Contaminazione da fluoruri poco "ECO"
La “favola” dell’Ecocenter di Bolzano e del suo vecchio vicino, il vecchio inceneritore, è piena di capitoli ancora bui ma da quel poco che la Provincia di Bolzano ci ha permesso di avere ( dati ambientali ) lo scenario sembra caotico e rischioso.
Come Cova Contro onlus abbiamo mandato la prima pec di richiesta informazioni nel settembre 2017 e dopo silenzi, abusi ed omissioni una parte dei dati ci viene inviata nell’ottobre 2018 contro ogni legge in materia di accesso agli atti e trasparenza ma i problemi sorgono già dal poco che ci è stato inviato.
L’aria che tira? Ecocenter non tipizza i metalli pesanti emessi, riporta solo il mercurio tra i metalli rilevati dallo SME ( sistema digitale di controllo ambientale dell’impianto, i cui accessi dovrebbero essere registrati e forse resi pubblici ) ed emessi dal camino ( dato anomalo perchè i metalli che ci si aspetta da un inceneritore sono anche nichel, piombo, tallio, cadmio, zinco, rame etc ). Non misurati gli idrocarburi non metanici, i composti organici volatili, molto volatili e semivolatili, le micropolveri ultrasottili etc., sono svariate decine i contaminanti aeriformi mai monitorati nell’apparente silenzio generale.
E a terra che si dice? Manca una rete di deposimetri che misuri la quantità di diossine e benzoapirene che si deposita al suolo e sui terreni agricoli, reti usate nel resto d’Italia anche vicino gli inceneritori ma non a Bolzano. Manca un biomonitoraggio spinto, lo studio del bioaccumulo nella microfauna-microflora parallelamente ad uno studio epidemiologico sulla popolazione locale. Mancano dati sui sedimenti dell’Adige, usato come discarica per decenni, manca un controllo terzo ed a sorpresa anche sui controlli parziali già esistenti. Manca la pubblicazione delle analisi sulle ceneri prodotte, i report degli allarmi radioattività scattati negli anni all’ingresso dell’Ecocenter, i report sugli incidenti all’interno dell’impianto etc etc
Ma sottoterra cosa accade? I dati sulla qualità delle falde non sono mai stati pubblicati sul web e dopo 13 mesi abbiamo ottenuto dalla Provincia di Bolzano dati anche parziali, allegati qui. Ne emerge una diffusa contaminazione da fluoruri nei piezometri a ridosso dell’attiguo e vecchio inceneritore non più in uso: i fluoruri oscillano tra i 2850 mcg/l (limite di legge a 1500) ed i 12600 mcg/l anche a quote di -33 mt sotto il piano campagna a ridosso di autostrada e terreni agricoli.In base a quale modello idrogeologico siano stati installati solo questi 10 piezometri non è dato saperlo ma quello che salta all’occhio oltre la contaminazione chissà quanto vecchia è l’incompletezza delle analisi forniteci, infatti la legge impone la ricerca di circa 90 parametri per le falde ma le analisi della Ecoresearch ne riportano solo 12 ! E gli altri parametri che fine hanno fatto? Difficilmente un inceneritore causerebbe una contaminazione esclusivamente fatta da soli fluoruri, sarebbe un caso più unico che raro. Come mai non sono pubblici tutti i dati sul vecchio inceneritore ? Dove sono i dati sulle analisi ambientali del sito dove dopo è sorto il nuovo inceneritore ? Per avviare un cantiere su terreni contaminati o è stata fatta la bonifica, ma mancano dati pubblici, oppure l’area non era inquinata ma servono le analisi per dirlo.
Perchè non esiste un registro pubblico con l’analisi dei rifiuti in ingresso? Occorre superare l’equivoco tra quantità massima ammissibile di rifiuti e loro potere calorifico massimo: trattiamo l’inceneritore per quello che è oppure lo consideriamo solo una grande caldaia per la produzione di energia ? Il recupero energetico da rifiuto non può allentare i controlli su un impianto che è un inceneritore non una caldaia, occhio al rischio della ricerca degli utili dall’energia perchè l’approvvigionamento di rifiuti da solo potrebbe non garantire sostenibilità economica all’impianto: questi passaggi andrebbero chiariti definitivamente altrimenti un domani la produzione di energia potrebbe giustificare un cambio di politica nella gestione dei flussi di rifiuti. Perchè non si avvia un tavolo permanente di confronto con la cittadinanza per condividere tutti i dati ed i pareri senza ritardi ed omissioni ?
Quanti bolzanini sanno che in passato la ricerca delle diossine nei lavoratori del vecchio inceneritore rientrava in specifici studi universitari come nel caso della ricerca universitaria della Dott.ssa Frangipane dell’Università Cà Foscari ? Perchè non è pubblico il DVR di un’azienda pubblica e non è lecito sapere anche solo quali inquinanti ricerchino e come nei dipendenti dell’Ecocenter senza violare la loro privacy ? Quanto influisce il conflitto d’interesse in una catena di controlli dove la Provincia è sempre presente ? Ha detto Fattor in una recente intervista:”…se c’è un accordo non possiamo mica mandare indietro i camion…” mentre Cantone dice che la criminalità organizzata è pesantemente infiltrata nel ciclo dei rifiuti di tutta Italia, con il SISTRI abolito e con zero controlli analitici sui flussi dei rifiuti, in che modo Bolzano pensa di essere concretamente esente da giri di bolla e camuffamenti dei CER che importa ?
Le legge ambientale impone il confinamento idraulico delle falde contaminate ma ufficialmente alcun provvedimento a noi accessibile sembra riportare una messa in sicurezze delle stesse quindi chi non sta contenendo l’inquinamento da fluoruri e perchè, e da quando? Le bonifiche sono state fatte nell’area, se sì come? Possibile che in una delle aree più civili e vivibili d’Italia non esistano documenti pubblicati che attestino la bonifica di quei luoghi? Perchè ad ottobre 2018 ci hanno dato solo le analisi del 2017 sulle falde scrivendoci che stavano ancora elaborando i dati del 2018 ? Il referto o c’è o manca, quindi cosa c’è da “elaborare” se bastano 10 giorni per queste analisi? Aspettiamo fiduciosi risposte rapide e complete dalle autorità.