“Sad, ricorso inammissibile”
Nuovo punto a favore della Provincia di Bolzano nel complicato contenzioso sorto attorno all’affidamento del trasporto pubblico in Alto Adige. Dopo un analogo pronunciamento del tribunale civile di Bolzano, il Tar del Piemonte, dove ha sede l’Autorità nazionale per la regolazione dei trasporti, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Sad contro una delibera della stessa Authority, concernente la gestione inhouse del servizio (la giunta provinciale ha recentemente optato per “un mix”). A comunicarlo è l’amministrazione provinciale.
Con la sentenza numero 93 del 2020 - precisa Palazzo Widmann - il Tribunale amministrativo regionale del Piemonte ha giudicato “inammissibile per difetto di interesse” il ricorso presentato da Sad verso la delibera 154 del 2019 dell’Autorità per i trasporti (che ha sede a Torino).
Nel ricorso Sad aveva sostenuto “l’illegittimità delle misure dell’Autorità che consentono la gestione inhouse dei trasporti pubblici e la restituzione degli autobus finanziati dalla Provincia ai nuovi gestori vincitori della gara”.
Inhouse e restituzione dei mezzi, secondo i giudici la Provincia di Bolzano non ha leso i diritti di Sad
Stando alla decisioni dei giudici così riportata dalla Provincia, “Sad, secondo la sentenza della prima sezione del Tar Piemonte, non ha nessun diritto neppure a proporre un ricorso nei confronti della delibera dell’Autorità, che è soggetto di regolazione nazionale riconosciuto a livello europeo”. Ancora, “secondo i giudici, Sad non ha fino ad ora subito nessuna lesione a propri interessi o diritti da parte della Provincia di Bolzano e, se ciò avvenisse in futuro, si vedrà”.
Pierluigi Mantini, consulente giuridico della Provincia, biasima la strategia legale dell’azienda privata e auspica maggiore collaborazione in futuro: “Viene da chiedersi - afferma - a cosa siano servite le decine di cause e ricorsi fin qui promossi da Sad se non ad alimentare una grave quanto inutile conflittualità e polveroni giudiziari che hanno danneggiato solo l’immagine dell’Alto Adige”. Secondo il consulente “se si scegliesse la strada della legalità e della seria collaborazione si farebbe un passo in avanti nell'interesse generale, per far funzionare meglio i servizi e far ripartire l’economia, in un momento storico difficile”.
Ormai apparirebbe chiaro il
Ormai apparirebbe chiaro il senso di tutti ricorsi presentati, sempre considerando che adire le vie legali è sempre lecito: tenere aperti contenziosi per ottenere proroghe della concessione in essere.
Se questi abbiano un intento "temerario" e/o strumentale saranno gli organi giudiziari eventualmente a stabilirlo ma nell'opinione pubblica ormai non può che sorgere questo sospetto dopo tante notizie di sconfitte di chi questi ricorsi li ha proposti dopo tante boriose e tuonanti conferenze stampa.