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La nascita di un archivio digitale

La storia della Società dei Concerti è ora contenuta in un archivio digitale grazie a Giuliano Tonini, Marina Rubbo e Marino Criscione.
Società dei concerti frontespizio
Foto: Società dei Concerti

La Società dei Concerti nelle sue oltre 70 stagioni concertistiche ha ospitato i più bei nomi del gotha concertistico internazionale. Vi sono stati eseguiti brani di 564 diversi compositori per un totale di 3289 brani eseguiti da 2134 esecutori, 382 sono state le diverse formazioni cameristiche, 30 i diversi luoghi d’esecuzione, per oltre un migliaio di concerti.
L’imponente programmazione musicale è raccolta e resa accessibile a tutti nel nuovo archivio digitale consultabile sul sito della Società dei concerti all’indirizzo https://konzertverein.org/archivio/.
A questo proposito abbiamo intervistato il pianista e musicologo Giuliano Tonini, con Marina Rubbo autore del progetto, a cui Marino Criscione ha fornito il supporto informatico.

 

 

Salto.bz: La digitalizzazione presuppone una raccolta “analogica” dei dati. Quali sono state le “fonti”, e quanto è durata la fase di raccolta dei dati?

Giuliano Tonini: La fonte “analogica” principale sono stati i programmi di sala che riportano i dati essenziali immessi poi nel database. Ma questa fonte non si è sempre dimostrata attendibile o completa. Soprattutto nei programmi di sala delle prime stagioni concertistiche il titolo delle composizioni è riportato a volte in modo impreciso, con errate indicazioni del numero d’opera o della tonalità e questo ha richiesto accurate ricerche nei cataloghi delle opere dei vari autori per un’esatta identificazione dei brani.
Soprattutto con gli autori della cosiddetta musica antica, antecedenti al periodo classico-romantico, il problema si è rivelato particolarmente arduo: le conoscenze storico-musicologiche degli anni Cinquanta-Sessanta non sono assolutamente paragonabili a quelle dei nostri giorni! Un’altra importante fonte cui si è dovuto far spesso ricorso è stata la stampa quotidiana locale
in lingua italiana e tedesca, che è stata consultata quando il programma di sala non risultava reperito o in presenza di palesi discrepanze fra il programma stampato e quello realmente eseguito. La ‘maschera’ di ciascun brano inserito nel database lo contestualizza nella cornice della serata concertistica in cui è stato eseguito con l’indicazione della data, dell’orario, della sala. E’solo a partire dalla quarta stagione del 1949/1950 che i concerti trovarono stabilmente casa nella nuova sala concerti del Conservatorio mentre le prime stagioni sono migrate in sale cittadine oggi non più adibite a sale di musica quali il salone dell’Hotel Greif, l’Aula magna dell’Istituto Tecnico Galileo Galilei, la Sala del Bar Sociale in piazza Walther 1.

La tempistica si è articolata in tre fasi: la prima fase relativa alla ricerca dei dati ha preso avvio ancora all’inizio degli anni Duemila, nella seconda fase, dall’autunno 2018 all’estate del 2020, l’architettura del database realizzato con il programma Microsoft-Access ha preso progressivamente forma grazie al competente e paziente supporto dell’informatico dott. Marino Criscione. Si trattava infatti non solo di immettere in maniera ordinata e corretta la grande congerie di dati, ma di correlarli in modo da permettere il maggior numero possibile di percorsi di ricerca. La terza e ultima fase, dall’autunno del 2020 all’autunno del 2021, ha visto l’ingresso in scena del webmaster dott. Riccardo Di Curti che ha ‘trasferito’ in rete il database, passaggio delicato e non esente da diverse criticità tutte brillantemente risolte. Il database delle 76 stagioni concertistiche della Società dei Concerti / Konzertverein è ora un unicum in rete, aggiornato in tempo reale e costituisce uno strumento non solo indispensabile per chi programma le stagioni concertistiche, ma che risulterà senz’altro interessante al pubblico che segue i concerti e che desidera essere maggiormente informato sulla storia dell’istituzione concertistica bolzanina, come anche allo storico delle istituzioni musicali.

