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Di chi è l’Hotel Bauer?

Secondo “Milano Finanza”, l'hotel di Venezia ceduto ai Schoeller dalla SIGNA sarebbe in realtà in mano al fondo americano King Street, pronto a rivenderlo ad altri investitori.
Hotel Bauer
Foto: web
  • Christoph Schoeller, durante la sua visita a Bolzano, lo aveva detto: "La questione Bauer è un po' più complicata". Secondo un articolo pubblicato ieri (8 maggio) dall'autorevole quotidiano finanziario “Milano finanza”, tra l’insolvente colosso austriaco SIGNA e il fondo statunitense “King Street” potrebbe infatti scatenarsi una battaglia legale per la proprietà dell’Hotel Bauer di Venezia, appena ceduto ai fratelli tedeschi Christoph e Martin Schoeller assieme alle due società bolzanine WaltherPark e VivaVirgolo. Come ricorda il giornale milanese, i lavori di ristrutturazione dello storico albergo sono fermi da tempo perché SIGNA non riusciva a reperire le risorse necessarie, visto il passivo stimato per 13 miliardi di euro, e perciò ha inserito l’hotel nel pacchetto di asset ceduti ai Schoeller.

  • La mossa in poche ore

     “Ma sulle quote della sub-holding lussemburghese (Sps Fünfundsechzig) con cui Signa controllava il Bauer gravava un pegno che, secondo indiscrezioni raccolte presso fonti finanziarie austriache, era a favore di un family office del Golfo, che aveva concesso un finanziamento al gruppo”, scrive Milano Finanza. “Preoccupati per il possibile default, a marzo gli arabi hanno ceduto il loro credito al fondo di private equity americano King Street, che ha escusso il pegno a poche ore dall’annuncio dell’accordo per la cessione a Schoeller. SIGNA ha comunicato la vendita la mattina del 26 aprile e lo stesso pomeriggio la Doge Investments Holdings, società del Lussemburgo riconducibile al fondo, s’è impossessata delle quote della Sps Fünfundsechzig”.

  • (da sx) Heinz Peter Hager e Christoph Schoeller: il già presidente di SIGNA Italia e l'industriale bavarese alla presentazione della nuova proprietà del Waltherpark a Bolzano. Foto: Seehauserfoto
  • Per MF l'operazione non sarebbe piaciuta affatto né ai Schoeller né a SIGNA: i tedeschi dovrebbero chiedere l’adempimento del contratto a SIGNA mentre gli austriaci potrebbero fare causa a King Street per riavere la proprietà dell'immobile. “Nel frattempo — conclude l’articolo — gli americani hanno incaricato per la vendita dell’hotel l’advisor finanziario Eastdil Secured, in contatto con investitori internazionali, gruppi del lusso e alcuni fondi legati al governo del Qatar”.