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Umwelt | Trasporto pubblico

Piano clima e scelte future incoerenti

Città italiane e estere si convertono a flotte elettriche (batteria e idrogeno). Nel 2025 in Alto Adige si continuerà con altri errori dopo quelli già commessi nel 2011/12 e 2018/19?
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Il piano di Sasa verso la mobilità "decarbonizzata" ma le prospettive parlano... diesel.
Foto: Michele De Luca
  • Fra il dire e il fare, nel trasporto pubblico si (stra)parla da anni di "svolta ecologica", ma i fatti raccontano qualcos'altro e il nodo delle risorse appare quello più ostico. Cosa farà il prossimo governo provinciale? I Comuni non hanno nulla da dire?

    Le tante dichiarazioni di puntare ad un trasporto pubblico “decarbonizzato” e a “zero emissioni” sono sempre state una costante nell’ultima dozzina di anni ma quasi sempre queste roboanti affermazioni non sono state seguite dai fatti. Ad esempio questa: “Ecco l’obiettivo entro il 2026: 75 autobus sui 175 totali saranno elettrici o a idrogeno.” A leggerla oggi appare come una "sparata" incredibile .

    Per i prossimi acquisti di Sasa la questione si pone soprattutto dopo quanto letto nei piani economici finanziari di Sasa che, ricordo, sono stati approvati de plano dalla giunta provinciale ad inizio aprile '23. Saranno i soggetti coinvolti (pubblici e non) capaci di discuterne una volta per tutte? Perché qualche dubbio sull’affrontare questi temi, dopo tanti anni di contraddizioni, incapacità di analisi e di rapportarsi con le critiche, sorge spontaneo, soprattutto dopo l’esclusione della città capoluogo dalla discussione sul fantasmagorico “Piano Clima 2040” anche se nella assai distratta Bolzano nessuno se n’era accorto e nessuno se n'è lamentato.  

    Conta solo essere “i primi”?

    Ad una breve analisi storica di quanto avvenuto nell'ultimo decennio, parrebbe che sia stato prioritario l'aspetto di “arrivare per primi” ad acquistare le novità tecnologiche sul mercato:

    Il tutto contornato, però, da scelte che hanno privilegiato i bus a gasolio con i mega acquisti del 2011/12 e 2018/19. Tralasciando l’aspetto discutibile delle gare tecnicamente molto “indirizzate” su singoli costruttori, aspetto che comunque, lo preciso per evitare equivoci, è lecito perché di bandi simili ce ne sono e ce ne sono stati anche nel resto d’Italia.

    A furia di voler essere sempre “primi” pare, però, che si sia perso il buon senso e si siano privilegiate più le ragioni delle pubbliche relazioni che non le strategie di medio e lungo periodo. 

    Infatti, a maggio avevo evidenziato come i programmi aggiornati di Sasa, approvati ad aprile '23 dalla giunta provinciale uscente, affermassero qualcosa di differente. Sul trasporto extraurbano, in occasione del rinnovo delle concessioni sulle linee extraurbane, si è pure andati “sul classico” come avevo altrettanto puntualizzato a febbraio. 

    Il tutto accompagnato da quanto ha stabilito il nuovo “Piano Clima 2040”, su cui mi sono soffermato ad agosto che ha “ammorbidito”, e non di poco, quanto era stato scritto nel “Piano Clima 2011”.

    In attesa di risposta dal 24 agosto…  

    Proprio sul secondo “Piano Clima” avevo evidenziato che c’era un dato piuttosto incongruente fra i progetti previsti per il 2032:

    Da dove salta fuori la cifra di 210 bus elettrici a batteria?

    Ho quindi scritto il 24 agosto per avere maggiore chiarezza sulla questione alla mail presente sul sito “Klimaland.bz”, gestito dall’Agenzia CasaClima, ponendo quattro quesiti sul tema bus. Ho risollecitato una risposta il 12 settembre, poi il 5 e il 31 ottobre. A quest’ultima ha risposto il 2 novembre, scusandosi, l’Agenzia CasaClima informandomi che aveva sempre girato la mia richiesta alla Ripartizione Mobilità della Provincia. Quest’ultima mi ha informato lo stesso giorno che avrebbe girato la mia richiesta all’Ufficio trasporto persone. A oggi, 25 novembre, quindi dopo tre mesi, la mia casella di posta attende ancora. 

