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Rainerum: tra sepolcri imbiancati e pinocchi...

Nuova puntata dedicata ad una questione importante che non può finire a "tarallucci e vino" perchè riguarda il rispetto per le persone e la legalità
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Giusta la decisione dell'Assessore Tommasini di un'ispezione al Rainerum anche se andrebbe chiarito come sia possibile che un istituto al quale viene riconosciuto lo status di scuola "paritaria", quindi, con compiti di servizio pubblico e destinatario di ampi finanziamenti, possa agire indisturbato e senza dover rendere conto a nessuno salvo poi essere ispezionato solo succesivamente.

Con buona pace di Spagnolli, Gennaccaro, Lillo, Bertoldino e di tuti i sepolcri imbiancati che si stanno stracciando le vesti, la Legge sulla Parità dice altro e il Rainerum non rispetta almeno 3 dei suoi criteri fondamentali.

Ma tutto questo riguarda il "contratto" e il fatto che si usino strumenti ideologici analoghi in altri istituti similari richiede ulteriori controlli, ispezioni e verifiche ai sensi -lo ripeto- della legge sulla parità (legge per me discutibile, ma comunque in vigore e il mancato rispetto della quale fa perdere lo status di scuola paritaria e il conseguente diritto ai finanziamenti pubblici).

Sull'altra questione, invece, l'ipocrisia regna sovrana. Come fa il Sindaco e altri esponenti di rillievo di una Città che ha un protocollo d'intesa con Centaurus ARCI-Gay contro l'omofobia e le discriminazioni che ha sostenuto il Rainbow festival con tanto di esposizione di bandiere a giustificare da parte di un importante dirigente di un'istituzione educativa, l'uso del termine "riabilitazione" riferito ai ragazzi Gay (non si stava parlando si sostegno e di educazione sessuale in generale...). Non è un "errore", o una battuta pesante.

C'è dietro una concenzione inaccettabile, incompatibile con il rispetto delle persone, oltre che della Costituzione e delle leggi.

Ed è ancor più grave se proviene da un sacerdote della Chiesa di papa Francesco che su queste cose sa dire cose molto, molto diverse. Per cui anche se il Rainerum riuscisse a rientrare, magari grazie ad un'interpretazione di comodo, nei criteri fprmali della legge sulla parità, rimane comunque da rifiutare con fermezza l'idea che una scuola che svolge "servizio pubblico" possa operare in base a pregiudizi discriminatori.

Non si parli d'altro, dunque, con ipocrisia, ma si agisca per tutelare i diritti fondamentali delle persone.

Se poi mi si chiede che cosa si sarebbe potuto fare con tutti i soldi pubblici con cui le nuove sedi (non le loro attività a termini di legge) basta leggere l'elenco di tutte le opere pubbliche fondamentali ferme. Almeno la metà di quelle opere sarebbe compiuto, mentre si allunga sempre di più il naso di quelli che dicono che la scuola pubblica non sarebbe in grado di sopperire alla mancanza di quella "privata".

Le cifre dicono che non è vero. Lo sanno anche loro.