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­Torna la scuola, tornano i test nasali

La Giunta provinciale ha stabilito le misure per il ritorno in presenza. Sì allo screening nazionale ma se ne prevede anche uno provinciale (e a ognuno il suo tampone).
Arno Kompatscher
Foto: LPA

Da oggi, primo settembre, entra in vigore l’ordinanza n. 29, che il Presidente Arno Kompatscher ha firmato lo scorso venerdì e che prevede, tra le altre cose, il ritorno in presenza e l’obbligo di Green Pass per personale scolastico ma anche per le studentesse e gli studenti universitari. Con la consueta conferenza stampa di ieri pomeriggio il Presidente ha annunciato ulteriori novità per il ritorno. “Vogliamo assicurare l’insegnamento in presenza a scuola per tutti i livelli scolastici su base permanente” ha spiegato Kompatscher in merito alla decisione della Giunta di introdurre uno screening provinciale in apertura dell’anno scolastico alle porte, il quale verrà inaugurato il prossimo lunedì 6 settembre. A tal proposito, su base volontaria e per le successive quattro settimane, ritornano alla ribalta i test nasali, che nel frattempo hanno avuto la loro approvazione a livello statale e che verranno eseguiti due volte a settimana: “Raccomandiamo sentitamente che tutti gli alunni partecipino a questa misura, che i loro genitori rendano possibile la partecipazione - è l’appello di Kompatscher alle famiglie -. Questo è l’unico modo per iniziare il nuovo anno scolastico in maniera sicura”.
Inoltre, la Provincia aderirà al progetto di screening nazionale voluto dal Governo Draghi che prevede la somministrazione nelle scuole di circa 1000 test salivari a settimana: “I preparativi per questo progetto sono in corso di consultazione con i relativi ministeri a Roma - ha aggiunto il Presidente - tuttavia, ci vorranno ancora alcune settimane prima dell’avvio. Per il momento i test salivari saranno effettuati nel Lazio, mentre le altre regioni inizieranno gradualmente”.


Nessun passo indietro per quanto riguarda il personale scolastico non vaccinato. Chi non è in possesso di Green Pass verrà definito assente ingiustificato e dopo cinque giorni scatterà la sospensione. L’unico modo per ottenerlo in alternativa al vaccino, rimane il continuo sottoporsi a tampone, un’operazione che resterà inderogabilmente a pagamento nelle farmacie: “Confermiamo questa scelta, nonostante la mano pubblica continui a offrire un aiuto fornendo gratuitamente i kit per i test - specifica Kompatscher -. Al test stesso è collegato un’attività, un servizio, che una persona in ambito sanitario deve svolgere, come devono essere gestiti le banche date e questo comporta ulteriori costi ed è giusto - afferma - che se li assumano proprio chi, con la propria scelta di non vaccinarsi, questi costi li provoca. Questa è una decisione equilibrata, applicata a livello nazionale e che abbiamo abbracciato sin da subito. Ci impegneremo - conclude - a rendere l’offerta dei tamponi più dislocata ma l’insegnante che non vuole vaccinarsi dovrà continuare a pagarli.