5 anni di residenza: "è una legge discriminante e pericolosa"
L'approvazione del disegno di legge regionale che pone nuovamente il vincolo dei 5 anni di residenza per poter usufruire dell'assegno al nucleo familiare sta suscitando una ridda di critiche.
Uno tra i primi a prendere la parola è stato Lorenzo Sola, candidato in quota Sinistra Ecologia e Libertà nella lista dei Verdi.
Sola giudica negativamente il provvedimento sul piano del principio "vista l'evidente discriminazione nei confronti di moltissime famiglie che contribuiscono allo sviluppo economico delle provincie di Bolzano e Trento". L'atteggiamento nei confronti delle famiglie dei lavoratori con background migratorio per Sola "evidenza ancor di più la distanza del Trentino Alto Adige dall'Europa che viene usata solo quando fa comodo". L'ex segretario provinciale altoatesino della CGIL-AGB denuncia inoltre il fato che la nuova legge "rischia di provocare contraccolpi gravissimi sui bilanci già disastrati dei Servizi sociali".
Secondo Sola "la stragrande maggioranza delle famiglie escluse dagli assegni saranno di fatto costrette a chiedere l’intervento economico ai servizi sociali e quindi la riduzione per principio degli oneri a carico della Regione, che i soldi li ha, produrrà l'effetto di scaricarli sui Comuni, che i soldi non li hanno".
Il candidato di Sel si augura infine che "tutte le forze del centro sinistra ed anche alcune componenti della SVP sappiano riaprire la questione a livello regionale, evitando di far prevalere la propaganda elettorale sulla dignità e i diritti delle persone", ricordando che "gli abusi vanno colpiti in altra forma, attraverso norme che prevedano verifiche e controlli".
Anche l'assessore comunale di Bolzano di Rifondazione Comunista Luigi Gallo critica aspramente la nuova legge regionale.
"Ero, sono e sarò sempre contrario a queste discriminazioni demagogiche" dichiara Gallo, e gli fa eco anche il portavoce altoatesino di Rifondazione Comunista Gianfranco Maffei che punta il dito soprattutto nei confronti dell'atteggiamento assunto in consiglio regionale dai due assessori altoatesini del PD altoatesino Christian Tommasini e Roberto Bizzo. "I due erano colpevolmente assenti al momento del voto, con la scusa di dover partecipare ad impegni istituzionali che di fatto erano invece delle vetrine elettorali" dichiara Maffei senza mezzi termini, definendo la legge "scorrettissima e molto pericolosa per le ricadute che potrà avere sul piano dell'assistenza".