Cinque sfide sull'occupazione per l'Euregio
Mercoledì 19 ottobre a Castel Toblino ci sarà la prossima riunione di assemblea e giunta del Gect Euregio, a metà della presidenza trentina 2015-2017. Nel monitoraggio effettuato dai professori universitari Christian Traweger e Günther Pallaver è emerso come i cittadini chiedano all'euroregione maggiore cooperazione in materia di mobilità ed economia. Su questo secondo punto si è concentrato l'impegno degli assessori al lavoro dei tre territori, Alessandro Olivi (Trentino), Martha Stocker (Alto Adige) e Johannes Tratter (Tirolo), che giovedì, 22 settembre, hanno firmato un protocollo di cooperazione rafforzata alla sede del Gect di Bolzano per affrontare assieme cinque impegni in materia di lavoro.
Innanzitutto si parla dell'apprendistato e della formazione duale, nella quale il Trentino cercherà di seguire la peculiarità soprattutto tirolese, terra nella quale si sta cercando di capire come migliorare ed anticipare l’orientamento professionale, curando la qualità della formazione e cercando di portare gli apprendisti al meglio ai loro obiettivi professionali. Recentemente in Provincia di Trento sono partiti cinque percorsi sperimentali su scambio lavoro-formazione.
Il secondo punto riguarderà il monitoraggio delle forze lavoro qualificate, che è partito in Tirolo seguendo analoghe esperienze in Germania. Attraverso delle statistiche anche della Camera di Commercio si riescono a misurare i fabbisogni anche a livello dei 9 comprensori tirolesi. Una questione che riguarda anche Alto Adige e Trentino, vista la somiglianza delle economie e dei fabbisogni soprattutto nei settori tecnici, nei servizi di cura, nel turismo e nell'edilizia. Attualmente il fabbisogno in Tirolo è di 8mila persone, mentre per il 2030 si prevede che ci sia bisogno di ben 40mila lavoratori qualificati. L'obiettivo euroregionale sarà quello di allargare questo monitoraggio anche ad Alto Adige e Trentino.
«Il tema del lavoro nell’Euregio è legato – il commento dell'assessore Alessandro Olivi – anche al tema del trilinguismo, che aiuta nell’ampliare il campo delle possibili ricerche di lavoro». Formazione al lavoro e formazione linguistica strettamente correlate e parte fondamentale del terzo campo di collaborazione, quello di una borsa comune delle opportunità di lavoro dell’area alpina, sull’esempio di quella che è stata Eures Transtirolia (fra Tirolo, Sudtirolo e Grigioni). Con l’Alto Adige che ha interessanti rapporti anche con la Baviera, soprattutto per quanto riguarda le professioni tecniche.
Il progetto trentino del trilinguismo sta alla base anche del quarto punto di collaborazione, quello legato al Fondo sociale europeo. Assieme si cercherà di limitare l’estrema complicazione burocratica del programma, mettendo assieme esperienze e buone pratiche in vista del lancio della nuova programmazione Fse. Si metteranno in campo partenariati di qualità per insegnanti, lavoratori, disoccupati. In Tirolo si gestiscono 8,7milioni di euro di fondi Fse, con quattro programmi. C’è un progetto di formazione anche per 45 profughi under 25, con corsi che vogliono portare ad un progressivo ingresso nel mondo del lavoro soprattutto nei settori nei quali è maggiore il fabbisogno.
La quinta sfida è la più complessa ed ambiziosa, che riguarderà la riorganizzazione dei sistemi lavorativo e sociale date dai cambiamenti demografici. Che Martha Stocker ha sintetizzato in due dati: in Alto Adige negli anni Sessanta nascevano 9mila bambini l'anno, oggi 5mila ed i 100mila ultrasessantenni di oggi rispetto ai 140mila che ci saranno nel 2030. Rappresentanti dei tre Länder parteciperanno il 13 ottobre sul Renon al convegno “Sviluppo demografico. C'entro anch'io!”.