La lezione di Langer
Torna a parlare di confini e di Alto Adige lo scrittore tarantino Alessandro Leogrande che appena una settimana fa aveva fatto tappa a Bolzano per presentare il suo libro “La Frontiera” in vista della Giornata mondiale del rifugiato celebrata il 20 giugno. In un editoriale apparso su pagina99, “L’eredità di Langer schierata sul Brennero”, il reporter osserva che pur non essendo stato costruito fisicamente alcun muro al Brennero per frenare il flusso dei migranti, “in buona sostanza, la minaccia di costruirne uno da parte austriaca, oltre che utile a fare un po’ di pressione sull’Italia, è servita a infarcire un po’ di slogan elettorali prima del secondo turno delle presidenziali”, i controlli sul suolo italiano sono di fatto aumentati.
Sebbene il presidente austriaco Karl Heinz Fischer, oggi (25 giugno) in visita a Bolzano, abbia espresso soddisfazione per come si sia risolta la situazione al valico del Brennero (dove peraltro è in corso in queste ore il concerto di sensibilizzazione sul tema migranti "Refugees Welcome"), l’incertezza collettiva non si assopisce. “Ma quanto durerà questo stallo, con l’estate alle porte, prima che l’effetto imbuto diventi visibile?”, si domanda Leogrande.
“Il concetto stesso di frontiera, in questi frangenti, sguscia via come una anguilla. Eppure – proprio come accade in Sud-tirolo – nuove linee di confine si sommano ad altre storiche. Non solo quelle tra Stati nazionali, e quindi tra Italia e Austria. Ma anche quelle tra la comunità italiana e la comunità tedesca interne allo stesso Alto Adige/Sudtirolo”.
Lo scrittore guarda poi all’esempio di Langer, improntato all’insegna del superamento di barriere di ogni sorta e fattura.
“Alex Langer, politico e pensatore illuminato, proprio a partire dalle sue origini sudtirolesi si pose costantemente il problema di saltare i muri e costruire gruppi misti che sgretolassero la compattezza etnica di gruppi, che rischiavano di rimanere contrapposti. Oggi che la stessa autonomia sudtirolese è entrata in una nuova fase, quella lezione sull’oltrepassare le frontiere e guardare cosa c’è dall’altra parte rimane straordinariamente importante anche in relazione alla questione del Brennero”.
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