    Eppure, in occasione di una visita ministeriale il 27 luglio 2022, ho ritrovato la slide di Sasa davvero in contraddizione con i programmi della stessa Sasa indicati soprattutto per il trasporto urbano e, oltretutto, disvela da dove saltano fuori i 210 bus elettrici (a batteria) presenti nel nuovo piano climatico. Il problema semmai sono i tempi perché giocoforza i 52 bus che si dovranno acquistare nel 2025 non potrebbero che essere a batteria anche se quel numero comunque non potrebbe essere raggiunto, salvo che proprio nell'anno 2030 non si acquistino in massa tali bus vendendo nel contempo i bus a gasolio della flotta. Scenario, direi, piuttosto improbabile.

    Mentre al di fuori della provincia di Bolzano…  

    Nel frattempo, però, osservando un po' distrattamente quanto avviene nel tpl in Italia e all’estero, le cose stanno marciando in modo ben differente. A Venezia (90 bus) e a Bologna (127 bus) hanno deciso per un acquisto massiccio di bus a idrogeno. Inutile parlare di acquisto di bus elettrici a batteria, ne stanno comprando dappertutto in Italia, ad esempio di recente sono stati presentati 24 e-bus da 18 metri a Bologna. C’è anche chi continua col (bio)metano, carburante “antipatico” e detestato in nell’ambito territoriale altoatesino per probabile puro pregiudizio, si vedano i recenti acquisti della regione Campania e di Parma ma pure con i filobus (es. a Genova e a Parma). Quale trazione si imporrà fra elettrico a batteria e idrogeno non si sa, è un periodo, come è stato evidenziato in un convegno a Bologna a settembre, dove le scelte ricadono un po’ su tutte e due le tecnologie che abbisognano comunque di condizioni di rifornimento/ricarica specifiche ed onerose.

    Si cambierà rotta?

    Spetta quindi al prossimo governo provinciale, ma anche al nuovo consiglio provinciale, cercare di cambiare notevolmente rotta su quanto si intende fare, a cominciare proprio dagli acquisti dei 52 bus di Sasa previsti per il 2025 e di cui certamente nel 2024, se non già a fine 2023, verrà indetto l’appalto. Se le cose dovessero andare come programmato, la porta è aperta per 52 mezzi a gasolio, anche se ibridizzati leggeri, un abile trucchetto per non dire che sono… diesel. Un po’ quando in passato si parlava solo di bus “Euro 6” per non dire che fossero diesel.

    Poco cambia con i prossimi arrivi dei citati 8 bus batteria/idrogeno da 18 metri, oltre uno a batteria da 18 metri e cinque a idrogeno finanziati da fondi statali e del PNRR, oltre ad uno di 8 metri a batteria recentemente aggiudicato. Il “grosso” rimarrà a gasolio e ben oltre il contratto di servizio a scadenza 2029 (urbano) e 2031 (“rete sostenibile” interurbana).

    Il punto centrale delle risorse finanziarie necessarie per la "svolta elettrica"

    Il tema rilevante sono i costi. Se si sceglie la via “classica” del diesel, i costi per i 52 nuovi mezzi potrebbero essere di circa 12,6 milioni di Euro. Se questi bus fossero elettrici a batteria o idrogeno (i costi parrebbero essere ormai quasi uguali), la cifra salirebbe a circa 26,6 milioni di Euro cui andrebbero, però, aggiunti i costi per gli impianti di ricarica/rifornimento.

    Come si vede, e torno a quanto scrivevo all’inizio, facile parlare di tpl “decarbonizzato” e a “zero emissioni”, che non sono sinonimi, ma il tema delle risorse è quello che probabilmente detterà le future scelte, in assenza di risorse esterne aggiuntive. 

    Ci sarà finalmente una discussione?

    Vedremo pure se si muoveranno, finalmente, i partiti politici e le associazioni ambientaliste assieme ai movimenti per il clima, finora rimasti (quasi) in silenzio sulle scelte compiute di recente. Perché è facile parlare di grandi obiettivi e visioni, ma quando queste scelte devono essere tradotte in concreto e devono essere valutate le decisioni prese, i movimenti ambientalisti e climatici paiono dissolversi nel nulla

    Discussione in vista? La sto aspettando da una dozzina di anni, sia pubblica che a livello politico salvo che non si voglia mettere per l'ennesima volta la testa nella sabbia come gli struzzi. Forse per incapacità di confrontarsi su questi argomenti? Lascio la domanda aperta.