 

 

Lei conosce molto bene la storia musicale dell’Alto Adige, nella raccolta dei dati ha trovato qualcosa di sorprendente?

Le prime stagioni concertistiche ospitarono alcuni giganti del concertismo europeo del tempo come i pianisti Alfred Cortot.“Alfred Cortot due sere or sono di fronte al pubblico della nostra Società dei concerti che stipava in ogni limite possibile la sala del Sociale, ha espressa in maniera sublime attraverso la tastiera del pianoforte la vita e la poesia del mondo musicale romantico. Paesaggi ideali illuminati e ravvivati costantemente dalla pienezza di incantevoli immagini.” Così il critico musicale Guglielmo Barblan sulle colonne dell’Alto Adige nel marzo 1942.
Backhaus era transitato da Bolzano nel 1950, e ancora nel marzo del 1915 in pieno primo conflitto mondiale tenendo un acclamato recital nella Sala del Museo Civico. Il suo nome figurava assieme a quelli del gotha pianistico del tempo nel Comitato d’onore della prima edizione del Concorso pianistico bolzanino indetto nel 1949 per commemorare “Ferruccio Busoni” nel 25° della morte. Arturo Benedetti Michelangeli inaugurò nel maggio del 1949 la nuova sala concerti del Conservatorio con un memorabile recital chopiniano. Quartetti e Trii che hanno scritto la storia dell’interpretazione cameristica del tempo come i Quartetti Busch, Alban Berg, Amadeus, il Quartetto Italiano, il Trio di Trieste e il Trio di Bolzano sono stati ospiti dalla Società dei Concerti.

 

Come si accede all’archivio?

L’accesso all’archivio non richiede alcun login. È sufficiente entrare nel sito della Società dei Concerti / Konzertverein - https://konzertverein.org, premere il pulsante in alto a destra Archivio/Vai alla banca dati e dare avvio alla ricerca a partire da una delle seguenti voci: brano, compositore, esecutore-formazione, esecutore-solista, esecutore-strumento, formazione, stagione. Per esempio, se interessa la ricerca di un brano si può immetterne direttamente il titolo o sceglierlo scorrendo il menu a tendina. Premendo il pulsante CERCA compare una schermata in cui risultano tutti i dati correlati al brano: le date in cui è stato eseguito, il compositore, la formazione/esecutore, strumento e l’eventuale trascrittore/revisore. I nominativi degli esecutori sono pulsanti attivi che permettono di estendere la ricerca relativamente alla loro presenza all’interno delle stagioni concertistiche, con indicazione del repertorio eseguito.
Ciascun brano è a sua volta un pulsante attivo che permette di estendere la ricerca a tutti gli esecutori di quello stesso brano, a loro volta pulsanti attivi che permettono di ricostruire il repertorio di ciascun esecutore. Una sorta di scatole cinesi in cui leopardianamente “il naufragar m’è dolce”. Basta munirsi di carta e penna segnandosi le informazioni ricercate, oppure copiare e stampare le ricerche effettuate.

 

Alla direzione artistica della Società si sono succeduti Mario Mascagni, Cesare Nordio, Giogio Cambissa, Johanna Blum, Hubert Stuppner. Dal 1995 è competenza di Josef Lanz. Attraverso l’archivio si possono evincere le caratteristiche della programmazione proprie dei direttori artistici che si sono succeduti?

I primi cinque nominativi coincidono anche con quelli dei primi cinque direttori del Conservatorio di musica “C. Monteverdi” cui competeva per statuto anche la direzione artistica della Società dei Concerti / Konzertverein.
Il maestro Mario Mascagni l’aveva fondata ancora nel 1942 ma dopo appena due stagioni dovette interromperne l’attività per poi riannodarne le fila su basi nuove nel secondo dopoguerra nel 1947. L’indirizzo dato alla Società da questi primi cinque direttori artistici è stato da un lato quello di far entrare Bolzano nel circuito internazionale dei grandi solisti e formazioni cameristiche, anche sull’onda del concorso pianistico internazionale F. Busoni, dall’altro quella di formare un pubblico e di formarlo alla conoscenza e ricezione della musica classico-romantica, con ‘finestre’ anche sulla musica antica e su quella del Novecento.
La lunga direzione artistica di Josef Lanz è coincisa con una nuova e autonoma fase nella gestione artistica della Società dei Concerti che oltre ai grandi nomi ha dato considerevole spazio alle nuove leve del concertismo solistico e cameristico, con frequenti incursioni anche nella musica antica. L’antico legame con il Conservatorio si è concretizzato invece affidando il concerto di chiusura delle stagioni concertistiche a solisti, gruppi e in particolare all’orchestra del Conservatorio.

