Society | Quarantena

“Coronavirus, una sfida mentale”

La rete altoatesina per la psicologia dello sport estende la consulenza ai cittadini. “Usiamo il tempo per sviluppare la nostra forza interiore”. Il disagio degli atleti.
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Foto: Pixabay

Un servizio aperto a tutti in questi giorni difficili di lotta collettiva al contagio e rinuncia alla vita all’aperto. La Rete di psicologia dello sport e mental training dell’Alto Adige ha deciso di rendere accessibile ad ogni cittadino il supporto che in periodi normali viene rivolto ad atleti, allenatori e società presenti sul territorio. Il Covid-19 è - anche - una sfida per la mente: “Possiamo allenarci meno fisicamente, ma almeno possiamo sfruttare il tempo per lo sviluppo delle personalità e sperimentare tecniche per aumentare la forza mentale” dice Markus Gröber, ideatore del progetto.

 

Consulenza gratuita

 

“Abbiamo deciso di offrire consulenza telefonica gratuita ogni martedì dalle 10 alle 12 e giovedì dalle 15 alle 17” spiega Monika Niederstätter, presidente della rete. L’iniziativa viene supportata da diversi soggetti: ufficio dello sport, Vss-Federazione delle associazioni sportive della Provincia autonoma di Bolzano, Coni-Comitato olimpico provinciale di Bolzano, Unione società sportive altoatesine e Sporthilfe Alto Adige.

Possiamo allenarci meno fisicamente, ma almeno possiamo sfruttare il tempo per lo sviluppo delle personalità e sperimentare tecniche per aumentare la forza mentale (Markus Gröber)

“Le persone interessate - aggiunge Niederstätter - possono contattarci direttamente via email o telefonicamente”. Lo spunto per l’attività di sostegno viene da oltre Brennero. “I colleghi in Austria e Germania - riprende Gröber - hanno notato che gli atleti apprezzano molto questo supporto e proprio per questo vorremmo offrire anche noi questo servizio dal 2 al 23 di aprile”. 

Offriamo consulenza telefonica gratuita ogni martedì dalle 10 alle 12 e giovedì dalle 15 alle 17 (Monika Niederstätter)

Tutte le informazioni, continua la Rete, sono disponibili sulla homepage www.sportpsychologie.it.

 

Sportivi a casa, cittadini “confinati”

 

Di colpo il propagarsi dell’epidemia e le misure restrittive per fermare il contagio hanno reso più simili atleti professionisti e amatoriali e comuni cittadini. Tutti disorientati, costretti a rimanere in casa. E chi vive di sport ha dovuto fare i conti con lo stop totale, oltre che per gli allenamenti all’aperto, anche per le gare. In attesa di sapere quando si potrà ripartire.

 

 

Eventi sportivi cancellati, gare internazionali disdette e nessuno sa quando riprenderà l’attività regolare. Ancora, le prossime Olimpiadi di Tokyo sono state posticipate, un evento mai accaduto nella storia). “Come in Italia - ragionano dalla rete per la psicologia dello sport - anche in Alto Adige da settimane è tutto fermo. Questo è indubbiamente un periodo difficile sia per atleti professionisti sia amatoriali con divieti di uscita, poca possibilità di praticare sport, mancanza dei compagni, della squadra, con la motivazione in calo”.

Anche in Alto Adige da settimane è tutto fermo. Gran parte degli atleti hanno deciso di rimanere a casa con responsabilità civile

Ma anche in una situazione così insolita, non manca il senso di responsabilità da parte degli stessi sportivi così come i servizi di supporto.  “Anche se qualche atleta è tentato ad uscire per farsi una corsetta, gran parte degli atleti hanno deciso di rimanere a casa con responsabilità civile - continuano gli animatori della Rete -. Inoltre molti atleti famosi stanno danno esempio su come attivarsi, quando si é blindati in casa”. Basta vedere ad esempio i post sponsorizzati Marlene di Dorothea Wierer. “Rimane comunque una grande sfida non solo per gli atleti stessi, ma anche per allenatori, società, organizzatori”.