Society | Violenza sulle donne

Training anti-violenza per gli uomini

A Bolzano esiste una realtà, quasi unica in Italia, che nel completo anonimato aiuta gli uomini a gestire le emozioni. Per fermare la violenza sulle donne lavorando sugli uomini.
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Foto: Salto.bz

Un uomo, seduto su una sedia. Di fronte a lui tre psicologi gli rivolgono delle domande, lo invitano a parlare, ad avere fiducia. Si trova lì perché non gli piaceva il fidanzato della figlia e allora un giorno ha preso un rasoio elettrico e le ha tagliato i capelli a zero, così nessuno l'avrebbe trovata attraente. Ma soprattutto è lì perché non capisce che l'atto che ha compiuto è un atto di brutale violenza nei confronti di una donna. A suo dire lo faceva per il bene della figlia, proprio non riusciva a capire perché la sua azione apparisse tanto sbagliata agli occhi degli altri.

Massimo Mery, psicologo presso il consultorio per uomini della Caritas di Bolzano, si confronta ogni giorno con situazioni del genere. Dal 2010 il centro ha attivato un percorso di training anti-violenza per uomini che hanno problemi a gestire le proprie emozioni. Un centro quasi unico in Italia, che sta facendo scuola in tutto lo stivale. "Noi accompagniamo gli uomini con trascorsi di violenza in un percorso che, attraverso 28 sedute, li conduce ad una comprensione profonda delle loro azioni e delle loro responsabilità", racconta Mery, che nel training è affiancato da una giovane dottoressa di 28 anni. La presenza della donna, una delle poche a mettere piede nel consultorio maschile, è necessaria affinché non si sviluppi un senso di complicità tra il gruppo di pazienti e lo psicologo, complicità tutta maschile.

La collega di Mery ha avuto qualche difficoltà, trovandosi spesso a rappresentare il genere femminile tra le mura della stanza riunioni, a volte attaccata proprio perché donna. Gli psicologi della Caritas di Bolzano hanno aperto questo gruppo quando si sono resi conto che ogni anno, tra i numerosi ospiti che volontariamente si presentavano al centro, c'era sempre una quota di mariti o padri che avevano praticato violenza sulle donne della loro vita. E così hanno deciso di seguire dei corsi di aggiornamento in Austria, dove non solo questo tipo di terapie di gruppo ha una storia decennale, ma dove la legislazione permette ai giudici di inviare gli uomini accusati di violenza in centri di riabilitazione. "La pena carceraria, sempre che venga messa in pratica, non serve a nulla" racconta ancora Mary "e una volta usciti gli uomini violenti ripeteranno azioni volente su altre donne". Il problema della violenza sulle donne, quindi, non può prescindere dalla cura del maschio.

"Non sono mostri: la maggior parte di loro ha alle spalle un’esperienza di violenza, oppure ha avuto come modello uomini violenti. Quello che serve è educarli alle emozioni e al contenimento della rabbia", spiega ancora il dottor Mery. Per questo motivo il percorso che viene seguito durante il training è suddiviso in quattro parti: definizione e ridefinizione del concetto di violenza; assunzione delle proprie responsabilità; gestione delle emozioni e infine apprendimento di tecniche per contenere la rabbia.

Ma funziona? "I risultati sono molto buoni. Continuiamo a seguire i nostri utenti anche dopo le 28 settimane previste, e per il momento abbiamo avuto solo conclusioni serene", commenta lo psicologo. Perlopiù gli uomini che si rivolgono al centro per il training sono stati mandati lì dal tribunale dei minori, minori che spesso assistono alle scene di violenza familiare. Infatti nessuna legge, in Italia, permette ai giudici di intervenire se non sono coinvolti dei minori. "Ci vorrebbe una legge come quella austriaca – conclude Mery – e noi del centro abbiamo contattato alcuni parlamentari perché si facessero portavoce di questa necessità". Intanto in Senato si discute una modifica al decreto "svuota carceri" che avrebbe come conseguenza l'annullamento della custodia cautelare per chi commette stalking (la pena è infatti inferiore ai 5 anni di reclusione). Senza strutture adeguate che siano in grado di assistere questi uomini, una scelta del genere non può che aggravare il fenomeno della violenza sulle donne.