Economia | Futuro

Economia altoatesina, quo vadis?

Dibattito social live fra l’ex governatore Luis Durnwalder e il presidente di Cna Claudio Corrarati. Botta e risposta su aeroporto, imprese locali, turismo e giovani.
Dibattito
Foto: Screenshot

Il baricentro dell’economia altoatesina, le possibilità per i giovani, lo sviluppo del turismo, le infrastrutture. Sono questi alcuni dei temi su cui hanno dibattuto ieri sera (11 ottobre) l’ex governatore dell'Alto Adige Luis Durnwalder e il presidente della Cna locale Claudio Corrarati moderati, in tandem, da Alan Conti e Felice Espro per #Bolzano in comune, nota pagina Facebook locale. Fiducioso si è subito mostrato Durnwalder rispetto al presente, “stiamo uscendo dalla crisi, la disoccupazione è scesa al 3,2%, la situazione non è affatto preoccupante e i posti di lavoro ci sono”. C’è inoltre molta manodopera che arriva da paesi come Ungheria, Polonia, Romania ma anche dall’Africa e dall’Asia, ricorda l’ex Landeshauptmann che sottolinea la necessità di formare personale qualificato per le aziende “che non deve essere un settore riservato solo agli uomini ma aprirsi anche alle donne”. Necessità ancora più urgente dal momento che molti giovani scelgono altre destinazioni per il proprio percorso universitario, Vienna, per esempio, Innsbruck o Trento, “e il 25% di quelli che vanno a studiare fuori, dice Durnwalder, non tornano più in Alto Adige”.

Numeri di eccellenza per quel che riguarda il tessuto economico e sociale vengono certificati anche da Corrarati che tuttavia precisa: “Occorre differenziare fra le economie, perché nelle valli c’è molta più attenzione a valorizzare l’apprendistato dei mestieri, cosa che permette di dare anche una successione d’azienda, una continuità, grazie anche agli istituti professionali, specialmente quelli di lingua tedesca, che hanno la capacità di traghettare i giovani dalla scuola al lavoro”; mentre a fondovalle, e a Bolzano in particolare, si scelgono percorsi meno tecnici e più scientifici e molti mestieri si perdono”. 

Lo spauracchio della cattedrale nel deserto

Il discorso vira poi sul parco tecnologico e sul timore comune che possa diventare solo una cattedrale nel deserto. In Alto Adige sono 57mila le aziende e, posto che non tutte avranno necessità di innovare, la vera sfida del NOI, secondo il presidente di Cna, sarà farle incontrare: “le piccole e piccolissime aziende fanno fatica a fare ricerca interna ma hanno le idee e avranno bisogno di un laboratorio dove svilupparle”. E i costi per le aziende? “All’inizio saranno proibitivi ma verranno poi ripagati dalla creazione di posti di lavoro”. E in ogni caso se l’economia vuole garantire questi posti di lavoro “c’è bisogno del polo tecnologico, guardiamo anche all’Austria che ha puntato sui centri innovativi e di certo sa il fatto suo”, sostiene Durnwalder che aggiunge: “Sono orgoglioso di aver portato avanti il progetto, che per inciso costa oltre 100milioni, anche quando il mondo industriale era contrario, come del resto lo fu anche per l’università e la Mebo”. 

Parola d'ordine: accelerare

A un’economia che progressivamente si sviluppa deve corrispondere una raggiungibilità infrastrutturale adeguata del territorio, sia verso l’Alto Adige, quindi, che al suo interno, e in questo senso “i governi precedenti hanno investito molto, circa 2 miliardi negli ultimi anni, nelle infrastrutture di viabilità fuori dal circuito cittadino mentre a Bolzano solo ora si inizia a parlare di investimenti”, spiega Corrarati evidenziando un difetto: il fatto che ancora non esista una copertura sufficiente della banda larga sul territorio. “Il piano programmatico della Provincia sulla ferrovia associata al trasporto su gomma - prosegue - è molto valido ma occorre accelerare, perché il tempo è fondamentale oggi nell’economia, occorre creare un progetto completo che includa aeroporto, treni, strade, strutture tecnologiche”. Sullo scalo bolzanino ha da dire la sua anche l’ex presidente della Provincia secondo cui lo strumento della consultazione popolare per decidere se la mano pubblica avrebbe dovuto continuare a finanziare l’aeroporto non doveva essere utilizzato. “È chiaro che a un contadino di Predoi non interessi il mantenimento dell’aeroporto, questa decisione doveva spettare solo alla giunta”, sottolinea Durnwalder. Ma l’infrastruttura aeroportuale, c’è da scommetterci, non verrà chiusa, “anche perché la Provincia non potrebbe nemmeno farlo dal momento che non si tratta di un aeroporto civile al 100%, ci sono state manifestazioni di interesse per la gestione dello scalo e sono sicuro che andranno a buon fine, possiamo tornare ad avere voli di linea per Roma, e in futuro collegamenti con Vienna e Francoforte”.

Si discute anche del credito alle PMI e di turismo che rappresenta circa il 20% del Pil dell’Alto Adige (cresciuto dell’1,5% nel 2017), e dell’esigenza di riflettere sull’equilibrio fra un’offerta qualitativa sempre più alta e un aumento consequenziale dei costi che potrebbe scoraggiare il turismo di massa. Fra le grandi opere viene citata la circonvallazione di Bolzano, progetto che rafforzerebbe maggiormente il ruolo di capoluogo creando nuovi posti di lavoro, tenendo conto che proprio a Bolzano la disoccupazione è tripla rispetto al resto della provincia. “Nel capoluogo ci sono troppi partiti ed è difficile concordare un programma, ci abbiamo provato tante volte, penso all’università che è stata realizzata senza alcun aiuto da parte del Comune, o all’Eurac, ai campi sportivi. Un altro esempio? Benko avrebbe costruito un sottopassaggio sotto all’attuale piazza Stazione comprendendo anche via Garibaldi, ma il piano è stato stralciato”, osserva Durnwalder. L’obiezione che viene fatta è che Bolzano subisce di più in termini di inquinamento e pendolarismo ma la provincia destina alla città meno risorse rispetto ai paesi limitrofi. “basta guardare quanti soldi giacciono in Comune, il punto è che manca una vera collaborazione con la Provincia che di fatto si è dimostrata disponibile a investire su Bolzano”, afferma l’ex Landeshauptmann. “La coalizione Svp-Pd - ribatte infine Corrarati - era la stessa che governava sia in Provincia sia in Comune, ma Bolzano è rimasta comunque indietro e ora deve recuperare il tempo perduto”.