Politics | Merano

Solve et coagula (lui diceva)

Langer intuì, francescanamente, la necessità della nudità in politica. Ingenuo, dissero. Oggi si pasteggia a lungo, sghignazzando, sui cadaveri degli avversari vinti.
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Campagna elettorale a Merano. 2015, nuovo sindaco. Scenario politico immobile. Cittadini girati dall’altra parte. Voteranno? Se i partiti – tutti – restano se stessi, prevedo nuove, dolorose emorragie. Forse, solo il M5S immagina qualche possibile successo. Gli altri partiti pensano come fare per stare a galla.

Vorrei avanzare una proposta. Nel mondo dell’impresa le chiamano ATI, associazione temporanea di impresa. Qui, nel ragionamento politico che avanzo, metto i partiti al posto delle imprese, che si “uniscono temporaneamente”. Ciascun partito meranese ha il problema di perdere meno voti possibile; la cultura politica corrente, quella ancora dominante, prevede il “partito” come unico soggetto politico dotato di capacità di rappresentanza. Per questa ipotesi lo scenario è desolante. Una associazione temporanea di partiti – teniamoli ancora come interlocutori – può fare la differenza, qui a Merano.

L’idea è quella di creare una piattaforma aperta, con libero accesso a tutti, che raccolga idee e persone che condividano una visione per il futuro della città. Un laboratorio di idee, alimentato da coloro che, rispetto ai loro partiti, vedono la necessità di un cambio di passo, possibilmente vedendo nell’identità, nel simbolo, nella storia del singolo partito elementi da mettere da parte temporaneamente, appunto. Ma questa piattaforma, se esistono utili e fattive convergenze, potrà diventare soggetto politico, esprimere un candidato sindaco e candidarsi al governo della città dialogando paritariamente, almeno più di prima, con la SVP.

Coloro che, dai singoli partiti, convergono su questa piattaforma programmatica non devono necessariamente tagliare i ponti con i partiti di origine. Ma io spero e auspico che i partiti meranesi, Verdi compresi, vengano messi in crisi da una proposta di questo tipo; io spero che, dentro ciascun partito, vi siano coloro che già sanno quanto difficile e improbabile sia un futuro nel recupero dei consensi e che possano davvero alimentare una comunità politica nuova e molto, molto meno ideologica e schizzinosa di quelle che abbiamo in città. A nessuno dovrà importare di condividere uno spazio politico del genere con chi può rappresentare una specie di abituale nemico politico; è un lusso che non potremo mai più concederci, a Merano.

Destra, sinistra, centro: sciogliere tutto e mettere al centro la città, le sue esigenze reali, noi stessi. Proviamo ad immaginare quale visibilità improvvisa può potenzialmente acquisire un soggetto politico del genere, quanta ampia parte di città sia in attesa di una radicale semplificazione del quadro politico. In questo modo, trovando minimi e concreti punti di convergenza, Merano potrebbe realmente diventare un laboratorio politico vero, magari fornendo esempio a tutta la provincia.

Certo, molto ottimismo. La questione è se i partiti hanno al loro interno coloro che sarebbero disposti a sperimentare questa via nuova, minimamente impostata all’inizio, ma certamente capace di futuro. Io credo di si. Un tavolo, in questo senso, si sta formando, l’idea inizia a correre in città e certamente andremo avanti per capire quanto spazio c’è per tentare questa via di rinnovamento politico. Anzi, direi che sarebbe ora di smetterla di pensare al confronto politico come alla solita arena dove ci si combatte in tutti i modi, ma iniziare a pensare alla condivisione degli spazi e delle idee. Chi pensa in modo vecchio alla politica – poltrone, spartizioni, strategie, agguati – è già stato punito e continuerà ad esserlo.