La Biblioteca può attendere
Merano e le sue scuole. La più antica – risale alla prima metà del ‘700 – è il ginnasio, Gioiello, un tempo, dei benedettini di Montemaria, nel ‘900, si sdoppiò nei licei classici di lingua italiana (G. Carducci) e tedesca (B. Weber). Entrambi gli istituti hanno lasciato ora, oltre al nome (ribattezzati Gymme e Gandhi), anche la prestigiosa e storica sede di via delle Corse. Così, si è pensato in città, ci saranno spazi finalmente adeguati per la Biblioteca civica, che proprio nei prossimi giorni celebra i vent’anni del suo trasferimento in quell’edificio. E invece no. I libri dovranno attendere.
Ma andiamo con ordine. Secondo l’attuale normativa dipendono dalla Provincia gli edifici che ospitano le scuole superiori. Il Comune si occupa delle scuole dell’infanzia, elementari e medie. In tutto, l'anno scorso, 4.514 ragazzini. Una realtà non facile da gestire. Non tutte le strutture sono funzionali e sufficientemente spaziose. Spesso passano anni prima di poter avviare un progetto di ampliamento. E non è raro che Provincia e Comune si pestino i piedi. È successo per l’ex IPC Einaudi. Era della Provincia fino a quest’anno, ora è passato al Comune, “dopo lunghe trattative”, e sarà messo a disposizione delle scuole Leonardo da Vinci (primaria) e Segantini (media).
Il Comune non sempre riesce a stare al passo con lo sviluppo demografico. Barbara Nesticò, a Merano, è direttrice della ripartizione Istruzione, cultura e servizi sociali. “Dagli anni dal 2000 al 2002 c’è stato un boom delle iscrizioni. In tutte le scuole. Aumenti improvvisi da un anno all’altro”. È dipeso in buona parte dalla presenza di ragazzi, come si suol dire, “con background migratorio”. “C’è una lieve crescita demografica anche della popolazione meranese, ma gli aumenti imprevedibili dipendono più dai ‘nuovi meranesi’. Soprattutto nelle scuole di lingua italiana”.
C’è un coordinamento tra Comune e Provincia nel pianificare l’edilizia scolastica? “Mah, grosso modo ognuno fa i suoi programmi. La Provincia si sta occupando in questo momento soprattutto delle scuole tedesche: ha inaugurato nuovi edifici, c’è stato il riordino degli indirizzi… Ed è un balletto di sedi…” Il Comune con questi piani c’entra poco, “a meno che non ci siano situazioni in cui si conviveva o si convive”. È il caso, appunto, della Biblioteca. “Sì, prima era sotto lo stesso tetto del liceo Beda Weber, adesso sta cercando di ottenere gli spazi lasciati liberi...”
La situazione è anomala. Benché ospitasse scuole superiori, la struttura è sempre rimasta di proprietà comunale. Tuttavia Merano non può disporne come vorrebbe. “L’edificio – spiega la direttrice – è del Comune, però fino a quando sussiste uso scolastico superiore, può essere usato dalla Provincia. È proprio quello che sta accadendo. Noi abbiamo chiesto di poter entrare in possesso di tutto l’edificio ma, pur essendo stato dismesso dal liceo classico, sono emerse esigenze di altre scuole”. Inizialmente avrebbero dovuto entrare alcune classi della FOS, che invece sono state dirottate nella nuova sede dei Licei in via Huber. Contendono metri quadri alla Biblioteca, invece, alcune classi della LeWiT (Lehranstalt für Wirtschaft und Tourismus) che prima erano in via Galilei. “L’esigenza della Provincia è quella di ottimizzare gli spazi eliminando le sedi che hanno in affitto”. Si usano le aule persino coi doppi turni in orari inusuali (per la gioia degli insegnanti).
La Biblioteca sta stretta, chiediamo… “Strettissima... Non c’è posto per tenere tutti i libri. Gli uffici della sezione tedesca sono sacrificati... Molti servizi aggiuntivi che andrebbero offerti a una realtà come quella di Merano da una biblioteca moderna, non possono nemmeno essere programmati”. Quando avverrà lo sgombero definitivo è difficile dirlo. “Non ci hanno comunicato quanto tempo durerà ancora. Hanno detto: non appena cesserà il fabbisogno scolastico...”
Il Comune intanto ha altri progetti nel campo dell’edilizia scolastica. Secondo il MasterPlan nel giro di pochi anni la città supererà i 40.000 abitanti. Si cercano soluzioni soprattutto per la scuola dell’infanzia. “Ci sono trattative in corso rispetto allo stabile dell’ex S. Nicolò, dove si potrebbero prevedere almeno tre sezioni di lingua italiana e altrettante di lingua tedesca, ed un piano per l’Istituto musicale”. Ma sono solo idee. In programma anche la realizzazione di un complesso scolastico nella zona delle caserme e in partenza la costruzione della nuova scuola di Sinigo.
La popolazione scolastica resta fluttuante. “Sarebbe utile poter disporre di scuole permeabili, cioè che si possano adattare alle esigenze, a seconda delle fluttuazioni dei gruppi linguistici”. In altre parole edifici scolastici comuni. Ma questa è un’altra storia.