 

 

Il compositore più eseguito?

Anche un’arida statistica ci può fornire delle informazioni interessanti relative al fenomeno della ricezione musicale di un autore e di un brano, o della sua ‘fortuna’ come amava definirla il mio ‘maestro’ lo storico della musica Sergio Martinotti.
Sul podio di questa ideale classifica salgono prevalentemente autori appartenenti alla stagione del classicismo e del romanticismo.
Sul podio più alto c’è Beethoven con ben 541 esecuzioni complessive e fra queste in prima posizione i Quartetti dell’ultima stagione creativa di Beethoven, l’op. 131 con 15 ricorrenze e l’op. 132 con 13.
Schubert cameristico si colloca su un gradino più alto rispetto a Mozart, con 394 esecuzioni complessive, fra le quali primeggiano con 9 ricorrenze ciascuno i Quartetti La morte e la fanciulla e Rosamunde assieme al Quintetto per archi op. 163 D 956 e al Trio op. 100 D 929.
Al terzo posto abbiamo Mozart con 352 esecuzioni complessive. Il suo Quintetto per archi e clarinetto K 581 è al vertice con 9 esecuzioni. Il cosiddetto Boznerquartett K 155, composto da Mozart sedicenne nelle stanze dell’albergo zur Sonne in piazza Erbe in un uggioso pomeriggio di fine ottobre 1772, risulta eseguito curiosamente una sola volta.

 

E tra i compositori altoatesini/sudtirolesi?

I programmi delle 76 stagioni concertistiche registrano anche sporadiche esecuzioni di singoli brani di compositori ‘storici’ di area sudtirolese, Gasser, Jaeggi, Koch, Lazzari, Rufinatscha, Schütt. Un caso a parte è rappresentato dal compositore bolzanino Ludwig Thuille, nato nel 1861 e scomparso a Monaco nel 1907, presente soprattutto in prossimità del centenario della morte con le sue principali composizioni cameristiche.
I tre direttori artistici-compositori, Nordio, Cambissa e Stuppner, hanno utilizzato in varia misura le stagioni concertistiche da loro programmate come vetrina dove ‘piazzare’ alcune delle loro composizioni.
Un nome che non ti aspetteresti è invece quello del pianista Nunzio Montanari, docente storico del “Monteverdi” e membro del prestigioso Trio di Bolzano, che è stato anche un ragguardevole compositore, presente con i 5 Studi per archi, la lirica per soprano, clarinetto e pianoforte, La morte del gatto e le Invenzioni per quartetto d’archi.
Il compositore locale più celebrato dalla Società dei Concerti / Konzertverein è Alfredo Sangiorgi, nato a Catania nel 1894 e scomparso a Merano nel 1962, presente nelle prime stagioni, quando era docente di composizione al Conservatorio “Monteverdi”, e nel 2013 con un concerto monografico a lui dedicato nel 50° della morte.

 

Consultando l’archivio si può trovare anche ciò che manca. Spiace che di Niccolò Catiglioni sia stato eseguito solo il Mottetto per 10 fiati, nel 1986. Niccolò Castiglioni è stato un autore importante del Novecento, che a Tires e Bressanone ha trascorso le sue estati per molti anni, estimatore dei paesaggi dell’Alto Adige, autore tra l’altro della deliziosa Suite pianistica “ Come io passo l’estate”, i cui titoli delle sue nove parti sono “Arrivo a Tires, La fossa del lupo, Andiamo al refugio Bergamo, La valle del Ciamin, Il buco dell'orso, La fontanella di Ganna, Ghiaccio sul Rosengarten, Antonio Ballista dorme in casa dei carabinieri, Il fantasma del Castello di Presule”.