflessione sulla storia della nostra terra. L’obiettivo è infatti quello di creare una solida base per la convivenza tra i gruppi linguistici, base che ovviamente ha anche bisogno di essere costruita su testi e riferimenti non più frammentati.

Professor Mezzalira, quanto è durata la gestazione del volume?
Giorgio Mezzalira: Abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto circa due anni fa, si è trattato di un processo lungo, ma bisognava tenere conto del metodo con il quale operavamo.

Ce lo può schizzare?
Si è trattato prevalentemente d’integrare i nostri rispettivi punti di vista, cercando di non porci come compito quello di dire la “verità” – cosa che poi la ricerca storica non dovrebbe avere la presunzione di fare -, quanto piuttosto rendere conto delle diverse prospettive, dei quadri di riferimento medianti i quali il lettore si accosterà ai contenuti presenti nel libro.

E ci siete riusciti?
Questo non lo posso dire. Dovevamo sintetizzare un secolo cruciale, ben sapendo che gli avvenimenti che l’hanno contraddistinto s’intrecciano alle vicende particolari e contrastanti della nostra provincia.

Durante il lavoro sono emersi punti critici, insomma qualche volta siete stati in disaccordo?
No, la discussione tra di noi è sempre stata fluida e comunque ognuno (magari perché doveva tradurre i contributi degli altri) ha sempre avuto la possibilità d’integrare o segnalare quello che si sarebbe potuto dire in modo diverso.

Ci sono allora forse stati eventi o concetti “intraducibili” nel linguaggio o nella sensibilità di un singolo gruppo?
Più che di eventi e concetti parlerei di alcune parole. Quando per esempio abbiamo affrontato il tema della “Heimat” è chiaro che abbiamo lasciato sussistere questo concetto soltanto in una lingua, ma ciò ormai rappresenta un’abitudine consolidata all’interno di qualsiasi progetto interculturale e il nostro lavoro ha semplicemente registrato un dato di fatto.

Com’è strutturato il volume?
Il libro è suddiviso in tre macrocapitoli, rispettivamente: Il periodo tra le due guerre in Alto Adige; All'ombra della Germania; La promessa dell'autonomia e Lo sviluppo dell'autonomia e la modernizzazione della società.

Quali speranze si legano alla pubblicazione di questo libro?
La mia speranza è che gli studenti, ma anche tutti i lettori che sfoglieranno questo libro, comincino a confrontarsi con la “stessa” storia. Questo ovviamente non significa affatto che esista una sola e unica versione possibile, cioè la nostra. Ogni nuova acquisizione storica, sintetizzerei così il messaggio del nostro volume, dovrà da qui in avanti essere verificata alla luce di un costante dialogo tra punti di vista diversi. 

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Martin Geier Do., 09.05.2013 - 20:10

Finde es positiv daß endlich das gemeinsame Geschichtsbuch in den Unterricht kommt. Südtirol krankt daran daß bisher jede Ethnie ihre Geschichte hat und es keinen gemeinsamen Blick auf die Geschichte des letzten Jahrhunderts gibt. Ein gemeinsames Bewußtsein kann aber nur entstehen wenn die Südtiroler gleich welcher Zunge einen gemeinsamen Blick auf die Geschichte entwickeln. Na dann; wünsche den Machern Viel Glück.

Do., 09.05.2013 - 20:10 Permalink