Parla l'arabo, agente?

Si chiama “Lingua, cultura e sicurezza” ed è il percorso formativo rivolto ai membri delle forze dell’ordine locali per apprendere i rudimenti della lingua e della cultura araba, ma anche il contatto e l’influsso arabo sulla cultura italiana e occidentale, il Corano e i suoi fondamenti, l’Islam nell’epoca contemporanea e la sua importanza nella vita quotidiana, la condizione socio-politica nei paesi islamici e di lingua araba di provenienza dei migranti, regole e divieti nelle relazioni interpersonali nella società araba. Il corso, strutturato dall’Ufficio bilinguismo e lingue straniere del Dipartimento cultura italiana della Provincia grazie all’accordo fra l’assessore Christian Tommasini e il comandante della Legione Carabinieri di Bolzano, Massimo Mennitti, ha l’obiettivo di fornire strumenti più adeguati alle forze dell’ordine per favorire l’interazione con il mondo arabo, tenendo conto, in particolare, dei flussi migratori che interessano il territorio negli ultimi anni.
Si tratta, nello specifico, di 24 incontri per un totale di 36 ore, in collaborazione con l'agenzia di educazione permanente CLS di Bolzano e con il supporto della docente di lingua ed esperta della cultura araba Lachgar Khadija. Le lezioni si svolgeranno durante l'orario di servizio nei mesi di aprile, maggio e giugno prossimi, presso il Comando della Legione Carabinieri di Via Druso a Bolzano e a frequentarle saranno una dozzina di persone fra carabinieri, agenti della polizia di Stato, della polizia penitenziaria e militari della guardia di finanza. L’intenzione, inoltre, è quella di aggiungere altre proposte formative da tenersi in autunno e l’anno prossimo. Plaudono il progetto, considerato di pubblico interesse, l’assessore Christian Tommasini e il direttore del dipartimento Paolo Montagner; in sintonia il generale Mennitti che oggi, 31 marzo, in occasione del lancio ufficiale, ha sottolineato l’importanza per le forze dell’ordine di conoscere e capire il mondo islamico e arabo, alquanto complessi, sfatando paure ataviche al fine di essere in grado di agire con i migliori presupposti. Critica invece la compagine di Südtiroler Freiheit secondo cui l’iniziativa in sé sarebbe anche positiva ma le forze dell’ordine, dicono, “farebbero meglio a imparare prima la lingua tedesca”.