Gesellschaft | Violenza sulle donne

DDL femminicidio: bene ma freniamo gli entusiasmi

L'8 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo disegno di legge contro la violenza sulle donne. Soddisfazione e cautela traspaiono dagli ambienti dove le donne vengono protette.
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Foto: Salto.bz

La campionessa olimpica Federica Pellegrini si è aggiunta poche ore fa al coro di chi plaude la decisione del Consiglio dei Ministri di inasprire pene e sanzioni per chi commette violenza fisica ma anche psicologica sulle donne. "E' un bene che figure pubbliche come la Pellegrini facciano da cassa di risonanza per questo annoso problema", ha commentato Gabriella Kustatscher, presidentessa del centro ascolto antiviolenza Gea di Bolzano, aggiungendo che "la questione è ovviamente più complessa se vista attraverso gli occhi di chi da 25 anni lavora con le donne maltrattate".

Dopo l'approvazione del DDL anche al centro Gea si è potuto tirare un sospiro di sollievo: le misure prese non solo riconoscono la gravità della violenza fisica, ma pongono l'attenzione anche sulla violenza psicologica. "C'era il timore fondato che lo stalking - riconosciuto solo pochi anni fa dalla giurisprudenza italiana come atto di violenza - venisse depenalizzato nel contesto della riforma della giustizia" ha affermato la Kustatscher "ma per fortuna la politica ha fatto la mossa giusta, aggravando le pene per chi perseguita una donna". Altro cambiamento importante è il riconoscimento all'assistenza legale gratuita, come sottolinea la presidentessa: "Se una donna non può permettersi un avvocato adesso le verrà fornito d'ufficio. Mi sembra un'importante svolta nella difesa dei diritti della donna".

In generale il disegno di legge approvato irrigidisce il sistema, eliminando scappatoie e vie di fuga. Non sarà infatti più possibile ritirare una denuncia per atti persecutori, assicurando quindi che non ci siano pressioni sulle donne che prendono coscienza della violenza cui sono sottoposte. Le pene sono più severe per chi commette violenza in presenza di minori o su donne in gravidanza. E' inoltre stato riconosciuto il diritto al permesso di soggiorno a fini protettivi: tutte le donne hanno diritto ad essere tutelate.

La Kusstatscher però frena gli eccessivi entusiasmi. Si tratta sì di una serie di misure forti, ma non è solo su questo livello che si deve lavorare. "L'assistenza alle donne in Italia è coperta per il 90% da volontariato e la situazione è spesso insostenibile" afferma la presidentessa, che continua: "Dobbiamo smetterla di pensare di vivere in un'isola felice: i soldi sono sempre meno e anche nell'Alto Adige riconosciuto fino ad ora come esempio di best praxis. In futuro corriamo il rischio di vederci ridotti questi fondi e a pagarne le conseguenze saranno per forza le donne maltrattate".