Il presidente dissente
La legislatura in corso è davvero piena di sorprese: l'ultima riguarda il presidente del consiglio provinciale Thomas Widmann si erge a paladino del rinnovamento nella politica e del ricambio generazionale.
La scelta di Widmann va senz'altro inquadrata. L'esponente dell'ala economica del partito è in consiglio provinciale dal 2003 e, se dovesse tirare le conseguenze della sua posizione anche a livello personale, si troverebbe senz'altro nella sua ultima legislatura.
"Non è da ieri che sostengo la necessità di non fare della politica una professione" si è però affrettato a dichiarare ieri l'esponente dell'ala economica del partito di raccolta, escluso dalla giunta dopo un tira e molla e successivamente 'recuperato' nel ruolo di presidente del consiglio provinciale.
In realtà la posizione di Widmann va intesa soprattutto come un'azione in contropiede rispetto a Sepp Noggler che in origine aveva proposto un limite rigoroso di tre mandati (complessivi tra incarichi d'assessore e presidente) e che ora invece pare sostenga la linea ufficiale più morbida, fatta propria anche da Arno Kompatscher, che - in sostanza innalza il limite a 30 anni (15 da assessore e 15 da presidente).
Insomma: siamo da capo. Il tira e molla regna sovrano in consiglio provinciale. Così come i giochi di potere al vertice di una Svp ricompattata solo sulla carta grazie agli 80mila voti di Kompatscher alle provinciali e la percentuale bulgara di consenso ottenuta da Achammer al congresso di inizio maggio, che lo ha incoronato alla segreteria della Stella Alpina.
Sul tema oggi se ne discute e si vota in consiglio provinciale. Non sono esclusi ulteriori colpi di scena.