“Renzi, stiamo arrivando”

Seppure ampiamente previsto, Luca Zaia, alfiere della Lega Nord old school - che non è quella delle urla, degli striscioni, delle felpe -, ha sbancato nel vicino Veneto doppiando la sfidante del centrosinistra Alessandra Moretti nell’impari battaglia delle elezioni regionali. “Durante tutta la campagna abbiamo trovato piazze piene e tanto calore da parte della gente. Il Veneto è la madre di tutte le battaglie, per noi e per il centro sinistra… qui è venuto due volte il presidente del consiglio Renzi con tutto il governo. Vincere o perdere il Veneto significava vincere o perdere politicamente. Questa è una vittoria politica tutta nostra”, ha dichiarato Zaia ieri notte ai microfoni di Radio Padania. Una notevole fetta di nord-est (e del nord in generale), dunque, non disprezza il color verde-padano, con il Carroccio che conferma i risultati delle amministrative in Trentino Alto Adige.
In Veneto, malgrado il diffuso astensionismo (alle 23 aveva votato il 57,2% degli aventi diritto, circa 9 punti in meno rispetto alla precedente tornata elettorale), Zaia raccoglie oltre il 50% e Moretti si ferma sotto il 23%. Nemmeno la scissione dei tosiani ha dunque arrestato la corsa del governatore uscente che conferma il consenso ottenuto cinque anni fa quando raggiunse oltre il 60%, ma allora a bordo aveva ancora il suo contrammiraglio, il sindaco di Verona Flavio Tosi. “Quelli che mollano la Lega pensando di essere fenomeni sono tornati sulla terra, chi molla la Lega non va lontano”, ha commentato caustico il segretario della Lega Nord Matteo Salvini riferendosi allo strappo di Tosi, e riguardo l’esito delle elezioni ha aggiunto compiaciuto: “sono felice, siamo uno 'spauracchio' per tante mummie, vuol dire che siamo nel giusto”.
Del resto dove la Lega non ha vinto è stata comunque determinante; in Liguria, dove il partito ha comunque conquistato oltre il 20%, il vincitore Giovanni Toti (Forza Italia) ha infatti ammesso: “sono stato eletto grazie ai voti della Lega”.
Il dato più eclatante resta invece quello della Toscana, storicamente “rossa”, dove la Lega è il secondo partito con il 16% dei consensi; alle regionali del 2010 aveva preso il 6,48% con 98mila voti, oggi sono 212mila, praticamente il doppio. Risultati considerevoli anche nelle Marche (13%) e in Umbria (15%), dove per un attimo, durante la notte, è sembrato che il centrodestra avrebbe scalato uno degli inossidabili monoliti rossi, aggiudicandosi la vittoria.
Al sud, al contrario, l’ipnosi salviniana non ha effetto: in Campania la Lega non si è presentata mentre in Puglia la lista “Noi con Salvini” ha a malapena superato il 2%. Che i meridionali non abbiano dimenticato le prediche secessioniste di Salvini che fino a poco tempo fa riempiva ampolle con l’acqua del Po?
Faccio presente che nel
Faccio presente che nel Veneto nei voti ai partiti il primo è la lista per Zaia, il secondo la Lega con un punto scarso davanti al PD. E ho detto tutto.