Chi difende i difensori?
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Nella sala congressi di Eurac a Bolzano è stata inaugurata giovedì (30 maggio) la prima giornata dell'undicesimo Congresso Giuridico Distrettuale in corso fino a oggi (sabato 1 giugno).
Ad aprire la Lectio Magistralis le parole del Presidente del Coa di Bolzano, Karl Pfeifer: “Gli avvenimenti degli ultimi anni dimostrano quanto sia in crisi la tutela dei diritti anche in Europa, dove i venti di guerra stanno mettendo a dura prova il diritto di difesa”, tema fulcro di questa prima giornata di Congresso ed intorno al quale si sono articolati i diversi interventi dei relatori in sala. A moderare la Lectio il professore Francesco Palermo: ”Fondamentale diffondere la cultura del diritto”.
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A parlare di tutela dei nuovi diritti la Professoressa Delia Ferri, National University of Ireland Majnooth, che sottolinea come questi diritti affondino le loro radici in un concetto di uguaglianza inclusiva, ossia di riferirsi alla protezione di specifici gruppi sociali che sono in condizione di particolare emarginazione e disuguaglianza.
Durante il Congresso si è posta anche l'attenzione sulla condizione degli avvocati perseguitati in diversi Paesi “Carcerazione in condizioni disperanti – racconta Antonio Fraticelli, Avvocato del Foro di Bologna e Presidente dell'Unione Crint italiane -In Turchia stanno nascendo carceri di nuova generazione e di altissima sicurezza in cui vengono usate torture e violenza” Toccante poi il racconto sull'esperienza di aver incontrato di persona alcuni colleghi imprigionati “Sono avvocati come noi e sono lì per aver svolto il loro lavoro, quello che noi facciamo tutti i giorni – sottolinea Fraticelli - Invito a pensare a questi temi e ad occuparsi degli avvocati minacciati, perché loro siamo noi.”
Molte le sfumature internazionali dei temi trattati nei tre giorni Congresso, tra la tutela dei minori, il diritto di famiglia, l'immigrazione e la deontologia da più punti di vista. Collegati da remoto di alcuni ospiti che si sono distinti nella lotta per i diritti umani, come il caso dell'avvocato colombiano Adil Jose Meléndez Marquez che per il suo lavoro a sostegno delle comunità indigene e contadine vittime in Colombia di trasferimenti forzati e di crimini commessi dai gruppi paramilitari, ha subito molteplici minacce e aggressioni denunciate anche dall'Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo. Secondo i dati richiamati da Meléndez, si contano oltre 9 milioni di morti e più di 110 mila persone scomparse: “Amministrare la giustizia ed esercitare responsabilmente la professione forense costituisce un’attività ad alto rischio – specifica Meléndez – ma la resilienza che ci contraddistingue, unita al sostegno della comunità internazionale, e nonostante i rischi che affrontiamo ogni giorno, ha fatto sì che il nostro impegno in favore dello Stato di diritto possa continuare con convinzione”.
Il processo mediatico“Siamo molto contenti di come è andato il primo giorno – racconta Nelly Lescio, consigliera del Coa di Bolzano e organizzatrice del Congresso - la partecipazione degli iscritti è stata massiccia. Sicuramente il tema della Lectio e la qualità dei relatori hanno contribuito alla riuscita della giornata di apertura del Congresso. L’argomento è stato sviscerato da tutti i punti di vista, anche a livello giornalistico con l'intervento del direttore de Il Dubbio di Roma, Davide Varì, che ha parlato dell’importanza del ruolo del difensore soprattutto nei casi di processo mediatico”
"E' importante intervenire sui guasti del processo mediatico" - Davide Varì
"Nel processo mediatico l’avvocato è un intruso, un avversario, un ostacolo da rimuovere - spiega Varì - Certo, non siamo la Turchia, l’Iran o la Russia di Putin, autocrazie in cui i diritti sono sospesi, abbattuti brutalmente. Eppure, posso affermare che anche gli avvocati italiani sono da decenni nel mirino di chi ha costruito un racconto basato su una costante delegittimazione del diritto di difesa. Siamo di fronte a una costruzione narrativa rozza che assimila l’avvocato al reato del suo assistito o che aiuta il colpevole a farla franca, senza contare che il presunto colpevole è spesso un semplice indagato ed è proprio nel processo mediatico che lo stato di diritto vacilla e le garanzie rischiano di essere travolte dall’irrompere dell’opinione pubblica nel processo".
"In questo modo, oltre a travolgere i diritti dell’indagato che viene presentato dalla stampa come un colpevole in attesa di giudizio, produce altre due vittime: il giudice e la stessa libertà di stampa che si consegna - in modo affatto disinteressato - all’accusa, rinunciando al suo ruolo di controllo di tutto il potere, anche di quello giudiziario e questo è un rischio gravissimo che stiamo correndo. In questo contesto - conclude Varì - L’avvocato assume un ruolo centrale e per questo dobbiamo stare al suo fianco, perché non sta solo difendendo il suo assistito ma lo stato di diritto e le garanzie di tutti noi".
Una novità del Congresso Giuridico Distrettuale sono stati gli intermezzi musicali presenti nel corso della Lectio Magistralis. "Quest'anno volevamo proporre qualcosa di nuovo - sottolinea Nelly Lescio - l'idea è stata quella di aggiungere dei momenti musicali e gli iscritti hanno accolto con entusiasmo l'iniziativa".