Sigmar Stocker: “La privacy non esiste più”
Alla fine la verità sul caso del “vibratore” (in realtà si trattava di un anello vibrante, da applicare al pene) e degli altri due oggetti erotici è emersa. Sul tappeto rimangono altre considerazioni, come ad esempio quelle relative alla privacy.
Salto.bz: Sigmar Stocker, dunque è lei il destinatario degli articoli erotici, ha qualche dichiarazione in merito da fare?
Sigmar Stocker: Beh, cosa vuole che le dica? Ormai la verità è venuta fuori e non mi sembra che lo scandalo sia poi così grande. Si trattava di un regalo di compleanno, l'ho ricevuto il 16 maggio del 2012, mi ha fatto fare una risata e non l'ho neppure usato.
D'accordo, ma converrà che si è trattato di un regalo un po' imbarazzante.
Qualsiasi regalo privato di questo tipo, se reso pubblico, potrebbe risultare imbarazzante. Forse lei non ha un'idea di quanto comuni siano questi regali...
Può essere, ma forse l'imbarazzo maggiore era dovuto al fatto che per l'opinione pubblica si trattasse di un regalo pagato coi soldi destinati ai gruppi consiliari, cioè in ultima istanza dei cittadini.
Ammetto che in questo senso abbiamo fatto uno sbaglio. Lo scontrino è finito tra quelli che servono alla rendicontazione delle nostre spese, la nostra segretaria non l'avrà guardato bene. Se al posto di articoli erotici si fosse trattato di un mazzo di fiori o di un vino nessuno avrebbe detto niente.
Allora tutto è bene quel che finisce bene?
Non direi. Personalmente trovo incredibile aver appreso la notizia dai giornali, i quali hanno evidentemente avuto informazioni che avrebbero dovuto invece restare riservate. Comunque è quasi un bene che il caso sia emerso, giacché ci mostra come il diritto alla privacy possa venir tranquillamente calpestato. Oggi sono i politici le vittime predilette di rivelazioni indiscrete, ma domani anche altre categorie potrebbero finire nel mirino della stampa vorace.