Gesellschaft | Detenzione

Scabbia, il carcere è un caso nazionale

Kompatscher e Bianchi cercano un dialogo con il ministero per il nuovo istituto. L’ispettore Lamanna: “Fino a ieri zero risposte dalle amministrazioni”.
Carcere di Bolzano
Foto: Othmar Seehauser
  • La notizia dei casi di scabbia nel carcere di Bolzano sta indignando l’opinione pubblica anche a livello nazionale e ora smuove, pare, anche la politica locale. Ieri il Presidente Kompatscher ha alzato la voce verso il Ministero di Giustizia, a cui sarebbe dovuto lo stallo sulla costruzione del nuovo carcere; il Landeshauptmann ha infatti dichiarato che ci sono già terreni espropriati ed un progetto pronto, manca il via di inizio lavori dal governo centrale. Anche il nuovo assessore alle opere pubbliche Christian Bianchi vuole dare il suo contributo per smuovere le acque: “Mi sono attivato per concordare un incontro urgente con il sottosegretario Ostellari al fine di portare la faccenda sul tavolo del governo e ottenere una risposta rapida”, ha affermato oggi (17 aprile) l’assessore Bianchi. 

  • Foto: Othmar Seehauser

    La possibile costruzione del nuovo carcere non aiuterà però nell’immediatezza la gestione dell’emergenza all’interno dell’istituto di Bolzano, che rimane preoccupante. “Attualmente la situazione è leggermente migliorata perché i tre detenuti con la scabbia cronici sono stati ricoverati in ospedale in un reparto specializzato. Siamo sempre in allerta, monitoriamo la situazione ogni ora, quello che è successo è veramente grave, non pensavamo proprio di arrivare anche a questo punto”, racconta Francesco Lamanna, segretario provinciale dell’Unione sindacati polizia penitenziaria (USPP). Come si è arrivati al contagio è difficile stabilirlo. “La situazione va avanti da gennaio – racconta Lamanna – purtroppo con i detenuti che entrano ed escono in giornata, senza neanche il tempo di fare un monitoraggio dello stato di salute, è difficile stabilire come sia entrata effettivamente questa malattia”. 

    Al momento sono 108 i reclusi all’interno dell’edificio, a fronte di 88 posti regolamentati, ma ce n’erano oltre 120 fino a qualche mese fa, racconta l’ispettore. Il sovraffollamento rende più difficile la gestione del focolaio di scabbia, un’infezione cutanea che si trasmette facilmente tra conviventi, in particolare all’interno di una fatiscente struttura di inizio ‘900. “Non abbiamo neanche un locale dove poter isolare sanitariamente questi individui, con questi spazi e questa struttura non riusciamo a garantire ai detenuti il trattamenti adatto – prosegue Lamanna, che aggiunge – i compagni di cella dei tre individui ricoverati per la malattia sono stati ugualmente isolati e chiusi nelle loro celle, effettuando lì il trattamento di cura, stiamo parlando di oltre una decina di persone. Anche un agente si è ammalato ed è stato immediatamente sottoposto a cure mediche”. 

  • Foto: Seehauserfoto

    “I detenuti fanno quello che possono, tengono gli spazi puliti, il problema è che i luoghi sono pochi, le attrezzature sono usurate e la struttura è vecchia” afferma la ex garante dei detenuti Elena Dondio, secondo cui i problemi della struttura penitenziaria di Bolzano sono affrontati poco e male: “Fino a quando il carcere verrà considerato un luogo isolato e non sarà mai incluso nell’agenda politica di qualcuno seriamente, siamo destinati a sentirne parlare solo per qualche caso grave e a rimetterci sarà sempre chi nel carcere ci vive e chi ci lavora”. 

    Pare che le istituzioni si siano finalmente svegliate dal torpore con cui fino ad ora hanno affrontato la gestione della struttura, ma non era così fino a qualche giorno fa, racconta l’ispettore Lamanna: “Durante la diffusione di questo virus come direzione penitenziaria abbiamo chiesto aiuto agli amministratori locali e anche a quelli statali, che però non sono mai venuti a vedere realmente le condizioni in cui lavoriamo, siamo stati abbandonati del tutto. Ieri è stato un caso aver letto finalmente in un articolo le intenzioni del Presidente della Provincia. Fino a ieri però risposta zero, abbiamo chiesto aiuto quasi a tutti”.